N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte
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agione, nel senso opposto a quello di rivoluzione, ma la Terra fa<br />
evidentemente il contrario. Sempre in base allo stesso ragionamento i<br />
pianeti dovrebbero ruotare attorno ad un'asse all'incirca perpendicolare<br />
al piano dell'eclittica, mentre, sempre la Terra, ruota attorno ad un'asse<br />
inclinato di 24 gradi sull'eclittica. Se poi i pianeti principali non<br />
possiedono un loro proprio vortice, allora i satelliti dovrebbero essere<br />
prima o poi trasportati dalle correnti del vortice solare in orbite<br />
svolgentesi attorno al Sole stesso, cosa che non succede. Ma lasciamo<br />
queste considerazioni speculative, basate su fatti che Leibniz non<br />
poteva conoscere, e che non gli possono quindi essere imputati, per<br />
tornare ai fatti storici.<br />
6. Epilogo<br />
I lettori si aspetteranno che Leibniz, avendo molto a cuore queste<br />
questioni, si sia dedicato ad una loro ampia diffusione presso la<br />
comunità scientifica. Nei fatti invece il notevole eclettismo del nostro<br />
fece in modo che i suoi interessi si rivolgessero ad altro. Già da qualche<br />
tempo Leibniz si dedicava alla stesura di saggi molto importanti, che<br />
assorbivano molto del suo tempo; i suoi interessi principali restavano<br />
pur sempre la politica e la diplomazia. In quegli anni infatti divenne<br />
consigliere dello zar, anche se avrebbe voluto seguire il suo principe<br />
alla corte di Londra: non dimentichiamoci che la sua opera diplomatica<br />
di molti anni prima ottenne il risultato di far sedere sul trono<br />
d'Inghilterra uno degli Hannover. Ma la sorte aveva decretato che gli<br />
ultimi anni non dovessero essere fruttuosi dal punto di vista scientifico.<br />
In quel periodo, oltre ai "Nuovi saggi sull'intelletto umano", Leibniz<br />
compose la Teodicea, che rappresenta il suo capolavoro, anche perché<br />
in realtà è una delle poche opere che abbiano ricevuto una notorietà<br />
universale. Entro poco tempo sarebbe scoppiata la fase più violenta<br />
della disputa sul calcolo infinitesimale, che raggiunse anche il suo<br />
livello minimo di dignità, con colpi bassi e scorrettezze indegne della<br />
statura intellettuale dei protagonisti. Oramai sulla settantina, era vinto<br />
dai dispiaceri; la morte della principessa Carlotta l'aveva provato<br />
nell'animo, la gotta aveva minato il suo corpo. Non c'erano più le<br />
energie intellettuali per continuare ad impegnarsi. Qualche anno più<br />
tardi la morte appiattirà ogni divergenza, lasciando che il tempo<br />
decretasse il vincitore della battaglia; ma, come spesso succede, la<br />
vittoria di un contendente non significa la scomparsa dell'altro. Leibniz,<br />
che si era battuto a favore della causa meccanicista, lasciò ai posteri un<br />
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