N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte
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programmaticamente aperto a tutti e di tutti o tramite il silenzio 35 , o<br />
tramite la sua collocazione, quale fantasma minaccioso e crudele,<br />
dignitoso e fiero, nell'ambito dell'immaginario per eccellenza, quello<br />
della finzione letteraria 36 .<br />
La scarsità e la pacificità della popolazione nativa, infatti, non<br />
rappresentò mai un vero problema per il governo di Lord Baltimore, se<br />
si ricorda che, a soli due anni dal loro insediamento, gli Inglesi avevano<br />
già ottenuto il diritto di nominare il successore del capo indiano in caso<br />
di un suo decesso. Ragioni di accorta pragmaticità ispirarono, come si è<br />
visto, lo stesso principio della tolleranza religiosa sulla base del quale<br />
venne impostata la politica della colonia, tanto che il cattolicesimo del<br />
Lord Proprietario e delle altre famiglie di signori non condizionò affatto<br />
il progressivo e costante aumento della popolazione di fede protestante.<br />
Mentre nel New England lo scoppio delle ostilità tra Puritani e Pequots<br />
servì a metter fine ai dissensi e alle controversie sorte in materia di fede<br />
all'interno delle stesse comunità per concentrare gli sforzi contro il<br />
pericolo rappresentato dall''altro', nel Maryland si verificò l'inverso. La<br />
presenza di altre colonie inglesi ormai consolidate e l'assenza di una<br />
reale minaccia da parte indiana fecero sì che le lotte sorgessero<br />
all'interno dei Bianchi a causa di interessi obiettivamente divergenti tra<br />
componenti sociali e religiose in concorrenza per la conquista del<br />
potere. La stessa documentazione dei Gesuiti non trascura, ad esempio,<br />
di dare rilievo all'opera da essi svolta nei confronti dei bianchi<br />
miscredenti, oltre che degli Indiani, e il racconto che un Padre gesuita fa<br />
del sogno avuto dal tayac, in cui comparvero al capo indiano tre<br />
divinità a confronto - tre (anziché due, come sarebbe stato più<br />
plausibile): quella indiana, la più sbiadita; quella protestante, la più<br />
repellente; quella cattolica, senza dubbio la più bella - appare<br />
chiaramente un'invenzione mirata a colpire il credo che maggiormente<br />
si sentiva rivale 37 .<br />
A soli venti/trenta anni dalla fondazione della colonia, l'attenzione dei<br />
relatori non è più rivolta alla popolazione indiana, ma ai nuovi nativi<br />
del posto, i bianchi della seconda generazione, che vengono<br />
caratterizzati con aggettivazioni simili a quelle attribuite prima agli<br />
Indiani, quasi a segnalare in anteprima un processo di trasposizione<br />
delle caratteristiche degli aborigeni ai coloni che sarebbe stato sempre<br />
più diffuso nei resoconti di propaganda per l'emigrazione. Come<br />
scrivono Bailyn e Wood, fu in genere nel corso del XVIII secolo che<br />
l'immagine ambigua con cui erano stati ritratti gli Indiani all'epoca dei<br />
primi contatti - immagine che "combinava semplicità e selvatichezza,