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“Ora l’edera, l’ortica e i dumi sono gli arazzi - degni arazzi - della terrib<strong>il</strong>e<br />

rocca. Fra le macerie di quel castello può specchiarsi l’umana superbia. Lassù non<br />

mandano più suoni le ribeche ed i liuti dei menestrelli, più non entusiasma la sirventa<br />

e la cobbola dei trovieri; non s’odono più le ridevoli arguzie dei tollerati<br />

giullari. Oggi lassù sib<strong>il</strong>a <strong>il</strong> vento e la serpe che muove le sue spire tranqu<strong>il</strong>la fra i<br />

ruderi abbandonati... Dove la graziosa figlia del feroce barone soleva guardare la<br />

sottoposta valle per ammirare le bizzarrie della natura, <strong>il</strong> verde ramarro placidamente<br />

riposa alla sferza del sole”.<br />

57. Cerbaia Rocca vend<strong>it</strong>a<br />

La Rocca fu l’ultimo e più forte castello degli Alberti ad essere ceduto. “La qual<br />

Rocca di Cerbaia fu poi venduta al Comune di Firenze, dal suddetto C. Nicolao<br />

ghibellino e ribelle, mediante istrumento del 16 giugno 1361, per <strong>il</strong> prezzo di 5900<br />

fiorini d’oro, come dichiara <strong>il</strong> rog<strong>it</strong>o che si conserva nell’archivio delle Riformagioni<br />

di Firenze; e non già per fiorini 6200 come lasciò scr<strong>it</strong>to Matteo V<strong>il</strong>lani. Nel<br />

luglio di detto anno seguì la ratifica di vend<strong>it</strong>a e <strong>il</strong> consenso prestatao dai due fratelli<br />

conti Francesco e Ugolino figli del conte Nicolao vend<strong>it</strong>ore, da donna Ginevra<br />

moglie del detto conte Ugolino, e da Caterina vedova del conte Fazio da Montagnana<br />

in Val di Pesa (...). Allora <strong>il</strong> conte Nicolao fu dalla Signoria rimband<strong>it</strong>o ed<br />

anche dichiarato non più magnate, ma popolare” (8).<br />

(Da: Guida al terr<strong>it</strong>orio della Comun<strong>it</strong>à Montana Val di Bisenzio e Montemurlo Alto, Graphic Promotion<br />

(FI) 1994 p. 115 e ss).<br />

“Nel medesimo anno 1250, st<strong>il</strong>e comune, morì <strong>il</strong> Conte Alberto ed ebbe luogo<br />

la successione dei figli nella paterna ered<strong>it</strong>à.<br />

Apparisce, che la decima parte del dominio di Alberto, toccata a Napoleone,<br />

fosse cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dai castelli di Cerbaia, e Montauto, mentre <strong>il</strong> resto di esso pervenne<br />

in Guglielmo e Alessandro. Deduco ciò dal vedere in segu<strong>it</strong>o, e con documenti certi,<br />

detti castelli passati nella successione di Napoleone, mentre la successione di Alessandro,<br />

non venne mai in niun tempo in mano di questi.<br />

Inoltre in diversi diplomi imperiali successivi, in cui pose la sua firma <strong>il</strong> Conte<br />

Napoleone, gli si viene dato <strong>il</strong> t<strong>it</strong>olo di Conte di Cerbaia.<br />

Tutti i figli di Alberto erano in giovane età ed <strong>il</strong> comune di Firenze prese in<br />

guardia Alessandro e Guglielmo che gli si erano affidati; ma Napoleone ed i suoi<br />

consorti ed amici mal si stavano contenti del paterno retaggio, che troppo li rendeva<br />

minore dei più beneficiati fratelli, che oltre Vernio e Mangona, tenevano ciò che<br />

era nella diocesi di Bologna, e nasceva quella lotta fratricida più tardi che rompendo<br />

quella unione di famiglia, che esser doveva fra di loro, susc<strong>it</strong>ava ire di parte.<br />

Come era sol<strong>it</strong>o avvenire in quei tempi, seguì che essendo Alessandro e Guglielmo,<br />

come già <strong>il</strong> padre di parte guelfa, e lo dimostra anche la fiducia di essi, nella<br />

Repubblica fiorentina, Napoleone ed i suoi fidi, si gettassero ai ghibellini e rendessero<br />

diffic<strong>il</strong>e <strong>il</strong> governo dei fratelli; pare anche che esso, od i suoi, ne occupassero<br />

Mangona.<br />

Infatti nel 1259, i Fiorentini alla cui guardia erano le Signorie dei figli di Alberto,<br />

Alessandro e Guglielmo, fecero oste a Mangona, che si era ad essi ribellata<br />

(VILLANI GIOVANNI Cronache, Libro IV) per probab<strong>il</strong>e suggestione di Napoleone<br />

e dei suoi, e la presero ed assoggettarono dopo averla assediata e ne rimasero in<br />

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