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vano di queste terre. La concessione in feudo certo non permetteva la piena e libera<br />

disposizione, ma ciò non toglie che essi non ne disponessero ugualmente. Ecco forse<br />

la ragione della compresenza soprac<strong>it</strong>ata. Sembra infatti che dopo <strong>il</strong> documento del<br />

1133, e fino ai primi anni del XIII secolo, <strong>il</strong> papa non abbia risollevato <strong>il</strong> problema<br />

attribuendo quelle terre ad altre persone. Gli Alberti furono legati all’imperatore<br />

Lotario e furono presenti a Roma tra <strong>il</strong> gruppo di fideles del neo-eletto, quando <strong>il</strong> 4<br />

giugno 1133 emise sentenza contraria all’antipapa Anacleto (96). Si potrebbe ipotizzare<br />

che <strong>il</strong> sovrano volle beneficiare i conti, in quanto suoi vassi e in<br />

riconoscimento del contributo che essi avrebbero prestato alla sua linea pol<strong>it</strong>ica.<br />

Avrebbe dunque permesso che se ne appropriassero, o attribu<strong>it</strong>o loro una serie di<br />

local<strong>it</strong>à che provenivano dall’ered<strong>it</strong>à mat<strong>il</strong>dina, in una zona, quella appenninica<br />

dove si stava consolidando <strong>il</strong> patrimonio fam<strong>il</strong>iare.<br />

Nel marzo 1221 Onorio III inviò una lettera apera a tutti i fedeli nella quale<br />

faceva ampia relazione, a questione conchiusa, dei momenti cruciali del recupero<br />

delle terre mat<strong>il</strong>diche, anche alla luce del riconoscimento effettuato da Federico II<br />

nel gennaio dello stesso anno. Così <strong>il</strong> pontefice riassunse, con piena e completa<br />

soddisfazione, i provvedimenti che prese in conseguenza del possesso delle terre<br />

mat<strong>il</strong>diche, quasi ad informare ed ammonire chiunque circa i nuovi equ<strong>il</strong>ibri venutisi<br />

a creare. C<strong>it</strong>ò pure <strong>il</strong> priv<strong>il</strong>egio redatto in favore degli Alberti di Mangona,<br />

rinominando distesamente (pur se con numerosi errori ortografici) le local<strong>it</strong>à loro<br />

attribu<strong>it</strong>e (97).<br />

La zona a ridosso del confine pistoiese (Fossato, Treppio, Sambuca e Torri) era stata<br />

attribu<strong>it</strong>a nel 1219 a Pistoia dal cardinale Ugo d’Ostia, arb<strong>it</strong>ro nella contesa fra<br />

Bologna e Pistoia; Nonostante <strong>il</strong> riconoscimento del 1220, gli Alberti non entrarono<br />

in possesso delle suddette local<strong>it</strong>à, se non dopo le minacce di scomunica lanciate<br />

contro i pistoiesi da Ugo d’Ostia, divenuto nel frattempo papa Gregorio IX. Le<br />

controversie si trascinarono per decenni, tanto che Pistoia, onde porre termine<br />

all’annosa diatriba, acquistò dagli Alberti i dir<strong>it</strong>ti sulle comun<strong>it</strong>à nel 1319 (98).<br />

Note<br />

(1) O. CAPITANI, Storia dell’Italia medievale, c<strong>it</strong>., pg. 397.<br />

(2) MGH, Legum sectio IV, Const<strong>it</strong>utiones et acta publica imperatorum et regum, I (911-1197), ed. L. WEI-<br />

LAND, Hannoverae 1896, Lotharii III const<strong>it</strong>utiones, pg. 167. Cfr M.L. CECCARELLI LEMUT, I conti<br />

Alberti in Toscana..., c<strong>it</strong>., p. 195.<br />

(3) O. CAPITANI, Storia dell’Italia medievale, c<strong>it</strong>., p. 398.<br />

(4) M.L. CECCARELLI LEMUT, I Canossa e Monasteri Toscani, c<strong>it</strong>., p. 159.<br />

(5) P. GOLINELLI, Mat<strong>il</strong>de e i Canossa, M<strong>il</strong>ano 1991, pg. 297-298.<br />

(6) M.L. CECCARELLI LEMUT, I Canossa e Monasteri Toscani, c<strong>it</strong>., p. 159, n. 63.<br />

(7) G.M. CANTARELLA, Pasquale II e <strong>il</strong> suo tempo, Napoli 1997; Cfr. G. SERGI, I poteri dei Canossa:<br />

poteri delegati, poteri feudali, poteri signor<strong>il</strong>i, in I poteri dei Canossa da Reggio Em<strong>il</strong>ia all’Europa, c<strong>it</strong>. pp.<br />

36-37.<br />

(8) O. CAPITANI, Storia dell’Italia medievale, c<strong>it</strong>., p. 350.<br />

(9) R. MANSELLI, L’impero, <strong>il</strong> papato ed <strong>il</strong> Regno di Sic<strong>il</strong>ia. I comuni, in Storia d’Italia, UTET, Torino 1981,<br />

p. 105.<br />

(10) Federico Barbarossa e i Lombardi, trad. a cura di P. ARIATTA, Novara 1987, p. 50.<br />

(11) G.M. CANTARELLA, I r<strong>it</strong>ratti di Acerbo Morena, in Atti dell’ 11° congresso internazionale di studi<br />

sull’alto medioevo, M<strong>il</strong>ano 16-30 ottobre 1987, t. II, Spoleto 1989, p. 996.<br />

(12) G. TABACCO, C<strong>it</strong>tà e fortezze come fulcri di sv<strong>il</strong>uppo egemonico, in Storia d’Italia, Einaudi, M<strong>il</strong>ano<br />

1983, pp. 167-168.<br />

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