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fino all’inizio del XIII secolo, c<strong>it</strong>., c. tra p. 190 e 191.<br />

(62) R. FANTAPPIÈ, Le carte della propos<strong>it</strong>ura di S. Stefano, c<strong>it</strong>. doc. n. 25, 1075 marzo, . 54; doc. n. 30, 1078<br />

agosto 31 p. 65. Nel primo documento Albertus (I) comes f<strong>il</strong>ius bone memorie Ildibrandi qui fu<strong>it</strong> <strong>it</strong>e comens<br />

allivella alcune terre a tal V<strong>it</strong>ale figlio di Glariza, ma in questo caso <strong>il</strong> riferimento è al padre già deceduto.<br />

Nell’atto del 1078 i fratelli Alberto et Ildebrando germani com<strong>it</strong>i f<strong>il</strong>ii bone memorie Alberti comex eserc<strong>it</strong>ano<br />

<strong>il</strong> controllo eminente in un atto di vend<strong>it</strong>a. Si tratta dei figli di Alberto I, Alberto (II) e Ildebrando (III), che<br />

abbiamo detto essere autore dei conti di Capraia.<br />

(63) M. L. CECCARELLI LEMUT I conti Alberti in Toscana fino all’inizio del XIII secolo, c<strong>it</strong>., p. 180 e nota<br />

3. Sul monastero di Fontana Taona si vedano i seguenti contributi. M. PANCONESI, San Salvatore di Fontana<br />

Taona. Origini vicende e tramonto di un’abbazia benedettina, in «Eclissi di Luna», a. II (1993), n.1, pp. 11-15<br />

e a. II (1993), n. 2, pp. 13-18. CENCETTI, Alcune “notizie dorsali pistoiesi”, in Studi in onore di R. F<strong>il</strong>angieri,<br />

Napoli 1959; BRUNI, Le carte del secolo XI dell’Abbazia di S. Salvatore di Fontana Taona, in BSP, LXVIII<br />

(1966) n. 22 pp. 98-107; CECCHINI BIANCHI, Le carte del secolo XII dell’Abbazia di S. Salvatore di Fontana<br />

Taona, in BSP, LXIX (1967) pp. 41-48 e 99-117. E. REPETTI, Appendice al Dizionario..., c<strong>it</strong>., p. 12, c<strong>it</strong>a<br />

la donazione, ma effettuata non nel 1008, bensì nel 1004.<br />

(64) M. L. CECCARELLI LEMUT I conti Alberti in Toscana fino all’inizio del XIII secolo, c<strong>it</strong>., p. 181 e nota<br />

4.<br />

(65) Ibidem, p. 181, sulla base di P. FOSCHI, La famiglia dei conti di Panico, una signoria feudale fra Toscana<br />

ed Em<strong>il</strong>ia, c<strong>it</strong>., pp. 3-22, in part. p. 5.<br />

(66) Guido, nell’albero genealogico della Lazzari, ha sì un figlio di nome Alberto, ma non appartiene al gruppo<br />

defin<strong>it</strong>o dei conti di Panico. T. LAZZARI, “Com<strong>it</strong>ato” senza c<strong>it</strong>tà, c<strong>it</strong>., albero genealogico a p. 79.<br />

(67) M. L. CECCARELLI LEMUT I conti Alberti in Toscana fino all’inizio del XIII secolo, c<strong>it</strong>., p. 181. Anche<br />

questi personaggi, tuttavia, mostrano affin<strong>it</strong>à genealogiche con i vari Alberto e Guido di cui alla nota precedente.<br />

(68) P. FOSCHI, La famiglia dei conti di Panico, una signoria feudale fra Toscana ed Em<strong>il</strong>ia, c<strong>it</strong>., p. 9; Regesta<br />

Chartarum Italiae (2), Regesto di Camaldoli, cur. L. SCHIAPPARELLI, F. BALDASSERONI, I, Roma<br />

1907, n. 620 p. 256. Anche Rauty ricollega alla progenie albertesca questo gerardo, attestato tra 1067 e 1080,<br />

legato al castello di Piuvica. Cfr. N. RAUTY, Storia di Pistoia, I, c<strong>it</strong>., p. 279.<br />

(69) Ibidem, p. 2.<br />

(70) M. L. CECCARELLI LEMUT I conti Alberti in Toscana fino all’inizio del XIII secolo, c<strong>it</strong>., p. 180.<br />

(71) T. LAZZARI, Ist<strong>it</strong>uzioni e gruppi dominanti a Bologna nell’XI sec., c<strong>it</strong>., albero genealogico a p. 79.<br />

