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Gli Alberti e Prato<br />

Le origini<br />

L’insediamento umano nel terr<strong>it</strong>orio pratese risalirebbe perlomeno all’età romana,<br />

secondo quanto sugger<strong>it</strong>o anche dalle numerose risultanze toponimiche<br />

terminanti in “ano”, “ana” riconducib<strong>il</strong>i alla denominazione di fundi dell’età classica.<br />

R<strong>it</strong>rovamenti archeologici comproverebbero tuttavia un insediamento<br />

precedente (1).<br />

I Longobardi giunsero nell’Italia centrale nel 572-574. Gran parte della Tuscia<br />

fu assoggettata dai nuovi invasori e anche l’area pratese fu interessata da questi<br />

movimenti, ma la spinta del popolo germanico trovò una valida resistenza nella<br />

catena appenninica. Sul finire del VI secolo, comunque, i Bizantini parevano estromessi<br />

dai terr<strong>it</strong>ori di Pistoia, Firenze e Fiesole (2). Durante <strong>il</strong> tardo periodo bizantino<br />

l’area montana era sede di diverse fortificazioni, che, alla discesa del popolo longobardo,<br />

si vennero a trovare sulla fascia di confine, secondo quanto addotto da<br />

Fantappiè (3). La iudicaria pistoiese, che venne cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a forse nel periodo tardoantico,<br />

avrebbe avuto come confini i fiumi Arno, Bisenzio, e forse la Pescia Maggiore,<br />

ma non dovette sorpassare <strong>il</strong> crinale appenninico (4), mentre i confini tra le pertinenze<br />

dei vescovi toscano ed em<strong>il</strong>iano si possono s<strong>it</strong>uare sulla linea di displuvio.<br />

Il problema delle pertinenze terr<strong>it</strong>oriali laiche ed ecclesiastiche durante l’alto<br />

medioevo è cosa non fac<strong>il</strong>e da affrontare. In mancanza di documentazione spesso<br />

gli studiosi hanno elaborato congetture sulla base delle carte posteriori. Ma congetture<br />

rimangono. Per quanto riguarda la iudicaria Pistoriensis anteriormente al<br />

periodo longobardo sono state fatte diverse ipotesi. Piattoli r<strong>it</strong>enne che <strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio<br />

pratese, che pur nella documentazione a partire dall’VIII secolo pare rientrare nella<br />

giurisdizione laica pistoiese, in età romana e bizantina sarebbe stato dipendente da<br />

Firenze (5). Anche <strong>il</strong> Castagnoli, studiando la centuriazione nel terr<strong>it</strong>orio fiorentino in<br />

età romana, r<strong>it</strong>enenne poco probab<strong>il</strong>e che Prato facesse parte del terr<strong>it</strong>orio di Pistoia<br />

romana (6). Le testimonianze confermano tale s<strong>it</strong>uazione durante l’alto e <strong>il</strong> pieno<br />

medioevo, quando nell’Appennino oggi bolognese la giurisdizione ecclesiastica era<br />

eserc<strong>it</strong>ata dal vescovo di Bologna, quella civ<strong>il</strong>e dal conte di Pistoia (7); l’amb<strong>it</strong>o diocesano<br />

ha sub<strong>it</strong>o nei secoli vari mutamenti, ma nel complesso i suoi confini sono<br />

stati interessati da mutamenti di minore ent<strong>it</strong>à rispetto alla circoscrizione civ<strong>il</strong>e (8).<br />

Presumib<strong>il</strong>mente la distrettuazione ecclesiastica aveva radici più antiche; con l’invasione<br />

longobarda i confini diocesani non subirono modificazioni, sorte che toccò<br />

invece alla distrettuazione civ<strong>il</strong>e.<br />

Una prima linea di difesa bizantina sembra attestarsi nel medio versante appen-<br />

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