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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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gli stessi signori corrono in massa a interessarsi all'edilizia. Non è<br />

strano?<br />

Ora, se noi tentiamo di spiegare la genesi del movimento arcadico come<br />

spieghiamo quella del movimento massonico, ci rendiamo conto di<br />

colpo dell'incongruenza: dovremmo ammettere che, fino al trecento,<br />

siano esistite associazioni di pastori "operativi" che includevano anche<br />

qualche "speculativo", che so, il veterinario e il commerciante di<br />

formaggio; dopodiché, con il quattrocento, gli "speculativi" diventano<br />

la maggioranza e la "pastorizia teorica" si stacca definitivamente dal<br />

mestiere effettivo del pastore. Ridicolo.<br />

Insomma, quello che ha cominciato a disturbarmi nella spiegazione<br />

delle origini della Massoneria è che funziona bene solo per essa mentre,<br />

se si cerca di applicarne lo schema a un fenomeno precedente ma<br />

assolutamente analogo come quello dell'Arcadia, diventa notevolmente<br />

sciocca. Perché invece non ipotizzare che i signori quattrocenteschi che<br />

iniziarono il movimento arcadico intendessero il termine "pastore" nel<br />

suo senso metaforico, cioè in quello di "custode", intendendo che erano<br />

tali non perché eredi di qualche forma di "pastorizia operativa", sul tipo<br />

della mungitura, ma perché custodivano qualcosa, per esempio una<br />

tradizione riservata? Non è esattamente quello che fanno i preti? E<br />

perché lo fanno? Non certo perché Cristo era effettivamente un pastore<br />

ma perché una volta fece un uso metaforico del termine.<br />

Supponiamo dunque che questi signori si definissero "pastori" perché si<br />

consideravano i custodi di qualcosa: ciò significa che questo qualcosa<br />

c'era ed era anche in buona salute. Si arriva alla fine del seicento e la<br />

pastorizia perde di colpo interesse. Ciò potrebbe voler dire che<br />

comincia a mancare la cosa da custodire: un pastore senza gregge<br />

(foss'anche un gregge di conoscenze) che pastore è? Ecco allora che, in<br />

un breve volger d'anni gli stessi signori si sbrigano a diventare<br />

"muratori": passano cioè dall'idea del "custodire" a quella del<br />

"costruire", anzi, più precisamente, del "ricostruire". Abbiamo qui l'idea<br />

che qualcosa si è perso, si è rovinato, quindi non può più essere<br />

semplicemente custodito ma va ricostruito.<br />

Questo modo di vedere le cose risolve di colpo una contraddizione<br />

insita nel pensiero massonico che, da una parte, pretende di risalire<br />

addirittura ad Adamo, dall'altra non va oltre la fine del seicento. Ma se

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