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ginestre. Esse venivano tenute assieme da rami, giovani e flessib<strong>il</strong>i, che venivano<br />

intrecciati permettendo di formare, così, le pareti laterali di queste strutture. Il tutto<br />

si reggeva su di un robusto scheletro di palificazioni in legno che formavano <strong>il</strong> telaio<br />

portante della capanna. Il tetto ripeteva la stessa tecnica ut<strong>il</strong>izzando più strati di<br />

ginestre poggiate e intrecciate su di un reticolo più f<strong>it</strong>to di leggeri tronchi di legno,<br />

<strong>il</strong> tutto ricoperto, poi, con fieno o con la paglia del grano (6).<br />

Probab<strong>il</strong>mente le capanne medioevali si basavano sulla medesima tipologia<br />

costruttiva, magari con palizzate laterali al posto delle pareti, rivest<strong>it</strong>e comunque<br />

con ginestre o paglia di grano per proteggere meglio l’interno. Le ginestre, quindi,<br />

un<strong>it</strong>amente al legno e alla paglia erano i materiali da costruzione di queste antiche<br />

ab<strong>it</strong>azioni e anche stalle per gli animali.<br />

L’aspetto originale di questo insediamento, prossimo al Castellaccio degli<br />

Alberti, è la sua perimetrazione mediante un muro a secco che corona la somm<strong>it</strong>à<br />

del poggio, quasi a voler recintare l’area di questo piccolo nucleo di capanne. È<br />

diffic<strong>il</strong>e dire con certezza, e senza l’aus<strong>il</strong>io di dati di tipo archeologico, se questa<br />

struttura muraria sia coeva di questo insediamento, tuttavia si potrebbe pensare che<br />

lo sia. Quale altra funzione potrebbe avere un muro di questo genere in un luogo<br />

frequentato da tempo immemorab<strong>il</strong>e solo da boscaioli e taglialegna, se non quello<br />

di essere un lim<strong>it</strong>e esterno di qualcosa che sorgeva sulla somm<strong>it</strong>à di questo poggio,<br />

forse accompagnato da palizzate o recinti in legno?<br />

Certo è che all’interno di esso sono stati r<strong>it</strong>rovati, in superficie e fra la terra<br />

d<strong>il</strong>avata dell’attuale castagneto, piccole scorie di fusione, frammenti di terracotta e<br />

ceramica, e piccole schegge di vetro dall’aspetto tipicamente medioevali. Testimonianze<br />

non eclatanti, ma di sicuro interesse per la storia del nostro terr<strong>it</strong>orio.<br />

Veniamo ora all’insediamento più r<strong>il</strong>evante: <strong>il</strong> Castellaccio. Se <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio delle<br />

cinque capanne era caratterizzato dalla presenza di strutture ab<strong>it</strong>ative precarie, e<br />

come tali riservate “al volgo”, altrettanto non si può certamente dire per <strong>il</strong> vicino<br />

“castrum”.<br />

In primo luogo esso si presenta come una vera struttura fortificata. L’accesso dal<br />

lato Sud, cioè dal crinale del Monte Gatta è certamente quello più agevole e, come<br />

tale, avrebbe dovuto corrispondere all’ingresso principale. Presenta però alcune<br />

caratteristiche geo-morfologiche inadeguate ad un baluardo naturale. Anz<strong>it</strong>utto si<br />

trova a quota più bassa rispetto al vicino poggio delle capanne, e quindi, ad Est,<br />

fac<strong>il</strong>mente attaccab<strong>il</strong>e, dall’alto soprattutto da arcieri e balestrieri; inoltre <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />

del crinale, se dai due versanti corrispondenti al fosso della Canaluccia e a quello<br />

della Chiesa Vecchia lo rende praticamente inespugnab<strong>il</strong>e, non ne fac<strong>il</strong><strong>it</strong>a certo la<br />

difesa dal lato meridionale, poiché <strong>il</strong> fort<strong>il</strong>izio si viene a trovare nuovamente a quota<br />

inferiore.<br />

La realizzazione di un vallo artificiale proprio a ridosso del lato meridionale,<br />

sottolinea la tecnica m<strong>il</strong><strong>it</strong>are di difesa messa in opera per proteggere <strong>il</strong> castello dal<br />

lato più debole. È ancora evidente, infatti, l’interruzione della struttura geologica<br />

naturale operata per realizzare lo scasso ai piedi del “castrum”, un<strong>it</strong>amente ad un<br />

muro difensivo costru<strong>it</strong>o sulla sua mezzeria ed ai resti di un probab<strong>il</strong>e torrione sulla<br />

somm<strong>it</strong>à dello spiazzo che si affaccia direttamente sul vallo. L’altezza non eccessiva<br />

delle strutture murate potrebbero suggerire la presenza di robuste palizzate a potenziarne<br />

la difesa, ma anche questo richiederebbe conferme di altro tipo che esulano<br />

dal contenuto della presente trattazione. Non è nemmeno da escludere che l’attuale<br />

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