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secolo diedere l’occasione alla repubblica fiorentina di estendere la propria influenza<br />

nella val di Bisenzio. Il testamento del conte Alberto (IV) proclamò eredi<br />

universali Alessandro e Guglielmo, lasciando a Napoleone una piccola parte del<br />

patrimonio. Quest’ultimo, sentendosi gabbato, sottrasse ai fratelli i beni ered<strong>it</strong>ati.<br />

Firenze, con <strong>il</strong> pretesto di riconsegnare ai due fratelli <strong>il</strong> castello di Mangona, cosa<br />

che effettivamente fece nel 1259, impose <strong>il</strong> giuramento di fedeltàalle comun<strong>it</strong>à di<br />

Vernio e Mangona (24bis).<br />

I conti Alberti e i conti Guidi nelle lotte contro i comuni<br />

Chi si accinge a fare storia sulle lotte tra le c<strong>it</strong>tà, tra i comuni e le signorie terr<strong>it</strong>oriali,<br />

è costretto a rivolgere l’attenzione alle uniche fonti rimaste, quelle di amb<strong>it</strong>o<br />

c<strong>it</strong>tadino. La luce che viene gettata sulle vicende indagate risente erciò di un particolare<br />

punto di vista. Poco sappiamo di come si muovessero gli Alberti e le altre<br />

stirpi signor<strong>il</strong>i in questi frangenti. Ebbero contatti tra loro? A noi risultano essenzialmente<br />

gli scontri con le c<strong>it</strong>tà, la posizione tenuta nella rete delle alleanze. Le stesse<br />

cronache, che pure evidenziano accadimenti nei quali furono coinvolti gli Alberti, e<br />

talora si prodigano nel dettaglio, risentono del lim<strong>it</strong>e cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalla loro provenienza:<br />

agli occhi di un cronista c<strong>it</strong>tadino i rapporti tra le casate com<strong>it</strong>ali non rientravano<br />

nell’orizzonte logico della propria opera, a meno che non coinvolgessero interessi<br />

urbani.<br />

Altri documenti potrebbero fornire dati in propos<strong>it</strong>o, le carte delle famiglie<br />

nob<strong>il</strong>i, delle quali tuttavia <strong>il</strong> tempo ha fatto scempio, ora distruggendole, ora disperdendole<br />

nei s<strong>it</strong>i più impensati. Un documento di notevole interesse relativo ai<br />

rapporti tra le famiglie com<strong>it</strong>ali degli Alberti e dei Guidi si è tuttavia conservato (25).<br />

Eccone <strong>il</strong> testo:<br />

«Viro prudentissimo et m<strong>il</strong><strong>it</strong>i egregio Guidoni com<strong>it</strong>i, Albertus, Pratensium<br />

comes salutem et prosper<strong>it</strong>atis gaudia. Necess<strong>it</strong>atibus nob<strong>il</strong>es ac probi homines<br />

consuere suffragari et eorum alternis triumphis inter sese non modicum laetari.<br />

Quapropter liberal<strong>it</strong>ati vestre narrare non dub<strong>it</strong>amus, Pistorienses in apr<strong>il</strong>is Kalendis<br />

oppidum quoddam nostrum invadere disposuisse centumque soldorum donativam<br />

cuique m<strong>il</strong><strong>it</strong>i peiuramento (?) dedisse; vestram <strong>it</strong>aque curial<strong>it</strong>atem plurimum deprecor,<br />

quatinus quam plures bene armatos m<strong>il</strong><strong>it</strong>es octo ante terminum consuetum<br />

diebus m<strong>it</strong>tere ne differatis, sperantes, si eguer<strong>it</strong>, me vobis viciss<strong>it</strong>udinem dignam<br />

redd<strong>it</strong>urum» (26).<br />

Si tratta di un documento che si segnala anche per la sua tipologia. Quasi sempre<br />

ci troviamo di fronte a carte di natura privata concernenti transazioni di vario genere;<br />

la lettera che andiamo esaminando non appartiene alla categoria degli atti<br />

notar<strong>il</strong>i. Ciò che balza immediatamente all’attenzione di chi legge sono senz’altro<br />

lo st<strong>il</strong>e e la lingua. Non più l’arido formulario dei notai e un latino assai corrotto, ma<br />

<strong>il</strong> testo che abbiamo trascr<strong>it</strong>to si segnala anche per una certa perizia st<strong>il</strong>istica (nell’uso<br />

di determinati termini e nel periodare) e per l’uso di un latino piuttosto corretto<br />

(<strong>il</strong> che potrebbe invero dare ad<strong>it</strong>o a perpless<strong>it</strong>à circa l’autentic<strong>it</strong>à dello scr<strong>it</strong>to). Il<br />

conte Alberto si presenta come «Pratensium comes», conte dei Pratesi, non già<br />

conte di Prato, come talora si rinviene in certa documentazione. Quel gen<strong>it</strong>ivo plurale<br />

potrebbe indicare una forte relazione con gli uomini, ma anche un<br />

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