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La Chiesa Vecchia di Castiglione dei Pepoli, primo<br />

fulcro della v<strong>it</strong>a religiosa del paese, prima dei<br />

recenti restauri<br />

nella documentazione coeva, dal<br />

castello di Mangona, già possesso<br />

cadolingio, nel quale proprio la carta<br />

che abbiamo esaminato ci conferma<br />

l’esistenza di un «palatio», peraltro già<br />

attestato nel secolo precedente.<br />

Nel 1232 Il conte Alberto figlio del<br />

fu conte Alberto da Mangona donò al<br />

monastero di Montepiano, nella persona<br />

dell’abate «Benassai» «totum quod<br />

sibi pertinet in loco qui dic<strong>it</strong>ur Vechiete»<br />

(49). Il Poggio delle Vecchiette si<br />

trova in terr<strong>it</strong>orio di Camugnano, ma<br />

poco distante da Castiglione dei Pepoli,<br />

a cui sembra alludere un elemento<br />

dei confini: «a secundo latere Crocicchie»,<br />

le Crocicchie, oggi poche case<br />

nei pressi di Castiglione. La donazione<br />

si effettuò «salvo iure hominum de<br />

Mognone [forse Mogone] que ibi laborant».<br />

I conti continuano ad operare<br />

secondo gli schemi che erano stati<br />

propri dell’aristocrazia dei secoli precedenti,<br />

quando questi modelli<br />

sembrano ormai avviati verso un’inesorab<strong>il</strong>e<br />

crisi. Sul tramonto delle<br />

aristocrazie, delle signorie terriere tuttavia<br />

sarebbe necessario soffermarsi<br />

maggiormente. Abbiamo sollevato già<br />

alcuni dubbi sui quadri che spesso vengono<br />

tracciati sul declino di queste<br />

famiglie. Mutamenti ve ne furono, è<br />

inut<strong>il</strong>e dirlo. Tabacco si mostrò cr<strong>it</strong>ico<br />

quando nel suo studio sull’arimannia<br />

esordiva con queste parole: «Permane<br />

la tendenza, pure in chi risolutamente<br />

si oppone all’idea di un originario con-<br />

trasto fra società comunale e società feudale, a concepire quel mondo anteriore sul<br />

modello di certe “forze feudali extrac<strong>it</strong>tadine” vissute come “storici anacronismi”<br />

accanto alle c<strong>it</strong>tà comunali... Ciò significa supporre che tali stirpi signor<strong>il</strong>i rappresentassero<br />

la persistenza di forme di v<strong>it</strong>a e di dominio, proprie di un’età anteriore.<br />

È una possib<strong>il</strong><strong>it</strong>à» (50). La persistenza fino a tutto <strong>il</strong> XIV secolo di nuclei di potere<br />

signor<strong>il</strong>i, nel nostro caso alberteschi, seppur lim<strong>it</strong>ati alla montagna bolognese, fu<br />

dovuta alla v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à di questi gruppi, che evidentemente non poterono trascinarsi<br />

stancamente per più di due secoli in un’incomprensib<strong>il</strong>e agonia. Nel dicembre 1308<br />

<strong>il</strong> conte Alberto di Alessandro prestò 100 fiorini d’oro a Rogerio abate di Montepiano,<br />

che come pegno pose un podere di proprietà della badia nella corte del castello<br />

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