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giurisdizionale aveva ottenuto l’avallo dell’autor<strong>it</strong>à pubblica nel diploma del 1155,<br />
mentre in precedenza era stata riconosciuta solo nella documentazione privata. In<br />
più, notiamo che nel diploma del 1164 al termine districus è connesso l’aggettivo<br />
suus, con ciò specificando che quei beni non erano s<strong>it</strong>uati in distretti o giurisdizioni<br />
afferenti ad altre realtà (c<strong>it</strong>tà, vescovi, etc.), ma si connettevano direttamente alla<br />
persona del conte Alberto e dei suoi eredi.<br />
Il documento continua con alcune disposizioni inerenti i beni fam<strong>il</strong>iari, per cui<br />
l’imperatore concede «predicto com<strong>it</strong>i Alberto atque donamus et rest<strong>it</strong>uimus, quecumque<br />
comes Albertus, avus eius et f<strong>il</strong>ii et nepotes habuerunt, quod non s<strong>it</strong> ab avo<br />
alienatum et alii nomine suo vel ipse quoquo modo habet vel habu<strong>it</strong>». Fin qui nulla<br />
degno di nota: si conferisce la potestà sui beni e sui dir<strong>it</strong>ti effettivamente detenuti,<br />
ma <strong>il</strong> sovrano si spinge oltre, secondo le disposizioni della dieta di Roncaglia:<br />
«Rest<strong>it</strong>uimus etiam predicto com<strong>it</strong>i Alberto, quecumque avus eius comes Albertus,<br />
et f<strong>il</strong>ii, et nepotes a se alienaverunt de com<strong>it</strong>atu et quecunque aliqui homines de<br />
com<strong>it</strong>atu ipsorum alienaverunt, sicut ordinatum est in Roncalia». Il padre del conte<br />
Alberto (IV) era <strong>il</strong> conte Berardo Tancredi detto Nontigiova, attestato tra <strong>il</strong> 1098 e<br />
<strong>il</strong> 1141; <strong>il</strong> nonno Alberto, conte di Prato, è attestato tra <strong>il</strong> 1077 e <strong>il</strong> 1128. In altre<br />
parole si può presumere che la presenza albertesca su quelle zone risalisse ai primi<br />
decenni del secolo, se non anteriormente. Abbiamo visto che nell’area pratese e<br />
anche in altri terr<strong>it</strong>ori l’influenza albertesca è attestata anteriormente al XII secolo<br />
(42). Ciò appare nella documentazione di natura privata, ma <strong>il</strong> diploma imperiale<br />
sembra onnicomprensivo: tutte le pertinenze a cui si fa riferimento sono accostate<br />
anche agli antenati di Alberto (IV). Pure <strong>il</strong> nonno, Alberto (II), avrebbe posseduto<br />
beni in quei luoghi.<br />
In realtà un diploma, seppur di provenienza imperiale, può contenere affermazioni<br />
non del tutto ver<strong>it</strong>iere. Ma se la cancelleria imperiale risalì fino alla seconda<br />
generazione, una ragione deve pur esserci. Questo disegno è ben presente nel diploma<br />
del 1155, dove si afferma che <strong>il</strong> «com<strong>it</strong>atum, sicut supra taxavimus, et quicquid<br />
feudi seu beneficii memoratus Albertus senior (43) a regno habu<strong>it</strong> vel possed<strong>it</strong>, supradictus<br />
puer Albertus (44) habeat et possideat regia auctor<strong>it</strong>ate» (45). Si tentava<br />
scientemente di creare un falso, cioè attribuire una persistenza sul terr<strong>it</strong>orio che in<br />
realtà non c’era stata, ma a che fine? Alcune di quelle local<strong>it</strong>à, nel versante em<strong>il</strong>iano,<br />
erano oggetto di forti discussioni nell’amb<strong>it</strong>o delle contese per l’ered<strong>it</strong>à mat<strong>il</strong>dina e<br />
al tempo di Alberto (III) erano pertinenze della contessa. La questione vedrà una<br />
piena risoluzione, quanto alla zona in questione, nel 1220, quando Onorio III concederà<br />
in feudo ad Alberto (V) non più di Prato, ma di Mangona, una serie di<br />
local<strong>it</strong>à tra i fiumi Reno e Brasimone que fuerunt de terra clare memorie com<strong>it</strong>isse<br />
Mat<strong>il</strong>dis (46): luoghi che figurano, quasi in toto nel diploma del 1164.<br />
Facendo riferimento ad alcune local<strong>it</strong>à nell’Appennino che vengono collegate<br />
alla stirpe albertesca dai diplomi imperiali, precedentemente lo erano alla casata<br />
cadolingia, nel 1135 è attestata in Guzzano (47) una curia com<strong>it</strong>is Noteiove (48), nel<br />
1136 sono attestati beni alberteschi a Sasseta (49). A Mangona è variamente menzionato<br />
un palatium com<strong>it</strong>is durante <strong>il</strong> XII secolo (50). Potrebbe farsi largo un’ipotesi, per<br />
cui <strong>il</strong> diploma del 1164 rappresenti la composizione di diversi elementi; del resto<br />
l’amb<strong>it</strong>o geografico contemplato è assai vasto e le realtà in esso contenute potrebbero<br />
essere di differente natura. Un parte sì, cost<strong>it</strong>uirebbe <strong>il</strong> nucleo storico dei<br />
terr<strong>it</strong>ori alberteschi, forse nella pianura a sud di Firenze e attorno a Prato, ove sem-<br />
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