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dominio degli Alberti non avrebbe più posseduto caratteristiche signor<strong>il</strong>i, ma precipuamente<br />

feudali, in quanto essi riconoscevano l’alta sovran<strong>it</strong>à (più verbale che nei<br />

fatti) di Federico Barbarossa. I conti non avrebbero quindi più dovuto disporre di<br />

beni e dir<strong>it</strong>ti come di elementi del proprio allodio, nel modo in cui finora sovente<br />

avevano fatto. Erano entrati a far parte della gerarchia che <strong>il</strong> sovrano intendeva<br />

ist<strong>it</strong>uire per <strong>il</strong> controllo terr<strong>it</strong>oriale. Questo disegno si fece ben preciso quando a<br />

ricoprire la carica di arcicancelliere d’Italia venne chiamato Rainaldo di Dassel, ma<br />

ciò avvenne dopo l’emissione di questo diploma: nel 1155 arcicancelliere era ancora<br />

Arnoldo arcivescovo di Colonia.<br />

Il piano di riorganizzazione del regno concep<strong>it</strong>o da Rainaldo di Dassel dopo<br />

Roncaglia si avvaleva di «podestà e castellani di nomina imperiale, coadiuvati da<br />

una gerarchia di funzionari da essi dipendenti, variamente coordinando burocrazia,<br />

feudal<strong>it</strong>à e condizioni di priv<strong>il</strong>egio delle c<strong>it</strong>tà amiche» (26). In Toscana le c<strong>it</strong>tà furono<br />

fortemente lim<strong>it</strong>ate, pur conservando in genere la libertà di eleggere propri consoli.<br />

L’autor<strong>it</strong>à delle magistrature rimaneva però circoscr<strong>it</strong>ta alla c<strong>it</strong>tà ed al suburbio, <strong>il</strong><br />

governo del contado era affidato a «funzionari imperiali di vario ordine e grado» (27).<br />

Il diploma del 1155 fu quindi concep<strong>it</strong>o da parte del sovrano per favorire l’apertura<br />

di un canale priv<strong>il</strong>egiato con una forte famiglia di rango com<strong>it</strong>ale. Gli Alberti, che<br />

attraversavano un momento particolare, si videro rafforzati e favor<strong>it</strong>i da tale riconoscimento,<br />

nel quale tuttavia manca l’elenco delle local<strong>it</strong>à del com<strong>it</strong>atus che<br />

l’imperatore riconobbe alla famiglia, elenco che invece sarà presente nella carta del<br />

1164. Non è da escludersi che nel 1155 vi fu un primo approccio tra <strong>il</strong> Barbarossa e<br />

gli Alberti, che aderirono alla linea del sovrano, e di conseguenza nel 1164 furono<br />

destinatari di una concessione assai ampia, pur nei lim<strong>it</strong>i che evidenzieremo.<br />

Poco dopo l’imperatore tornò in Germania, ma era già nell’aria un suo r<strong>it</strong>orno in<br />

Italia, in primo luogo per contrastare la potenza m<strong>il</strong>anese, r<strong>it</strong>enuta principale artefice<br />

dei disordini nella pianura padana. Nel 1158 Federico discese nuovamente e,<br />

forte di un contingente m<strong>il</strong><strong>it</strong>are più numeroso rispetto alla prima venuta, riuscì a far<br />

cadere M<strong>il</strong>ano, alla quale vennero imposte pesanti condizioni (28).<br />

Il diploma federiciano del 1164<br />

Il diploma imperiale del 1164 è senza ombra di dubbio <strong>il</strong> documento albertesco<br />

maggiormente conosciuto dagli studiosi. Molti hanno fondato le proprie congetture<br />

sull’ent<strong>it</strong>à del patrimonio della casata su quello scr<strong>it</strong>to, ma appare doverosa una più<br />

attenta analisi, in quanto emerge la necess<strong>it</strong>à di confrontare <strong>il</strong> diploma con altre<br />

tipologie di fonti, onde esaminare l’effettivo peso delle attribuzioni ivi contenute.<br />

Relativamente numerose sono le copie del diploma che si conservano negli archivi<br />

<strong>it</strong>aliani ed esteri ed ancor più numerose si presentano le edizioni che della carta sono<br />

state effettuate negli ultimi secoli. L’originale sembra perduto, almeno al livello<br />

attuale delle ricerche. La copia più antica è conservata presso l’archivio di stato di<br />

Siena e risale al XIII secolo.<br />

Il pratese Cosimo di Lorenzo Cicognini, detto l’Accademico Agghiacciato, fu<br />

autore di un Opuscolo cronicale della Nob<strong>il</strong>tà di Prato in Toscana (29). Si interessò<br />

pure dei conti Alberti e nello specifico del diploma imperiale di cui andiamo trattando.<br />

Il centro dell’attenzione nella sua opera era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o tuttavia da Prato e non dai<br />

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