01.06.2013 Views

Scarica il libro completo - abatantuono.it

Scarica il libro completo - abatantuono.it

Scarica il libro completo - abatantuono.it

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

di Casi Maggiore (Castel di Casio) nel contado di Bologna (51). La famiglia non<br />

doveva essere ridotta alla povertà, se si trovava nelle condizioni di poter effettuare<br />

un prest<strong>it</strong>o di non mediocre ent<strong>it</strong>à.<br />

Alle autonomie c<strong>it</strong>tadine sarebbe bastata una generazione per spazzare via questi<br />

personaggi, se non fossero stati ben radicati sul terr<strong>it</strong>orio e non avessero<br />

continuato ad esserlo. Ma la continu<strong>it</strong>à si effettua solo adattandosi, nel lim<strong>it</strong>e del<br />

possib<strong>il</strong>e, alle nuove s<strong>it</strong>uazioni. Mutevole, pur nella persistenza di un’omonimia<br />

semantica, fu <strong>il</strong> dominio dei conti nel corso del tempo. Il feudo che venne loro confermato<br />

e concesso da Federico Barbarossa nel 1155 quali elementi aveva in<br />

comune col feudo, sebbene assai più ristretto, che gli Alberti vendettero ai Pepoli<br />

nel 1340? Ci troviamo di fronte a continu<strong>it</strong>à semantiche che non rispecchiano continu<strong>it</strong>à<br />

di contenuti. Per dirla con parole povere, un conte dell’XI secolo ha poco a<br />

che spartire con un personaggio dall’omonimo t<strong>it</strong>olo vissuto, poniamo, nel XIV<br />

secolo (52).<br />

Altri enti ecclesiastici<br />

Nell’area aretina i conti Alberti entrarono in rapporto col monastero delle sante<br />

Flora e Luc<strong>il</strong>la, attraverso la contessa Sofia, moglie di Alberto (II). Il conte aveva<br />

sposato Sofia figlia del conte Bernardo e vedova di Enrico del fu marchese Uguccione<br />

dei conti di Arezzo. Nel 1079 la donna, che agiva sotto <strong>il</strong> mundio di Alberto,<br />

vendette al proposto della canonica della cattedrale di Arezzo la parte di sua spettanza<br />

della corte e del castello di Puliciano, nel terr<strong>it</strong>orio della pieve di Santa<br />

Mustiola di Quarto (53). Questi beni le erano pervenuti dal defunto mar<strong>it</strong>o, «Henrico<br />

f<strong>il</strong>io Ugizonis», come morgengap (54).<br />

Venti anni più tardi, nel 1098, la contessa «Sophia coniux Alberti com<strong>it</strong>is de<br />

Prata» vendette, insieme a Ugolino figlio di Enrico, una proprietà già del primo<br />

suocero, <strong>il</strong> marchese Uguccione (55). In questa carta si rinverrebbe la prima attestazione<br />

della t<strong>it</strong>olazione di conti di Prato connessa con esponenti della famiglia<br />

albertesca. In realtà già da un secolo circa erano presenti nella zona pratese nominati<br />

con <strong>il</strong> t<strong>it</strong>olo com<strong>it</strong>ale, ma in maniera generica; <strong>il</strong> t<strong>it</strong>olo non è mai accostato al borgo<br />

di Prato e neppure altrimenti specificato (del resto in area pratese tale determinazione<br />

era inut<strong>il</strong>e). Sempre nel 1098 la donna, i cui mundualdi erano allora i figli<br />

Alberto (III) e Berardo Nontigiova, donò al monastero delle Sante Flora e Luc<strong>il</strong>la di<br />

Torr<strong>it</strong>a la metà della corte di Ottavo nel terr<strong>it</strong>orio della pieve di San Pietro a Butrinoro.<br />

La donazione di questi beni, che le erano pervenuti in morgencap dal defunto<br />

mar<strong>it</strong>o, veniva effettuata a suffragio dell’anima dei propri gen<strong>it</strong>ori e del primo<br />

coniuge (56).<br />

Sembra tuttavia che queste transazioni coinvolgessero la donna in quanto ancora<br />

legata alla zona dai vincoli di sangue e del primo matrimonio. Sim<strong>il</strong>e s<strong>it</strong>uazione,<br />

come abbiamo visto, fu quella di Cec<strong>il</strong>ia vedova del conte Ugo dei Cadolingi e poi<br />

andata in sposa al Nontigiova, <strong>il</strong> quale nel 1136 fu autore di una donazione alla badia<br />

di Settimo, forse in ottemperanza alle disposizioni della defunta. Dopo quest’atto<br />

non sembra che la famiglia albertesca entrò altrimenti in contatto col cenobio aretino.<br />

I legami con la zona di Arezzo sono corroborati anche dal matrimonio della<br />

sorella del conte Alberto II («Adaleg<strong>it</strong>a com<strong>it</strong>issa f<strong>il</strong>ia quondam Alberti com<strong>it</strong>is»),<br />

123

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!