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tutte queste postazioni difensive, e che si intersecava con i più noti percorsi che<br />

collegavano Em<strong>il</strong>ia e Tuscia seguendo, più o meno, i corsi dei fiumi (22).<br />

Insomma, sembrerebbe quasi che l’ordinamento m<strong>il</strong><strong>it</strong>are cost<strong>it</strong>uisse una vocazione<br />

caratteristica di questa zona montuosa. Gli insediamenti fortificati, che certo<br />

cost<strong>it</strong>uirono una carta importante durante <strong>il</strong> periodo delle migrazioni dei popoli<br />

germanici, potrebbero avere avuto origine e v<strong>it</strong>a anche slegate da quelle turbolente<br />

vicende. Del resto un limes tra Esarcato e regno longobardo è individuato anche<br />

dagli studiosi d’amb<strong>it</strong>o bolognese, nel medio versante appenninico dalla parte em<strong>il</strong>iana,<br />

quando, sul finire del secolo VI i Longobardi occuparono buona parte della<br />

zona montuosa (23). Questa chiave di lettura, più che di due fasi di arretramento,<br />

suggerisce confini sì, ma nell’amb<strong>it</strong>o della provincia di cui scrive Paolo Diacono.<br />

Le prime attestazioni<br />

Le prime risultanze documentarie<br />

di un’area defin<strong>it</strong>a propriamente pratese<br />

risalgono all’età carolingia. In<br />

alcune professiones iuris sono invece<br />

ricordati personaggi forse di origine<br />

longobarda afferenti a questi terr<strong>it</strong>ori,<br />

menzionati talvolta come lambardi o<br />

arimanni. Le presenze arimanniche,<br />

testimoniate pure nella montagna<br />

sovrastante, si spingono sino al bolognese,<br />

dove troviamo ricordati, anche<br />

se in documenti posteriori al X secolo,<br />

“lambardi” a Torri, Stagno, Sambuca,<br />

Monte Vigese (24). Nel versante toscano<br />

sono testimoniati a Castiglione di<br />

Migliana, a Cod<strong>il</strong>upo (25), a Torricella, a<br />

Luicciana nella valle del Bisenzio (26).<br />

Sia sul piano ecclesiastico, sia su<br />

quello della giurisdizione civ<strong>il</strong>e la<br />

zona grav<strong>it</strong>ava sotto l’influenza pistoiese.<br />

Il corso del Bisenzio segnava <strong>il</strong><br />

confine tra i com<strong>it</strong>ati e le diocesi di<br />

Firenze e Pistoia, le cui aree ricalcherebbero<br />

l’antico terr<strong>it</strong>orio c<strong>it</strong>tadino<br />

d’epoca romana, che si spingeva fino<br />

alla riva destra del Bisenzio (27). La presenza<br />

di un conte franco a Pistoia è<br />

ricordata sul principio del IX secolo,<br />

ma accanto ad esso rimane pure <strong>il</strong><br />

gastaldo. Nell’812 su Pistoia si estendeva<br />

<strong>il</strong> potere del duca di Lucca, <strong>il</strong> cui<br />

Ponte sul Bisenzio, presumib<strong>il</strong>mente di età medievale,<br />

che consentiva l’accesso alla rocca di Cerbaia<br />

distretto verso la metà del secolo arrivava a comprendere Pisa, Luni, Volterra, Pisto-<br />

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