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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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sono identificati con la sequenza Zefiro - Chloris - Flora, secondo una<br />

citazione dai Fasti di Ovidio quasi certamente portata a conoscenza del<br />

pittore dal suo amico Poliziano; le figure centrali con Venere e Cupido;<br />

poi vengono le tre Grazie e infine Mercurio. Non credo si possa<br />

dubitare che l'identificazione del primo terzetto sia esatta: come si può<br />

vedere, rispecchia i versi di Ovidio in modo assolutamente fedele.<br />

"Ora chiamata Flora, ero in realtà Clori: la lettera<br />

greca del mio nome fu guastata dalla pronuncia latina.<br />

Ero Clori, ninfa dei campi felici dove hai udito<br />

che in passato ebbero la loro dimora uomini fortunati.<br />

Dire quale sia stata la mia bellezza, sarebbe sconveniente<br />

alla mia modestia: ma fu essa a trovare come genero per mia madre un<br />

dio.<br />

Era primavera, vagavo; Zefiro mi vide, cercai di allontanarmi;<br />

m'insegue, fuggo; ma egli fu più veloce.<br />

E Borea, che aveva osato rapire la preda dalla casa di Eretteo,<br />

aveva dato al fratello piena licenza di rapina.<br />

Tuttavia fa ammenda della violenza col darmi il nome di sposa,<br />

e nel nostro letto non ho mai dovuto lamentarmi.<br />

Godo d'una eterna primavera; è sempre splendido l'anno,<br />

gli alberi hanno sempre le fronde e sempre ha pascoli il suolo.<br />

Possiedo un fiorente giardino nei campi dotali,<br />

l'aria lo accarezza, lo irriga una fonte di limpida acqua:<br />

il mio sposo lo ha riempito di copiose corolle, e ha detto:<br />

"Abbi tu, o dea, piena signoria sui fiori"<br />

Spesso io volli contare le loro specie,<br />

ma non vi riuscii: il loro numero superava il conteggio."<br />

Ora, questo si accorda straordinariamente bene - anche nell'integrazione<br />

dinamica delle immagini - con l'identificazione della sequenza Zefiro<br />

(vento primaverile), Chloris (il verde primaverile), Flora (lo schiudersi<br />

dei fiori che segue la verdura). Mi pare obbiettivamente difficile poter<br />

mettere in dubbio questa identificazione delle tre figure.<br />

Tuttavia ciò pone un problema abbastanza grave relativamente all'unità<br />

formale della composizione. A quei tempi, questa dipendeva<br />

costantemente da un'unità semantica (quasi sempre letteraria)<br />

sottostante. Ora, se si identifica la figura femminile al centro con<br />

Venere, non si vede bene quale possa essere questa unità. Infatti, se è<br />

vero che nel mito e nella favola si trova di che collegare<br />

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