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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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13 questo ruolo di medium è stato stravolto dall'eliminazione del concetto di mondo<br />

intermediario, avvenuta con la riduttiva polarizzazione del reale, in "spirito" e<br />

"materia", compiuta da Cartesio: è a motivo di questo vulnus che sono poi potuti<br />

sorgere i sistemi filosofici moderni: cfr. il ns. articolo Janua Inferni in EPISTÈME, n 1.<br />

14 anche qui può sorgere un equivoco, tale da cooptare nel mito anche le moderne<br />

allegorie letterarie nelle quali invece il rapporto non è mai tra diversi ordini di realtà<br />

ma ci si muove o in ambito storico o sentimentale o quant'altro ma, in ogni caso,<br />

sempre all'interno della sola vita ordinaria. Allegoria: per l'etimo, conserva invece la<br />

traccia di una passata relazione con l' "altro": αλλο αγορευειν, dire altra cosa; cfr.<br />

R. Guénon, APERÇUS SUR L'INITIATION, Paris, Ch. XVII, 1964.<br />

15 naturalmente non c'è alcuna possibilità di una scelta arbitraria ed individuale dei<br />

simboli essendo realmente tali solo quelli pei quali non c'è la possibilità d'assegnare<br />

loro un autore. Esemplificando e per capire: anche i simboli "storicamente" cristiani<br />

non sono databili, sono, infatti, presenti ab immemorabili in altre tradizioni e<br />

soltanto le loro interpretazioni più contingenti possono, apparentemente, limitarne la<br />

portata universale. Altra relazione importante dei simboli è quella con i riti, stante la<br />

portata simbolica d'ogni atto di questi.<br />

16 fairy tales, canti, balli, giochi, medicina…<br />

17 il popolo aveva (oggi è difficile dire quale classe abbia queste caratteristiche) per<br />

la sua "plasticità" questa capacità di ricevere, predisposto nei modi appropriati, un<br />

qualsiasi "deposito"; va da sé che la conduzione, in tempi emergenziali, di tali<br />

operazioni di "consegna", era uno dei compiti dell'élite.<br />

18 F. Boas, THE MIND OF PRIMITIVE MAN, New York, 1938.<br />

19 Lord Raglan, THE HERO, London, 1936. Per questi temi: A. K. Coomaraswamy,<br />

The Primitive Mentality, in QUARTERLY JOURNAL OF THE MYTHIC SOCIETY, XX, 1940.<br />

20 D. C. Holtom, THE NATIONAL FAITH OF JAPAN, London, 1938. A tal proposito, sono<br />

invero sorprendenti i riscontri reperibili nel libro base dello Shinto, il KO-GI-KI di<br />

Yasamuro, tr. it. di Mario Marega, Laterza, Bari, 1938.<br />

<strong>21</strong> M. Eliade, in ZALMOXIS, II, 1939.<br />

22 per quest'ordine di ricerche cfr. F. Vinci, OMERO NEL BALTICO, F.lli Palombi, Roma,<br />

1998, ed i ns. LA SCANDINAVIA E L'AFRICA, Centro Studi La Runa, Chiavari, 1999,<br />

Helgoland in ALGIZA, n. 14, 2000. Nell'articolo di Coomaraswamy (cfr. supra, n. 14),<br />

è riportato che, le "rupi erranti", identificate nel precitato studio del Vinci come<br />

icebergs, oltre che nell'ODISSEA, si ritrovano in leggende eschimesi e navajo.<br />

23 MC. 4. 11 ma anche MT. 13. 13, LC. 8. 10; sono chiaramente "i<br />

profani" in senso iniziatico e queste parole smentiscono, con certezza, chi oggi nega<br />

19

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