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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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280<br />

hanno posto la necessità di rimettere in discussione se non altro alcuni<br />

aspetti della teoria evolutiva. Se fino a poco tempo fa negli ambienti<br />

accademici era impossibile anche soltanto accennare a mettere in<br />

dubbio alcuni assunti secondari, oggi il clima sembra essere cambiato.<br />

Prova ne è la pubblicazione di una lunga serie di volumi, dove si arriva<br />

a proporre il superamento di alcuni punti salienti del darwinismo. Ed è<br />

proprio in riferimento al dibattito interno all'evoluzionismo, che il libro<br />

di Cremo e Thompson è forse tanto più attuale. Sia per l'esigenza,<br />

ribadita con forza, di un dibattito e un confronto libero e a tutto campo.<br />

Sia perché rispetto a posizioni "intransigenti" (la critica creazionista),<br />

gli autori, pur non nascondendo di riconoscersi in una precisa visione<br />

religiosa - quella vedica - per la quale l'esistenza dell'uomo sarebbe<br />

molto più antica di quanto asserito dalla scienza ufficiale 4 , si limitano<br />

ad avanzare l'ipotesi che "esseri umani ed esseri scimmieschi esistono<br />

contemporaneamente da lungo tempo", non addentrandosi sul problema<br />

specifico delle origini.<br />

Tale prospettiva, almeno in parte, non è incompatibile con alcuni dei<br />

nuovi orientamenti che stanno emergendo all'interno delle correnti<br />

evoluzionistiche che, rifiutando la teoria monogenetica e lineare<br />

dell'evoluzione, propendono invece per l'ipotesi di una linea evolutiva<br />

non univoca, una prospettiva che non esclude la compresenza di più<br />

specie nello stesso periodo 5 .<br />

In questa opera Cremo e Thompson non hanno comunque la pretesa di<br />

formulare una compiuta teoria alternativa, un obiettivo questo che,<br />

come viene spiegato, sarà oggetto di un secondo lavoro, e va<br />

riconosciuto che le convinzioni degli autori non hanno condizionato<br />

l'esposizione dei tanti casi presentati nel libro. E come spiega nella<br />

prefazione E. Johnson (autore di Processo a Darwin), "alla fine,<br />

l'importante non è perché i ricercatori erano motivati a cercare un tipo<br />

di prove, ma se hanno trovato qualcosa che valga la pena di riportare e<br />

che possa valere la seria considerazione della comunità scientifica".<br />

Dall'analisi delle prove e delle relazioni scientifiche, emergerebbe<br />

come in molti casi le conclusioni alle quali sono arrivati numerosi<br />

archeologi ortodossi, sarebbero state tratte in modo decisamente<br />

discutibile, sulla base di analisi inadeguate o di una interpretazione dei<br />

dati forzata. All'indomani della pubblicazione dell'Origine delle specie,<br />

l'obiettivo era stato quello di fornire ad ogni costo prove a sostegno<br />

della teoria di Darwin, e soprattutto in grado di screditare le altre<br />

posizioni. Cremo e Thompson spiegano infatti come alla fine<br />

dell'Ottocento quella di Darwin non fosse l'unica teoria sull'evoluzione,

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