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Verso La Nuda e <strong>il</strong> Corno alle Scale, terr<strong>it</strong>ori tra le province di Bologna, Modena e Pistoia da sempre luoghi<br />

d’incontro e di scontro di uomini e cose<br />

Local<strong>it</strong>à oggi facenti parte del terr<strong>it</strong>orio bolognese sonbo ricordate dall’VIII<br />

secolo. È del 753 un diploma con cui re Astolfo concedette all’abbazia di Nonantola<br />

diversi beni: «Massa Lizano et Gabba cum viculis suis, idest aquaviva, Rivo<br />

Frigido, V<strong>il</strong>iciatico, Saxo C<strong>il</strong>iciano, Gricla, Variana et Porc<strong>il</strong>e». Il documento è stato<br />

r<strong>it</strong>enuto falso, ma costru<strong>it</strong>o sulla base di carte autentiche (10). Nel 772 si trovava<br />

incluso nella giurisdizione bolognese anche Monteveglio, come attesta un documento<br />

«acto in curte mea in Aquario, Monte Bellio, terr<strong>it</strong>orio Bononiense» (11). Si<br />

tratterà di giurisdizione civ<strong>il</strong>e o ecclesiastica?<br />

Nell’801 l’imperatore Carlo risolse una l<strong>it</strong>e fra <strong>il</strong> vescovo bolognese V<strong>it</strong>ale e<br />

Anselmo abate di Nonantola circa la pieve di Lizzano. V<strong>it</strong>ale aveva accusato l’abate<br />

di Nonantola, Anselmo, di aver indeb<strong>it</strong>amente cacciato <strong>il</strong> presb<strong>it</strong>ero dalla chiesa<br />

«quae est constructa in honore sancti Mamme in loco nuncupante vico Liciano» (12),<br />

chiesa che apparteneva, a suo dire, alla diocesi di Bologna («pertinentem ad suum<br />

episcopatum»). L’imperatore stava tornando da Roma col suo segu<strong>it</strong>o ed era entrato<br />

in «terr<strong>it</strong>orio Bononiense», ove si fermò «ad universorum causas audiendas vel recta<br />

iudicia terminanda», «super fluvium Renum».<br />

La giurisdizione spir<strong>it</strong>uale venne assegnata al primo, ma all’abate rimase <strong>il</strong><br />

possesso delle terre e degli uomini, secondo la volontà del re Astolfo, autore di una<br />

donazione al monastero (13). I confini della Massa di Lizzano erano così defin<strong>it</strong>i nel<br />

priv<strong>il</strong>egio astolfino: «ab uno latere fine capuanense et fluvio Ce<strong>il</strong>a, ex alio latere<br />

Dardaniola iugale, desuper ponente cap<strong>it</strong>e in Monte Moscheto, veniente usque in<br />

Gaium Regine, desuptus autem veniente uno cap<strong>it</strong>e in fluvio Lio». Si tratterebbe di<br />

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