(138) Regesta Chartarum Italiae, Regestum Volaterranum, cur. F. SCHNEIDER, Roma 1907, n. 171 (1150 settembre 3, Ugnano), p. 59. (139) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 116. (140) UGHELLI F., Albero et Istoria della famiglia de’ Conti di Marsciano; c<strong>it</strong>., p. 105. (141) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 36 (1120 febbraio, Vernio), p. 72. (142) Cfr. B. PAGNIN, La “not<strong>it</strong>ia testium” nel documento privato medievale <strong>it</strong>aliano, in «Atti dell’Ist<strong>it</strong>uto Veneto di scienze, lettere ed arti», XCIII (1937-38), parte II (scienze morali e lettere), pp.. 1-16; D. BIZZARDI, Gli studi sul documento privato, in «Archivio giuridico», CXIV (1935), pp. 133-156. (143) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., docc. n. 57,58. **** (144) Regesta Chartarum Italiae, Regestum Volaterranum, c<strong>it</strong>., n. 171 (1150 settembre 3, Ugnano), p. 59. (145) Ibidem, doc. n. 163 (1173 marzo 25-31, Mogne), p. 314. (146) Ibidem, doc. n. 184 (1182 marzo 23, Mogne), p. 350. (147) Ibidem, doc. n. 187 (1184 maggio 9, Mercatale di Mangona), p. 357. Si tratta in realtà di una charta donationis nella quale interviene, in qual<strong>it</strong>à di testimone, Gisolfo figlio di Bernardo. (148) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 143 (1165 febbraio 15, Montepiano), p. 278. (149) Ibidem, doc. n. 36 81120 febbraio, Vernio), p. 72. (150) Capo S<strong>it</strong>tule, ossia *Capodisetta non è altro che Montepiano, nei pressi del quale origina <strong>il</strong> torrente Setta, che, passato in terr<strong>it</strong>orio em<strong>il</strong>iano, si getta nel Reno nei pressi di Sasso Marconi. Del Setta sono affluenti, tra gli altri i torreti Gambellato e Brasimone. (151) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 13 (1096 apr<strong>il</strong>e, Monte Cascioli), p. 28. (152) Ibidem, c<strong>it</strong>., Introduzione, p. VII. (153) R. PESCAGLINI MONTI, I conti Cadolingi, in I ceti dirigenti in Toscana, c<strong>it</strong>., p. 197. (154) KEHR, Italia Pontificia, III, Berlino 1908, p. 85. (155) MIGNE, Patrologia Latina. Paschalis II Gelasi II, Calixti II Romanorum pontificum epistolae et priv<strong>il</strong>egia, Parigi 1893, vol 163, p. 372. (156) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., Introduzione, p. IX. (157) Ibidem, c<strong>it</strong>., doc. n. 17 (1101 agosto 25, Mangona), p. 36. (158) RCP, Alto Medioevo, c<strong>it</strong>., doc. n. 60 (927 luglio 27, Carzia, in finibus Tuscie), p. 46. (159) U. STUTZ, Die Eigenkirche als Element des m<strong>it</strong>telalterlich-germanischen Kirchenrechts (esposizione programmatica), 23 ottobre 1894, Berlin 1895. Questo stato era spesso stab<strong>il</strong><strong>it</strong>o fin dalla fondazione, ma erano possib<strong>il</strong>i mutamenti, per l’estinzione della famiglia o donazioni. (160) W. KURZE, Monasteri e nob<strong>il</strong>tà nella Tuscia altomedievale, c<strong>it</strong>., p. 301. Nel periodo longobardo le fondazioni si riconnettevano per le donne alla necess<strong>it</strong>à «di garantire alle nub<strong>il</strong>i o alle vedove della famiglia una dotazione consona al loro stato». Il conte Winigis fonda nell’867 a Fontebona un abbazia dedicandola a san Salvatore (che diverrà poi l’abadia Berardenga). Come riportato nell’atto di fondazione, essa rappresentava la dotazione delle dame della famiglia. Ibidem, p. 305. (161) G. SERGI, L’aristocrazia della preghiera, c<strong>it</strong>., pp. 8-9. (162) W. KURZE, Monasteri e nob<strong>il</strong>tà nella Tuscia altomedievale, c<strong>it</strong>., p. 309. la pol<strong>it</strong>ica monastica di Ugo mirò a rafforzare i monasteri imperiali, onde farne dei centri organizzativi dei beni fiscali; pose alla loro guida abati esemplari per migliorare la v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale e l’immagine dell’ente, così da favorire le donazioni (p. 310). Anche <strong>il</strong> successore Bonifacio continuò questa pol<strong>it</strong>ica con la fondazione del monastero di San Salvatore di Fontana Taona, sull’Appennino pistoiese. (163) W. KURZE, Monasteri e nob<strong>il</strong>tà nella Tuscia altomedievale, c<strong>it</strong>., p. 314. (164) G. SERGI, L’aristocrazia della preghiera, c<strong>it</strong>., pp..20-23. (165) RCP, Alto Medioevo, c<strong>it</strong>., doc. n. 97 (982 luglio 31, Rossano), p. 80. Il vescovo di Fiesole pare detenere dir<strong>it</strong>ti sull’ente già nel 901, secondo un priv<strong>il</strong>egio dell’imperatore Ludovico: RCP, c<strong>it</strong>., doc. n. 56 (901 febbraio-marzo), p. 44. (166) Le carte della canonica della cattedrale di Firenze, c<strong>it</strong>., doc. n. 133 (1089 gennaio 