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effetto di calcoli contingenti di ricerca di alleanze e di equ<strong>il</strong>ibri e non in nome di una<br />

remota vend<strong>it</strong>a di dir<strong>it</strong>ti da parte degli Alberti. La stessa pubblicistica imperiale<br />

aveva tutto l’interesse a proporre l’evento come realmente accaduto.<br />

Conclusioni<br />

Prima che le ist<strong>it</strong>uzioni comunali giungessero a tale robustezza da esautorare gli<br />

Alberti da ogni esercizio di potere, che ruolo essi giocarono a Prato? Cadrebbe in<br />

errore, a nostro avviso, chi pensasse a una signoria totalizzante nella zona. Nondimeno<br />

un ruolo di eminenza essi lo possedettero: non sono testimoniati altri<br />

soggetti recanti t<strong>it</strong>olo com<strong>it</strong>ale, o t<strong>it</strong>olari di cariche pubbliche, almeno in rapporto<br />

con la propos<strong>it</strong>ura, dalla metà del secolo XI. Né altre fonti ci tramandano diversi<br />

t<strong>it</strong>oli di natura signor<strong>il</strong>e o pubblica su Prato. Tuttavia gli Alberti coesistevano con<br />

altri soggetti in grado di eserc<strong>it</strong>are potere coerc<strong>it</strong>ivo, in primo luogo con la pieve di<br />

santo Stefano, dalle cui carte possiamo seguire <strong>il</strong> processo di cost<strong>it</strong>uzione di un<br />

ingente patrimonio di beni e dir<strong>it</strong>ti; i piccoli e medi proprietari, alcuni dei quali<br />

subordinati ai conti in modo stretto; la chiesa di Pistoia, attraverso la presenza di<br />

beni vescov<strong>il</strong>i o di monasteri della vicina c<strong>it</strong>tà; i conti Guidi, che intrecciano le loro<br />

pertinenze con quelle albertesche. Ancora una volta risulta un quadro assai difforme<br />

rispetto alla concezione statuale moderna e contemporanea, ma tipicamente medioevale.<br />

I conti Alberti detenevano una capac<strong>it</strong>à di districtio su determinate persone,<br />

insieme a un forte e inveterato radicamento patrimoniale, testimoniato da numerose<br />

transazioni: vend<strong>it</strong>e, donazioni. Le attestazioni non sono numerose, ma si ricordi che<br />

esse provengono da una fonte esterna all’amb<strong>it</strong>o della famiglia, <strong>il</strong> fondo della prepos<strong>it</strong>ura.<br />

Il riconoscimento di questo stato di cose proveniva dal basso, prima che dall’alto.<br />

Se esaminiamo la documentazione, <strong>il</strong> t<strong>it</strong>olo com<strong>it</strong>ale appare prima nelle carte<br />

private. Solo nel 1070 troviamo un esponente della famiglia, riconosciuto come<br />

conte, presente ad un plac<strong>it</strong>o tenuto a Firenze da Beatrice duchessa e contessa (213).<br />

Riconoscimenti regali o imperiali verranno a partire dalla metà del XII secolo.<br />

Ciò nulla toglie all’effettivo potere dei conti, che però sembra in origine di natura<br />

schiettamente signor<strong>il</strong>e. Le carte che abbiamo in mano ci mostrano quasi una<br />

parabola: prima alcune attestazioni di carattere patrimoniale, quindi entrano a pieno<br />

t<strong>it</strong>olo nelle transazioni, col possesso di alcune aziende curtensi. Il passo seguente è<br />

<strong>il</strong> rapporto con la pieve, testimoniato dapprima da diverse donazioni di terre e beni.<br />

In quest’amb<strong>it</strong>o emerse <strong>il</strong> loro status, prima che tra i grandi signori e feudatari.<br />

Nel 1128 investono Ildebrando prevosto della pieve di santo Stefano del dir<strong>it</strong>to<br />

di derivare acqua dal Bisenzio dalla v<strong>il</strong>la di Santa Lucia, a nord di Prato, per portarla<br />

a mulini o altri edifici. L’importanza di quest’atto è notevole. Alcuni hanno<br />

argomentato le proprie convinzioni sull’esercizio della signoria da parte dei conti su<br />

Prato proprio da esso. Il controllo delle acque era, di norma, un dir<strong>it</strong>to pubblico,<br />

inser<strong>it</strong>o fra quelli che si definiscono regalia (214). Per cui, se gli Alberti eserc<strong>it</strong>avano<br />

<strong>il</strong> controllo di questo dir<strong>it</strong>to, ne discenderebbe che essi erano rappresentanti della<br />

pubblica autor<strong>it</strong>à. Il ragionamento, alla luce della logica, non fa una grinza; ma per<br />

dipanare l’ingarbugliata matassa delle vicende di questi secoli, la logica talora va<br />

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