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Castello di Civ<strong>it</strong>ella: particolare dell’interno delle mura<br />

(angolo verso <strong>il</strong> Poggio Castello di Baragazza)<br />

Mogne per <strong>il</strong> Cigno), fosse uno “standard”<br />

di ed<strong>il</strong>izia m<strong>il</strong><strong>it</strong>are così<br />

concep<strong>it</strong>a. Se questo è verificab<strong>il</strong>e,<br />

almeno parzialmente in base ai ruderi<br />

ancora visib<strong>il</strong>i, per <strong>il</strong> castello delle<br />

Mogne, in maniera del tutto analoga<br />

si dovrebbero trovare i resti di un<br />

torrione della stessa tipologia anche<br />

in quello del Castellaccio. Chi un<br />

domani potrà effettuare uno scavo<br />

archeologico in questi s<strong>it</strong>i potrebbe<br />

avere o meno una conferma defin<strong>it</strong>iva.<br />

Ad avvalorare, comunque, questa<br />

ipotesi sembra anche la s<strong>it</strong>uazione<br />

logistica del castello di Baragazza<br />

che addir<strong>it</strong>tura (vedi descrizione relativa),<br />

risultava difeso da due torrioni,<br />

probab<strong>il</strong>mente collocati alle estrem<strong>it</strong>à<br />

opposte della somm<strong>it</strong>à (detta<br />

piazza Padella) su cui sorgeva l’antico<br />

edificio fortificato, di cui uno di<br />

essi risulta ancora parzialmente ben<br />

visib<strong>il</strong>e.<br />

Anche lungo <strong>il</strong> Bisenzio, <strong>il</strong> castello<br />

di Montauto, a ridosso di un vallo<br />

(in questo caso naturale), evidenzia la<br />

stessa tipologia costruttiva. Forse,<br />

quindi, non è solo un caso.<br />

Ma <strong>il</strong> castello di Civ<strong>it</strong>ella, pur<br />

essendo <strong>il</strong> più misterioso fra quelli<br />

ancor oggi visib<strong>il</strong>i, a causa della<br />

quasi totale mancanza di notizie bibliografiche o archivistiche, risulta uno dei<br />

meglio conservati e, proprio per questo, da esso si possono dedurre importanti<br />

osservazioni sulle metodologie costruttive dell’epoca. Ad esempio, lungo la<br />

parete Est che fronteggia <strong>il</strong> Poggio Sospara, sono ancora ben visib<strong>il</strong>i, sulla parte<br />

interna del muro di cinta, gli incassi per le palificazioni dei camminamenti di<br />

ronda. Questo suggerisce che <strong>il</strong> muro doveva essere più alto di quello attuale,<br />

parzialmente crollato, e quindi anche <strong>il</strong> legname trovava largo impiego in questi<br />

manufatti; cosa, questa, che generalmente si tende a sottovalutare a causa della<br />

mancanza di qualsiasi traccia di questo importante componente, almeno a prima<br />

vista.<br />

A conferma di questo, si vedano anche le analoghe fessure all’interno del<br />

torrione, segno evidente che scale e ballatoi interni non erano minori in volume<br />

e quant<strong>it</strong>à della superficie in muratura.<br />

Le fer<strong>it</strong>oie a bocca di lupo ancora visib<strong>il</strong>i sulla parete a Nord-Ovest testimoniano<br />

che la difesa doveva essere affidata a balestrieri e che uno degli eventuali<br />

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