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Interno della cannoniera (casamatta o camera di volata) con gli alloggiamenti per cannoni (XVI sec.)<br />

zone di Ventura. Per ironia della sorte quel Ser Giacomo difenderà in tribunale i<br />

dir<strong>it</strong>ti feudali della Contessa Caterina degli Alberti su quelle terre contro le pretese<br />

di Bologna.<br />

Bologna istruisce un processo contro questi ladroni nob<strong>il</strong>eschi; vi si presenta<br />

solo <strong>il</strong> fratello di Antonio, <strong>il</strong> conte Alberto, che ordinatamente e con sott<strong>il</strong>e dialettica<br />

sostiene l’incompetenza del tribunale bolognese su quelle terre che i loro avi<br />

ebbero ab imperiali magestate e con esse <strong>il</strong> merum et iustum imperium et pleni<br />

gladii potestate e perciò sono essi, gli Alberti, che devono giudicare e non possono<br />

subire violenza da nessuno: che gli uomini e le cose delle loro terre sono loro proprietà<br />

e ne fanno quello che vogliono.<br />

Questo era <strong>il</strong> concetto feudale di “sovran<strong>it</strong>à” e i conti Antonio e Alberto difendendolo,<br />

hanno coscienza di difenderlo da usurpatori...”<br />

Come precedentemente accennato, <strong>il</strong> rancore latente sempre presente all’interno<br />

della famiglia albertesca, assunse spesso toni violenti fino a sfociare in una vera e<br />

propria lotta fratricida. Esemplare, nella descrizione di questo clima “fam<strong>il</strong>iare” è <strong>il</strong><br />

brano che riportiamo, sempre tratto da Guidotti (3):<br />

“I conti Antonio, Francesco e Alberto, fratelli e figli del conte Giovanni degli<br />

Alberti di Mangona signori feudatari imperiali per antica infeudazione fatta<br />

dall’imperatore Federico I nel 1164 ai loro avi, di Bruscoli e di molte altre terre al<br />

di qua e al di là degli Appennini, erano, sulla fine del Trecento, mortalmente nemici<br />

tra loro, divisi per interessi economici, per passioni pol<strong>it</strong>iche (c’è chi parteggiava<br />

per Firenze, chi per Bologna) e per smania dell’uno di primeggiare sull’altro.<br />

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