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tina) era al centro di un<br />

importante sistema di fortificazioni.<br />

Con la vend<strong>it</strong>a,<br />

da parte degli Alberti, della<br />

Rocca Cerbaia, Montauto<br />

entrò a far parte (assieme<br />

a Cerbaia, Gricigliana ed<br />

Usella) della nuova comun<strong>it</strong>à<br />

della Repubblica<br />

Fiorentina (1384), come<br />

appare anche dagli Statuti<br />

di Firenze del 1415.<br />

169 Montauto castello<br />

cessione (VI)<br />

Al tempo in cui acqui-<br />

Castello di Montauto: le mura del Torrione<br />

stò <strong>il</strong> castello di Cerbaia<br />

dal conte Niccolò, la<br />

Repubblica Fiorentina<br />

"ricevé in raccomandato <strong>il</strong><br />

di lui fratello C. Pazzino del fu conte Aghinolfo di Mangona coi suoi figlioli e<br />

discendenti insieme col castello, terr<strong>it</strong>ori e uomini di Montaguto di Val Bisenzio, a<br />

condizione che estinta la discendenza del conte Pazzino, <strong>il</strong> castello di Montaguto, si<br />

riunisse al dominio e contado fiorentino. La qual riunione si effettuò poi nel 1382<br />

per via di compra fattane dalla Signoria di Firenze”<br />

(Da: Guida al terr<strong>it</strong>orio della Comun<strong>it</strong>à montana Val Bisenzio e Montemurlo Alto, Ediz. Graphic Promotion,<br />

Firenze 1994).<br />

“La consegna dei castelli di Vernio e Mangona a Piero dei Bardi avvenne nel<br />

1335 (REPETTI, Diz. geogr. della Toscana), data dalla quale comincia nei Bardi la<br />

Signoria su quei luoghi, acquistata per compera liberamente fattane, cessando così<br />

nella linea degli Alberti di Alessandro, ogni dominazione su quei castelli, che nella<br />

Valle del Bisenzio gli erano rimasti.<br />

Circa al medesimo tempo, o poco prima nella Signoria di Cerbaia e Monteaguto,<br />

era succeduto al suo padre Orso <strong>il</strong> Conte Aghinolfo, riunendo sempre sotto di sé<br />

i due castelli: morto lui gli succederono due suoi figli, Nicolao e Pazzino; a Nicolao<br />

toccò Cerbaia, a Pazzino Montaguto.<br />

La Repubblica fiorentina però decisa a voler scemare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e le diverse<br />

Signorie in cui si divideva ancora la Toscana, rivolse <strong>il</strong> suo animo a render suoi<br />

anche i castelli di Cerbaia e Montaguto. Prof<strong>it</strong>tò dell’occasione che porsele <strong>il</strong> Conte<br />

Nicolao Alberti di metterlo al bando, avendo esso ucciso un c<strong>it</strong>tadino fiorentino nel<br />

1361 (VILLANI MATTEO, Cronache, Libro X; AMMIRATO S. Stor. fior., Libro II).<br />

Non volendo però sulle prime venire ad aperta ost<strong>il</strong><strong>it</strong>à col Conte, trattò con esso<br />

della compra del suo castello, che le diveniva molto ut<strong>il</strong>e, per tenere con quello,<br />

fortemente mun<strong>it</strong>o, a dovere i Conti Bardi, già divenuti potenti nella Signoria da essi<br />

acquistata. Il Conte Nicolao però ne chiese in compenso la forte somma di fiorini<br />

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