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di Bianello, a quanto pare, Mat<strong>il</strong>de veniva tuttavia reintegrata dei poteri delegati e<br />

feudali, avendo riconosciuto la sovran<strong>it</strong>à eminente dell’imperatore (7). In Toscana<br />

Pisa, Lucca e Firenze si sottomisero al sovrano (8). Da questi eventi si cominciarono<br />

a delineare gli schieramenti che per tutto <strong>il</strong> secolo contrapposero Pisa e Lucca, sostenute<br />

dai rispettivi alleati. Gli Alberti si schierarono con Pisa dalla parte del sovrano,<br />

secondo una linea che si r<strong>il</strong>eva costante per tutto <strong>il</strong> secolo ed oltre; linea che porterà,<br />

come vedremo, ai riconoscimenti del 1155 e del 1164.<br />

Federico Barbarossa<br />

Figlio di un Hohenstaufen e di una principessa guelfa, Giud<strong>it</strong>ta di Baviera, venne<br />

eletto re nel 1152. L’anno seguente progettò la prima discesa in Italia, spinto da<br />

molteplici ragioni: l’egemonia di M<strong>il</strong>ano in Lombardia, la successione nel regno<br />

normanno, di Guglielmo I al padre Ruggero II, la necess<strong>it</strong>à di recarsi a Roma per<br />

cingere la corona imperiale. Scese verso <strong>il</strong> Lazio attraversando <strong>il</strong> Piemonte, poi<br />

minacciò M<strong>il</strong>ano che non gli aveva tributato <strong>il</strong> fodro; si trattenne quindi a Bologna,<br />

ove incontrò i maestri dello Studio (alcuni dei quali coopereranno pochi anni dopo<br />

alla stesura del documento di Roncaglia); giunse poi a Sutri (9). Nel giugno venne<br />

incoronato a Roma. Dopo aver consegu<strong>it</strong>o la corona imperiale r<strong>it</strong>ornò nuovamente<br />

in Germania, in quanto le esigue dimensioni del contingente m<strong>il</strong><strong>it</strong>are che lo accompagnava<br />

non gli permettevano di<br />

intervenire con la dovuta efficacia<br />

nelle vicende <strong>it</strong>aliane.<br />

È questo <strong>il</strong> panorama generale<br />

entro cui s’inquadra l’emissione del<br />

primo diploma del Barbarossa a favore<br />

della stirpe albertesca, emanato insieme<br />

ad altri riconoscimenti a c<strong>it</strong>tà,<br />

signori, enti ecclesiastici; provvedimenti<br />

di cui si rinviene l’eco anche<br />

Monogramma federiciano<br />

nella Storia che Ottone Morena scrisse<br />

delle gesta del sovrano: «Frattanto,<br />

quando re Federico partì da Tortona,<br />

diretto allora a Roma, molti castelli e<br />

principi di Lombardia, Toscana e<br />

Romagna gli si sottomisero» (10). Emerge come <strong>il</strong> Morena legga gli accadimenti<br />

secondo la pubblicistica f<strong>il</strong>oimperiale, in quanto parla di sottomissioni. In realtà <strong>il</strong><br />

sovrano neo-eletto riceveva certamente l’omaggio di una lunga serie di soggetti<br />

pol<strong>it</strong>ici, ma sovente a queste segu<strong>it</strong>avano concessioni piuttosto ampie, che inficiavano<br />

permanentemente le sue potestà giurisdizionali. Del resto «la storia scr<strong>it</strong>ta dai<br />

Morena doveva essere la storia del riscatto di Lodi dalle vessazioni dei M<strong>il</strong>anesi, del<br />

r<strong>it</strong>orno ad un ordinato viver sociale e c<strong>it</strong>tadino garant<strong>it</strong>o dal naturale e leg<strong>it</strong>timo<br />

signore supremo, l’imperatore» (11).<br />

Il problema non era nuovo. Il prim<strong>it</strong>ivo assetto feudale era stato fortemente compromesso<br />

già durante <strong>il</strong> periodo carolingio, in quanto i fideles avevano proceduto<br />

verso l’ered<strong>it</strong>arietà di t<strong>it</strong>oli e cariche e di pari passo verso l’allodial<strong>it</strong>à del beneficio,<br />

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