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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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che Mercurio porta l'elmo di Ade. La sua figura tesa tra terra e cielo<br />

costituisce un tratto verticale: simbolo ben noto dello spirito.<br />

Comprendiamo quindi il senso dell'asimmetria del dipinto: esso è<br />

platonicamente diviso in due parti, una che rappresenta il mondo<br />

visibile, quello delle manifestazioni e, tutt'al più, delle cause apparenti,<br />

l'altra il mondo invisibile, quello delle cause reali.<br />

Mercurio volge le spalle al resto della composizione, non la vede. Le<br />

due parti sono tenute assieme unicamente dal loro inquadramento<br />

generale nello scenario del giardino terrestre e, al suo interno, dallo<br />

sguardo di Tallò, Viriditas, la Castità - proprio quella che Cupido<br />

prende di mira - che si appunta su Mercurio.<br />

Vale la pena soffermarsi un attimo sul gioco di sguardi presente nella<br />

tela: in essa nessuno guarda nessun altro, eccezion fatta per Chloris,<br />

Zefiro, Tallò e Mercurio.<br />

Chloris e Zefiro si guardano l'un l'altro, il loro è un rimando circolare,<br />

tutto interno alla parte destra del dipinto, quella che abbiamo detto<br />

rispecchiare il mondo visibile.<br />

All'altro lato di questa stessa parte, la Grazia che corrisponde a Chloris<br />

- cioè Viriditas - non guarda più all'interno del mondo visibile ma<br />

all'esterno, verso Mercurio, ossia verso la parte della tela che<br />

rappresenta il mondo occulto, invisibile. Mercurio a sua volta non<br />

rivolge lo sguardo a Viriditas ma scruta interrogativamente il nembo<br />

celeste, il deus absconditus da cui proviene.<br />

Lo sguardo di Chloris rinvia alla causa immanente, mondana,<br />

apparente della propria metamorfosi: Zefiro. Ma anche lo sguardo di<br />

quest'ultimo rinvia alla causa apparente e mondana del proprio<br />

desiderio: Chloris. Senza il vento tiepido di primavera la verdezza dei<br />

germogli non darà mai fiori, ma senza i germogli sui quali agire il vento<br />

di primavera resta inefficiente. È questo il rimando circolare tipico del<br />

coniugium, dell'amore carnale in cui l'uno dei due attori rimanda<br />

all'altro come causalità sensibile del proprio atto.<br />

Dal lato di Viriditas (Castità), invece, le cose stanno diversamente: il<br />

rimando di sguardi non è circolare ma va dalla condizione apparente del<br />

concepimento (Castità) alla sua causa occulta e prossima (spiritus<br />

mundi), da questa a quella occulta e prima (Dio).<br />

Ciò secondo me esprime l'idea che la castità, in quanto condizione<br />

paradossale del concepimento, necessita di un ricorso a una qualche<br />

causa invisibile dello stesso. Non può esserci concepimento<br />

assolutamente casto: Iuno è casta solo apparentemente, nel mondo<br />

visibile, non in quello invisibile. Ecco perché Viriditas guarda<br />

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