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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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vengono riportate le parole di Armand de Quatrefages, membro<br />

dell'Accademia della Scienza francese e professore al Museo di Storia<br />

naturale di Parigi, per il quale "le obiezioni sollevate contro l'esistenza<br />

di esseri umani nel Pliocene e nel Miocene sembrano di norma collegate<br />

a considerazioni teoriche più che all'osservazione diretta" 3 .<br />

Alle stesse conclusioni si arriverà per tante altre scoperte "anomale"<br />

avvenute in Inghilterra, Grecia e Italia, che non necessariamente ci<br />

riportano all'Ottocento o all'inizio del Novecento. Un caso recente,<br />

siamo nel 1970, ha per scenario il Nord America: ossa di cervidi, che<br />

per lo scopritore Richard E. Morlan, dell'Istituto di Ricerche<br />

Archeologiche del Canada e del Museo Nazionale Canadese dell'Uomo,<br />

mostrerebbero chiari segni di intervento intenzionale umano anteriori al<br />

processo di fossilizzazione, sono state rinvenute in un uno strato<br />

geologico databile fino a ottantamila anni. Ancora una sfida quindi alle<br />

teorie ufficiali sull'origine dell'uomo nel continente americano...<br />

Ancora più ampia è la sezione relativa ad utensili ed armi in pietra.<br />

Tali ritrovamenti, spesso corredati da una grande quantità di prove,<br />

furono numerosissimi nei decenni successivi alla pubblicazione<br />

dell'Origine delle specie di Darwin e, viene sottolineato, per decenni<br />

sono stati oggetto di discussione nei congressi scientifici, finché "intere<br />

categorie di dati sono scomparsi dalla scena".<br />

Rinvenimenti contrastanti con le teorie ufficiali sull'evoluzione umana<br />

sarebbero state fatte anche negli ultimi decenni in Pakistan, Siberia,<br />

India, Usa, Messico. Ma il copione sembrerebbe essere sempre lo<br />

stesso: le scoperte in grado di mettere in discussione le teorie dominanti<br />

sull'evoluzione verrebbero ancora oggi sistematicamente soppresse. Ciò<br />

si sarebbe verificato soprattutto per i ritrovamenti di scheletri umani<br />

"anomali", cioè rinvenuti in contesti geologici incredibilmente antichi,<br />

anch'essi tutt'altro che rari pure nel ventesimo secolo. "Benché queste<br />

ossa umane abbiano attratto inizialmente un notevole interesse" - viene<br />

osservato - "sono praticamente sconosciute. La maggior parte della<br />

letteratura corrente fornisce l'impressione generale che, dopo la scoperta<br />

del primo Neanderthal nel decennio 1850, non si siano verificate<br />

scoperte significative di scheletri fino al ritrovamento dell'Uomo di<br />

Giava successivo al decennio 1890".<br />

Nella rassegna relativa ai resti di scheletri umani, si va dal "femore di<br />

Trenton" (New Jersey), rinvenuto in uno strato risalente al periodo<br />

interglaciale (centomila anni), allo scheletro rinvenuto a Gallery Hill<br />

(nei pressi di Londra) in un deposito risalente a oltre trecentomila anni<br />

fa. Soprattutto quest'ultimo caso darà vita a pareri discordanti (la

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