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ninico toscano, con i punti forti del καστρον Αμαλϕης (kastron Amalphes,<br />
identificato con l’odierna Castellina presso Serravalle Pistoiese), del καστρον<br />
Γεττεων (sul fiume Gattaia in Val di Sieve) e del Μικαυρια, ossia <strong>il</strong> Mugello (9).<br />
Man mano che i Longobardi procedevano, la resistenza bizantina si sarebbe attestata<br />
su un fronte più arretrato, che defin<strong>it</strong>ivamente, almeno fino alla conquista di<br />
Bologna nel 727-728 ad opera di Liutprando, cost<strong>it</strong>uì <strong>il</strong> confine tra esarcato e regno<br />
longobardo (10).<br />
Questa linea strategica si snodava dal Mugello al Frignano, attraverso l’alta<br />
valle della Sieve, segnando un profondo arretramento nelle valli del Reno, del<br />
Sambro e del Panaro in terr<strong>it</strong>orio em<strong>il</strong>iano (11). Dal Mugello, dove durante la guerra<br />
greco-gotica si combatté aspramente nel 542, <strong>il</strong> confine s’insinuava<br />
profondamente nel terr<strong>it</strong>orio bolognese fino al καστρον Σαγγα (kastron Sanga,<br />
nella valle del Sambro); di qui al καστρον Νοβω, in sinistra di Reno nei pressi<br />
dell’attuale Castelnuovo, καστρον Ευρενικα, nella zona di Pavullo. Sempre nel<br />
Frignano si trovava <strong>il</strong> καστρον Φερρονικον, che attraverso <strong>il</strong> latino Ferronianum<br />
(12) arriva all’attuale Frignano (13).<br />
In questa zona montana tra Tuscia ed Em<strong>il</strong>ia rimangono tracce dello stanziamento<br />
longobardo, oltre che nella toponomastica, nelle numerose presenze di<br />
arimanni o scarioni, testimoniati nella documentazione dei secoli centrali del medioevo,<br />
tra l’altro a Stagno, Ripoli, Monte Vigese, Castiglione (14). A Mangona è<br />
testimoniata la presenza di scarioni. Un gruppo parentale viene infatti defin<strong>it</strong>o<br />
homines qui vocantur Scariacii (15). Il termine proviene da skara, gruppo di uomini<br />
armati, da cui <strong>il</strong> longobardo skarr(j)o, col valore di caposquadra, cap<strong>it</strong>ano (16); nella<br />
nostra lingua <strong>il</strong> termine ha dato come es<strong>it</strong>o la parola schiera.<br />
La duplice attestazione di confine, di cui si è parlato, potrebbe far pensare a due<br />
momenti dell’arretramento bizantino, cronologicamente differenziati, o su due fronti<br />
differenti. Secondo alcuni i Longobardi invasero <strong>il</strong> terr<strong>it</strong>orio bolognese<br />
provenendo, in momenti differenti o simultaneamente, da sud (cioè dalla Toscana)<br />
e dal modenese (17). Ma si ricordi che l’ordinamento civ<strong>il</strong>e registrava in questi terr<strong>it</strong>ori<br />
la provincia delle Alpi Appennine, di cui fa menzione Paolo Diacono (18), una<br />
regione che s’interponeva tra le quelle em<strong>il</strong>iana e toscana, comprendendo le montagne<br />
che dividevano la Tuscia, l’Em<strong>il</strong>ia e l’Umbria (19): «Hae Appenninae Alpes per<br />
mediam Italiam pergentes, Tusciam ab Em<strong>il</strong>iam Umbriamque a Flaminia dividunt.<br />
In qua sunt civ<strong>it</strong>ates Ferronianum, et Montebellium, Bobium, et Urbinum...» (20).<br />
Secondo alcuni, tuttavia, «più che una vera e propria un<strong>it</strong>à amministrativa, fu un<br />
organismo difensivo imperniato su di un sistema di presidi opportunamente fortificati»,<br />
<strong>il</strong> cui scopo sarebbe da individuarsi nella difesa dei valichi appenninici (21).<br />
Come si è detto, durante la guerra greco-gotica l’area appenninica fu presidiata<br />
da fortificazioni bizantine (Ferronianum, cioè l’attuale Frignano, Monteveglio,<br />
Bobbio, vicino a Sarsina nell’Appennino forlivese, Urbino) lungo una linea che,<br />
nella sua completezza, dalla Lunigiana corre al Montefeltro. Secoli più tardi su<br />
questa traiettoria si attestano alcune grandi casate signor<strong>il</strong>i: i Canossa, i Guidi, gli<br />
Alberti: tutte con rami sul versante toscano e in quello em<strong>il</strong>iano, con caratteristiche<br />
di signorie m<strong>il</strong><strong>it</strong>ari, attente al controllo delle vie di comunicazione e ai passi di crinale.<br />
Dall’alto medioevo al principio dell’età moderna si r<strong>il</strong>eva una persistenza di<br />
insediamenti m<strong>il</strong><strong>it</strong>ari nei terr<strong>it</strong>ori della regione appenninica, collegati da una rete<br />
viaria trasversale, parallela al corso della via Em<strong>il</strong>ia, che si diramava a collegare<br />
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