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Un terzo documento di provenienza imperiale pervenne agli Alberti nel 1209,<br />

quando a reggere la corona sedeva Ottone IV. Da tempo la famiglia aderiva alla<br />

linea imperiale: <strong>il</strong> conte Alberto (IV) fu testimone nell’agosto 1187 a Bologna nel<br />

diploma di Federico Barbarossa agli uomini di Fucecchio e si disse da Semifonte (69).<br />

Questa specificazione è da mettersi in relazione verosim<strong>il</strong>mente con i tentativi, più<br />

volte osteggiati da Firenze, di costruire una c<strong>it</strong>tà murata nella Valdelsa, zona sulla<br />

quale si dirigevano le mire anche della c<strong>it</strong>tà toscana. Nel 1192, quando <strong>il</strong> conte<br />

Alberto strinse un patto di alleanza con Bologna, si impegnò con diverse clausole,<br />

anche restr<strong>it</strong>tive del proprio potere giurisdizionale, nei confronti del vescovo e podestà<br />

Gerardo. Tuttavia <strong>il</strong> conte si riservava in un’ultima clausola di agire «salvo<br />

semper honore Imperii» (70). È pur vero che sim<strong>il</strong>i formule erano sovente inser<strong>it</strong>e più<br />

per ossequio alla tradizione e non erano portatrici di valore reale. Ma, alla luce di<br />

altre testimonianze, si può affermare che in questo caso la clausola venne inser<strong>it</strong>a a<br />

testimoniare <strong>il</strong> collegamento, allora operante, con una determinata linea pol<strong>it</strong>ica, alla<br />

quale si fece riferimento anche nel 1209, quando <strong>il</strong> conte Alberto (V) fu destinatario<br />

del riconoscimento di Ottone IV.<br />

La s<strong>it</strong>uazione mer<strong>it</strong>a un approfondimento. Da pochissimo tempo era stata effettuata<br />

la divisione del patrimonio fam<strong>il</strong>iare, successiva alla morte del conte Alberto<br />

(IV) nel 1203, tra i tre figli del defunto (71). Il diploma è indirizzato al «fidelis noster<br />

Albertus quondam Alberti de Prato» (72), ma si tratta di una sopravvivenza del t<strong>it</strong>olo<br />

orami anacronistica: da decenni gli Alberti erano estranei alle vicende pratesi. In più,<br />

dal febbraio del 1209 <strong>il</strong> com<strong>it</strong>atus era stato scisso in tre parti: i beni a nord dell’Arno,<br />

tra i quali i possedimenti appenninici oggi nel bolognese, andarono al figlio che<br />

Alberto (IV) ebbe da Tabernaria, Alberto (V) ancora minorenne; ai figli di primo<br />

letto, Maghinardo e Rinaldo, <strong>il</strong> patrimonio a sud dell’Arno (73). Il diploma, che venne<br />

rogato presso San Miniato nel novembre del 1209 giunse a sanzionare l’avvenuta<br />

spartizione, segno di riconoscimento anche da parte della pubblica autor<strong>it</strong>à. I vecchi<br />

documenti non erano più operativi, in quanto i rapporti preferenziali erano stati stipulati<br />

con realtà non più esistenti, di qui la necess<strong>it</strong>à di nuovi accordi con nuovi<br />

soggetti pol<strong>it</strong>ici.<br />

Ancora si pone <strong>il</strong> d<strong>il</strong>emma sull’effettivo riscontro che tale diploma poteva avere<br />

nel reale andamento delle vicende: quante delle local<strong>it</strong>à attribu<strong>it</strong>e si trovavano effettivamente<br />

nel dominio della famiglia albertesca? Rispetto al documento del 1164 si<br />

nota una diminuzione, sia sul piano quant<strong>it</strong>ativo sia su quello dell’estensione geografica,<br />

dei possedimenti fam<strong>il</strong>iari. Ciò è fac<strong>il</strong>mente spiegab<strong>il</strong>e con gli accordi di<br />

divisione a cui prima si è accennato. Ma anche nelle zone che avrebbero dovuto<br />

trovarsi nelle mani del conte Alberto (V) riscontriamo delle mancanze rispetto al<br />

precedente diploma. Venivano confermati «Ugnanum cum pertinentiis suis, Mangonem<br />

cum Curtarello et Migliare, Cirignano et Sancto Martino atque Montecaloro<br />

qui fuerunt de curte Mangonis». Si tratta di local<strong>it</strong>à nel contado fiorentino in Mugello,<br />

che facevano riferimento, tranne Ugnano, alla corte di Mangona, ove gli Alberti<br />

possedevano un importante castello. Da Mangona <strong>il</strong> conte Alberto (V) ed i suoi<br />

successori presero la denominazione che andò a sost<strong>it</strong>uire <strong>il</strong> t<strong>it</strong>olo di conti di Prato.<br />

Nel Bolognese venivano attribu<strong>it</strong>i ai conti Bruscoli (Brusculum, oggi in provincia<br />

di Firenze, ma al tempo nella diocesi bolognese, nel piviere di Baragazza),<br />

Terram Valentem (74), Confienti (nei pressi di Lagaro), Monticelli (verosim<strong>il</strong>mente<br />

Monteacuto Ragazza) e Bargi. Più circoscr<strong>it</strong>to sembra risultare <strong>il</strong> controllo su altre<br />

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