23, Barberino) p. 327; doc n. 134 (1089 gennaio 23, Barberino), p. 329. (167) Cec<strong>il</strong>ia è infatti attestata come vivente a quanto si legge in un breve refutationis del 1135 (carte di Montepiano n. 56 (1135 dicembre 29, Guzzano), p. 108), mentre è già defunta secodo la carta n. 57 (1136 gennaio 13, Mangona), p. 109. (168) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 57 (1136 gennaio 13, Mangona), p. 109. (169) Ibidem, doc. n. 58 (1136 gennaio 13, Mangona), p. 111. (170) Ibidem, doc. n. 70 (1141 luglio 18, Casaglia), p. 133. Si tratta di un regesto tratto dallo «Spoglio delle pergamene dell’archivio Bardi», composto dal Casini (1767), forse dall’originale smarr<strong>it</strong>o. Sulle ragioni che portarono <strong>il</strong> fondo delle carte di Montepiano nell’archivio della famiglia Bardi e sulle vicente ad esso intervenute fino al nostro secolo si veda l’introduzione del Piattoli all’edizione delle carte del monastero. 105
(171) Ibidem, doc. n. 59 (1136 marzo 23, Mangona), p. 114. (172) Ibidem, doc. n. 116 (1154 settembre, prima del 24, Vernio), p. 227. (173) Regesta Chartarum Italiae, Regesto Volaterranum, cur. F. SCHNEIDER, Roma 1907, doc. n.171 (1150 settembre 3, Ugnano), p. 59. (174) Cfr. G. SERGI, L’aristocrazia della preghiera, c<strong>it</strong>. pp..13-17. (175) Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 149 (1168 gennaio 13, Cast<strong>il</strong>ione Valdipesa), p. 287. (176) Ibidem, doc. n. 189 (1184 settembre 9, Montepiano), p. 359. (177) Ibidem, doc. n. 58, c<strong>it</strong>.. (178) Ibidem, doc. n. 57, c<strong>it</strong>.. (179) R. PESCAGLINI MONTI, I conti Cadolingi, in I ceti dirigenti in Toscana, c<strong>it</strong>., p. 192 (180) Regesta Chartarum Pistoriensium, Alto medioevo, c<strong>it</strong>., n. 59 (923 settembre, Pistoia), p. 46 (181) Storia di Pistoia, I,c<strong>it</strong>., pp.. 156-157. (182) Ibidem, I,c<strong>it</strong>., pp.. 204-205. (183) Ibidem, p. 193. (184) Ibidem, p. 194. (185) RCP, S. Zenone, n. 78 (961 febbraio, Pistoia) p. 63. RCP, S. Zenone, n. 72 (953 marzo, Pistoia) p. 56; n. 72 (953 marzo, Pistoia) p. 56. (186) N. RAUTY, Storia di Pistoia, I, c<strong>it</strong>., pp. 211-13. (187) Ibidem, pp. 206-207. A Pescia è testimoniata una curtis di loro proprietà dal tempo di Teudicio (I), fratello di Cunerado. (188) R. PESCAGLINI MONTI, c<strong>it</strong>., p. 197. (189) Di lui parla anche Rangerio, in MGH, SS, XXX/2, V<strong>it</strong>a metrica... pp.. 1152-1307;. (190) R. DAVIDSOHN, Forschungen zur älteren Geschichte von Florenz, I, p. 79. (191) N. RAUTY, Storia di Pistoia, I, c<strong>it</strong>., p. 206. (192) R. PESCAGLINI MONTI, I conti Cadolingi, c<strong>it</strong>., p. 201-202 (193) ASL, Dono Gamurrini, 1113 febbraio 18. Tutti gli studiosi sono concordi nell’accettare <strong>il</strong> 13 febbraio come giorno della morte dell’ultimo Cadolingio (Cfr. R. PESCAGLINI MONTI, I conti Cadolingi, c<strong>it</strong>., p. 203). Ma se <strong>il</strong> testamento fu scr<strong>it</strong>to <strong>il</strong> 18 febbraio, come vorrebbe la data della carta («duodecimo kalendas martii»), le ultime volontà non sarebbero state scr<strong>it</strong>te in punto di morte, ma dopo la morte. A patto di non rimettere in discussione <strong>il</strong> giorno del decesso... (194) ASL, Dono Gamurrini, 1113 febbraio 18. (195) Ibidem, p. 202. (196) ASL, Altopascio, 1113 febbraio 20, Fucecchio. (197) Le carte del monastero di Santa Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 36 (1120 febbraio, Vernio), p. 72. (198) ASS, Diplomatico, Archivio Generale, (1117 settembre, Mangona). La carta è molto logora e consunta: la scr<strong>it</strong>tura risulta evan<strong>it</strong>a in più punti e la pergamena si è sfaldata, perdendo <strong>il</strong> primo strato, che recava la scr<strong>it</strong>tura. (199) ASS, Diplomatico, Archivio Generale, (1103 gennaio 1, Tasioco) (200) ASS, Diplomatico, Archivio Generale, (1171 settembre 27, San Gavino Adimari). (201) R. PIATTOLI, Miscellanea diplomatica (III), in «Bullettino Storico Italiano e Archivio Muratoriano», n.51 (1936), pp. 105-128. (202) G. TABACCO, L’allodial<strong>it</strong>à del potere nel medioevo, in «Studi medievali» serie III, XI/2 (1970). (203) Le carte del monastero di Santa Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 56 (1135 dicembre 29, Guzzano), p. 108. (204) Ibidem, doc. n. 174 (1176 ottobre, Terenzana) pp. 332-336. (205) Ibidem, doc. n. 175 (1176 ottobre, Montepiano), pp. 336-337. (206) Ibidem, doc. n. 212 (1192 gennaio 18, Montepiano), p. 395. (207) Le carte del monastero di Santa Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., doc. n. 154 (1171 marzo, Montepiano), p. 298 106
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