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<strong>il</strong>i.<br />
La malta con cui cementare i blocchi, sempre ben squadrati e imp<strong>il</strong>ati secondo<br />
schemi a incastro che ne irrobustiscono la struttura, è prodotta anch’essa nelle<br />
immediate vicinanze proprio grazie alla presenza di sufficiente legname boschivo<br />
necessario ad alimentare le fornaci provvisorie di cottura. Al loro interno, secondo<br />
una tecnica già in uso da secoli ed esportata un pò dappertutto in segu<strong>it</strong>o alle colonizzazioni<br />
romane, veniva collocato <strong>il</strong> materiale base, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da calcari alberesi<br />
quanto mai abbondanti all’interno dei terreni arg<strong>il</strong>losi che venivano così, anche in<br />
tal modo, dissodati e resi disponib<strong>il</strong>i per pascoli o colture. Ancora oggi, in molte<br />
local<strong>it</strong>à del nostro Appennino si possono rinvenire resti di questo tipo di fornace,<br />
datab<strong>il</strong>e in genere non al periodo medioevale ma al XVI-XVII secolo, a testimonianza<br />
di quanto fosse comune questa tecnologia e per quanto tempo se ne è fatto<br />
adeguatamente uso (5).<br />
Il legname, inoltre, doveva cost<strong>it</strong>uire un’altra importante componente dell’infrastruttura<br />
fortificata come è dimostrato dalle numerose fer<strong>it</strong>oie di appoggio di<br />
travature e palificazioni, alcune delle quali, come ad esempio a Rocca Cerbaia e<br />
Civ<strong>it</strong>ella, ancora ben visib<strong>il</strong>i.<br />
Tutti i ruderi dei castelli o torrioni che abbiamo documentato presentano un’altra<br />
caratteristica comune: sembrano essere stati devastati e distrutti. Le loro rovine,<br />
cioè, più che essere state causate da crollo sembrano aver sub<strong>it</strong>o un vero e proprio<br />
processo di demolizione. Probab<strong>il</strong>mente a ciò potrebbe non essere estraneo anche<br />
un tentativo di recupero di materiali da costruzione effettuato, in tempi coevi o successivi,<br />
dalla popolazione locale che poi lo ha impiegato per costruire le case di<br />
borgate lim<strong>it</strong>rofe che, oltre ad aver ered<strong>it</strong>ato le pietre del castello, ne hanno anche,<br />
in alcuni casi, ripreso <strong>il</strong> nome. Un esempio in tal senso potrebbe essere quello della<br />
borgata di Castiglione, detta <strong>il</strong> Castellaccio, ai piedi dell’antico castello.<br />
È da notare, inoltre, che mentre alcuni toponimi si sono conservati fino ai nostri<br />
giorni, altri non sono fac<strong>il</strong>mente identificab<strong>il</strong>i con local<strong>it</strong>à che sono documentate<br />
negli scr<strong>it</strong>ti di epoca medioevale. Poiché, inoltre, la maggior parte delle strutture è<br />
quasi completamente rasa al suolo o sepolta, salvo rare eccezioni, e quel poco che<br />
rimane spesso, a prescindere da scavi archeologici che non ci risultano siano stati<br />
effettuati, è problematica nella lettura della sua estensione e conformazione, le<br />
descrizioni che seguono non possono aver altro carattere che quello di un semplice<br />
resoconto superficiale conseguente ad un sopralluogo “in s<strong>it</strong>o”.<br />
In quanto alla differenziazione dei termini tra “castello”, “rocca” e “torre”, <strong>il</strong><br />
cr<strong>it</strong>erio usato è quello di seguire semplicemente un cr<strong>it</strong>erio di definizione “locale”<br />
senza entrare nel mer<strong>it</strong>o della consistenza che rapporta <strong>il</strong> termine alle strutture che<br />
esso sintetizza, come invece hanno fatto altri autori che hanno paragonato insediamenti<br />
diversi sia come appartenenza feudale che come dislocazione<br />
geografico-ambientale.<br />
Generalmente, comunque, è sembrato evidenziarsi, durante <strong>il</strong> censimento, che,<br />
salvo in alcuni rari casi, tutti i manufatti esaminati fossero di estensione modesta.<br />
R<strong>it</strong>eniamo infine ut<strong>il</strong>e precisare che <strong>il</strong> termine “castello” sia sinonimo di “rocca”<br />
per quanto concerne <strong>il</strong> contenuto urbanistico-arch<strong>it</strong>ettonico, differenziandosi invece<br />
solo per la sua posizione strategica. Cioé, se questa posizione era praticamente isolata,<br />
e quindi più inaccessib<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> “castello” si identificava più frequentemente con<br />
<strong>il</strong> termine “rocca”. Esempi evidenti sono la Rocca di Cerbaia, la Rocca di Vernio<br />
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