(72) Già <strong>il</strong> Palmieri aveva r<strong>it</strong>enuto che gli Alberti «non derivarono alcuna parentela dai Conti di Bologna, che<br />

governarono terre comprese nell’Esarcato e furono di schiatta romana»: A. PALMIERI, La montagna bolognese<br />

del Medio Evo, Bologna 1929, p. 54.<br />

(73) R. FANTAPPIÈ, Le carte della propos<strong>it</strong>ura di S. Stefano, c<strong>it</strong>.. L’arco cronologico delle attestazioni albertesche<br />

va dal doc. n. 7, 1045 maggio, p. 16 al doc. n. 160, 1146 novembre, p. 324.<br />

(74) Regesta Chartarum Italiae, Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano (1000-1200), a cura di R.<br />

PIATTOLI, Roma 1942, docc. n. 57, 58.<br />

(75) SOLDANI FEDELE, Albero et Istoria della famiglia de’ Conti di Marsciano; Roma 1667; p. 5. Le carte<br />

del monastero di S. Maria di Montepiano, c<strong>it</strong>., p. 44, in data 22 dicembre 1107: Ego Ugo comes f<strong>il</strong>ius quondam<br />

Ugonis com<strong>it</strong>is, qui professus sum ex natione mea lege vivere Langobardorum.<br />

(76) Nel 1177 Ciottolo, signore di Bargi, com<strong>it</strong>atus Pistoriensis (oggi in provincia di Bologna), dona alla cattedrale<br />

di San Zenone di Pistoia una pezza di terra entro i confini del suo castello. Cfr. Q. SANTOLI, Liber<br />

censuum Comunis Pistorii, c<strong>it</strong>., doc. n. 3 (1177 novemre 24), pp. 2-3. Il terr<strong>it</strong>orio pistoiese vede una doppia<br />

distrettuazione: <strong>il</strong> com<strong>it</strong>atus e la iudicaria. Si è pensato a due sfere distinte; <strong>il</strong> com<strong>it</strong>atus avrebbe sotteso l’amministrazione<br />

civ<strong>il</strong>e e avrebbe interessato un terr<strong>it</strong>orio meno ampio, la iudicaria, invece, avrebbe compreso un<br />

terr<strong>it</strong>orio più ampio, fino al corso del Setta nel bolognese e avrebbe avuto carattere di amministrazione giudiziaria.<br />

Tuttavia recenti studi hanno messo in luce l’insostenib<strong>il</strong><strong>it</strong>à di questa teoria. Cfr. A. BENATI, La zona<br />

montana tra Reno e Setta, c<strong>it</strong>. p. 51.<br />

(77) A Guzzano è testimoniata nel 1135 una curia Com<strong>it</strong>is Noteiova nec non sue coniugis com<strong>it</strong>isse Cec<strong>il</strong>ie. Cfr<br />

Regesta Chartarum Italiae (30), Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano (1000-1200), cur. R. PIAT-<br />

TOLI, Roma 1942, doc. n. 56 p. 108, 1135 dicembre 29, Guzzano. Riguardo alle attestazioni della iudicaria<br />

Pistoriensis all’interno della diocesi di Bologna, si veda: Le carte del monastero di S. Maria di Montepiano,<br />

c<strong>it</strong>., in particolare i docc. 1,2,4,7,9,12.<br />

(78) A. PALMIERI, Un probab<strong>il</strong>e confine dell’esarcato di Ravenna nell’Appennino bolognese (Montovolo-<br />

Vimignano), Bologna 1913.<br />

(79) P. FOSCHI, La famiglia dei conti di Panico: una mancata signoria interregionale. in Comun<strong>it</strong>à rurali e<br />

potere signor<strong>il</strong>e, c<strong>it</strong>., p. 72. Nel diploma imperiale destinato ai conti di Panico nel 1221 si riconoscono loro le<br />

local<strong>it</strong>à di Montacuto Ragaza (Monteacuto Ragazza) e Rocha de subtus de Conflenti. le medesime local<strong>it</strong>à si<br />

trovano nella lettera sped<strong>it</strong>a da Onorio III nel 1220 al conte Alberto di Mangona.<br />

(80) A. BENATI, Possessi e dir<strong>it</strong>ti feudali del vescovo di Bologna nella montagna, in Signori feudali e comun<strong>it</strong>à<br />

appenniniche nel medioevo, c<strong>it</strong>. p. 33. Cfr. anche N. RAUTY, Storia di Pistoia, I, Dall’alto medioevo<br />

all’età precomunale 406-1105, Firenze 1988, pp. 46-50 e 80-83.<br />

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