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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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146<br />

filosofica tra cartesiani e newtoniani. Anche se in conclusione questi<br />

ultimi videro la loro teoria affermarsi definitivamente, questo non<br />

significò affatto l'estinzione dei primi: altri uomini di cultura di grande<br />

fama coltivarono, e coltivano, convinzioni cartesiane, sebbene questo<br />

venga ignorato nella maggior parte dei lavori sulla storia della scienza.<br />

L'oggetto del presente scritto è uno degli episodi di questa controversia<br />

filosofica, probabilmente il più importante se si considera la statura<br />

intellettuale dei protagonisti: Newton e Leibniz.<br />

1.2 La formazione scientifica di Leibniz<br />

Leibniz, come a simboleggiare la contrapposizione tra i due, visse in<br />

una corte ricca e sfarzosa, sempre impegnato nelle faccende politiche<br />

del suo principe. Era spesso in viaggio per faccende diplomatiche,<br />

conobbe moltissimi dei maggiori filosofi della sua epoca e si adoperò in<br />

ogni modo possibile per la diffusione della cultura, e in particolare della<br />

scienza. Tra le altre cose fondò una rivista che si chiama Acta<br />

Eruditorum, dove spesso scrisse brevi saggi e contribuì alla fondazione<br />

di alcune Accademie che tuttora svolgono attività scientifica.<br />

Era un ragazzo prodigio; fin dalla nascita il padre intuì che era destinato<br />

ad essere noto in tutto il mondo. Già in giovane età, stimolato dal suo<br />

maestro Thomasius, si dedicò a studi riguardanti la filosofia naturale.<br />

Nel 1671 pubblicò un saggio dal titolo Hypothesis Phyisica Nova, dove<br />

sintetizzò le sue prime concezioni filosofiche attorno alla natura; in<br />

questo saggio si possono trovare i prodromi della cosmologia<br />

leibniziana.<br />

Questo si divide in due parti: la "Theoria motus concreti" e la "Theoria<br />

motus abstracti". Per il presente discorso limiteremo la nostra<br />

considerazione alla prima delle due. Come lo stesso titolo lascia<br />

presagire, in essa vi è contenuta una descrizione dei fenomeni<br />

'mondani', cioè riguardanti i corpi materiali. Il più importante di questi è<br />

ovviamente l'Universo stesso. Partendo dalla evidente esistenza dei<br />

corpi celesti, Leibniz esordì con: "Supponiamo all'inizio il Globo<br />

Solare, il Globo terrestre, e lo spazio intermedio, ..., che chiamiamo<br />

etere,... pieno.". Cartesiano fin da subito, non abbracciò la teoria del<br />

francese in toto, ma conservò uno spirito critico che gli consentirà di<br />

andare oltre i limiti della descrizione cartesiana.

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