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N. 3 - 21 aprile 2001 - Giano Bifronte

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sapientemente all'umorismo per far 'digerire' ai suoi lettori l'estraneità<br />

dei "selvaggi", aveva ritenuto inoltre opportuno dividere la sua opera in<br />

due parti, l'una dedicata agli Inglesi, l'altra agli "old native inhabitants",<br />

a rassicurare della netta separazione esistente comunque tra le due razze<br />

e quasi a suggerire con l'aggettivo "old" un prossimo soppiantamento<br />

degli indigeni. E gli Indiani di Thomas Morton, forse un po' troppo belli<br />

e felici nella loro totale assenza di religione, che l'autore aveva<br />

enfatizzato in contrapposizione alla cupa pesantezza del credo dei<br />

Puritani, rischiavano di tornare a far parte di un Eden più vagheggiato<br />

che reale e risultavano, a ben vedere, strumenti di una polemica più che<br />

soggetti di una storia. Anche Roger Williams, per ottenere il<br />

riconoscimento della sua colonia, aveva deciso in fondo di consegnare<br />

al Parlamento inglese la sua conoscenza della lingua indiana come<br />

"chiave" da utilizzare per quell'opera di evangelizzazione in cui egli<br />

personalmente non credeva, ma che ben sapeva costituire il caposaldo<br />

morale dell'ideologia coloniale.<br />

Si può dire, insomma, che anche le voci apparentemente dissonanti<br />

provenienti da coloro che per i propri interessi particolari o per la loro<br />

visione del mondo fornirono fonti preziose di verità sul conto dei nativi<br />

americani, hanno sempre comunque riconosciuto motivazioni<br />

dialettiche interne al processo di colonizzazione, ed intenti<br />

promozionali non certo contestativi di esso. Come tali, non poterono<br />

quindi incidere sulle determinanti ideologiche attraverso le quali si<br />

strutturò l'immagine dell'Indiano. Nel processo di espansione<br />

dell'Inghilterra verso la nuova parte di mondo, Chiesa, Stato e Scienza,<br />

pur usando diverse metodologie di approccio con l''altro', si trovarono<br />

alleati nello scopo comune di esaltare la superiorità della religione,<br />

della civiltà e della tecnologia appartenenti all'uomo bianco. Anche se<br />

mano a mano si cominciò ad apprendere che esistevano differenze tra<br />

tribù e tribù, che ognuna aveva il suo linguaggio, il suo governo, le sue<br />

tradizioni e i suoi riti, che potevano essere osservati e descritti senza<br />

paura, "il significato dell'Indiano", come afferma Berkhofer, rimase<br />

sempre "al di là di tale conoscenza" 40 .

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