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Capugnano, del torrente S<strong>il</strong>la, della Dardagnola, del monte Moscheta, del torrente<br />
Leo e di Gaggio Montano (14). Il diploma di Ottone III del 998 in favore del vescovo<br />
di Pistoia, che già abbiamo ricordato, attribuirebbe invece alla giurisdizione di quel<br />
presule la pieve di Lizzano e forse la corte di Camugnano (Cumugnanum), oltre che<br />
una corte nel Mugello (15). La zona più a nord era di pertinenza modenese, come<br />
risulta dal Plac<strong>it</strong>o di Cinquanta dell’898 risulta che una serie di local<strong>it</strong>à oggi bolognesi<br />
rientravano sotto <strong>il</strong> controllo del conte di Modena: Crespellano, Brento,<br />
Monteveglio, Linare (tra Savignano e Bazzano), Colina (San Lorenzo in Collina)<br />
(16).<br />
Il confine diocesano di Bologna si sarebbe spinto, almeno alla fine del IX secolo,<br />
al fiume Santerno. In un documento dell’891 è c<strong>it</strong>ata una iudiciaria<br />
comprendente Monte Cerere, Brento, Gesso (questa local<strong>it</strong>à si trova in realtà ad<br />
ovest del Santerno) e Barbarolo, e pare verosim<strong>il</strong>e che tale un<strong>it</strong>à amministrativa<br />
fosse compresa in una sola diocesi (17). Il pago Bretense appare testimoniato in un<br />
documento dell’831 e comprendeva nella sua giurisdizione Muniano e la sorte Av<strong>it</strong>iatica,<br />
che corrisponderebbero agli odierni centri di Mugnano e Vizzano, sulle<br />
ultime propaggini appenniniche a nord della confluenza del Setta in Reno (18).<br />
Nel medio versante si trovavano anche proprietà fondiarie del vescovo modenese:<br />
<strong>il</strong> casale Bazano, Ulmido e l’oratorio di sant’Apollinare di Stagnano; <strong>il</strong> vescovo<br />
li concesse in livello nell’879 (19). L’«oratorium S. Apollinaris in Stagnano», oggi<br />
Montebudello (20), era stato ceduto alla chiesa di Modena da Ludovico <strong>il</strong> Pio nell’812<br />
ed era s<strong>it</strong>uato infra «iudicaria Montebelliensi» (21).<br />
Nel secolo seguente, e precisamente nel 969, Ottone I tenne una seduta arb<strong>it</strong>rale<br />
su una vertenza confinaria tra le diocesi di Bologna e Modena (22). Le prime<br />
deposizioni furono quelle degli uomini di Semelano e P<strong>it</strong>igliano; parlarono poi<br />
quelli di Monteveglio, ma <strong>il</strong> documento è in<strong>completo</strong>. Sembra comunque che la<br />
linea di confine corresse dal Corno alle Scale, al Monte Belvedere, quindi a Sassomolare<br />
(23).<br />
Il terr<strong>it</strong>orio soggetto al presule bolognese doveva giungere almeno sino al<br />
displuvio appenninico, in linea di massima. Nel 1057, ad esempio, l’abate del monastero<br />
di Fontana Taona, desiderando edificare una chiesa a Fossato, prese accordi<br />
con l’arciprete della pieve di Succida, nel cui terr<strong>it</strong>orio si trovava Fossato; quest’ultimo<br />
promise che avrebbe procurato l’assenso del vescovo di Bologna:<br />
evidentemente la zona rientrava nella sua giurisdizione (24). Nel 1080 tali Alfredo e<br />
Bernardo, di Casio, commutarono un lungo periodo di pen<strong>it</strong>enza con la donazione<br />
a Fontana Taona delle decime di tutti i loro averi. È <strong>il</strong> vescovo di Bologna autore<br />
della concessione (25). E nel 1137 è sempre <strong>il</strong> vescovo bolognese Enrico che conferma<br />
le decime concesse dal suo predecessore (26). Nel 1118 <strong>il</strong> vescovo V<strong>it</strong>tore<br />
concesse a Fontana Taona la chiesa e l’ospizio di San Michele di Bombiana, oggetto<br />
di una donazione di Mat<strong>il</strong>de di Canossa nel 1098, e presso <strong>il</strong> quale aveva sostato<br />
anche l’imperatore Enrico V (27). Il terr<strong>it</strong>orio di pertinenza del presule bolognese si<br />
spingeva anche oltre <strong>il</strong> displuvio appenninico e comprendeva, almeno nel XIV secolo,<br />
le chiese di Pavana, Torri, Monticelli, Fossato, Treppio, Moscacchia, nel<br />
terr<strong>it</strong>orio della pieve di Succida. Questa zona, che fu teatro di aspre contese tra i<br />
comuni di Bologna e Pistoia nel corso del Duecento, rimase nella diocesi di Bologna<br />
fino al 1784, quando un provvedimento papale riordinò le giurisdizioni pievane tra<br />
Toscana ed Em<strong>il</strong>ia, provvedimento che interessò anche Bruscoli, possedimento<br />
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