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Auditorium - Associazione Italiana di Epidemiologia

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comunicazioni libere – sessione B3 8 settembre<br />

EPIDEMIOLOGIA DEL CARCINOMA DUTTALE IN SITU DELLA<br />

MAMMELLA<br />

S. Pitarella, A. Ponti, R. Zanetti, N. Segnan<br />

CPO Piemonte, Torino<br />

Questo intervento fornisce una rassegna sull’epidemiologia descrittiva del carcinoma<br />

duttale in situ della mammella (CDIS) a livello italiano ed internazionale e presenta<br />

un’analisi dei trend temporali eseguita sui dati del Registro Tumori Piemonte.<br />

Il CDIS è probabilmente oggi in Italia, per frequenza <strong>di</strong> nuovi casi, il quinto tumore<br />

maligno nelle donne. I fattori <strong>di</strong> rischio sono sovrapponibili a quelli dei carcinomi<br />

mammari invasivi ma la storia naturale delle forme duttali in situ è ancora incerta:<br />

quanti <strong>di</strong> questi tumori, se non <strong>di</strong>agnosticati precocemente e curati, avrebbero<br />

progre<strong>di</strong>to e si sarebbero trasformati in tumori invasivi? Dal momento che la<br />

sopravvivenza dei casi trattati è virtualmente del 100%, il numero <strong>di</strong> donne con una<br />

storia <strong>di</strong> CDIS e inserite in programmi <strong>di</strong> follow up clinico è cospicuo e crescente.<br />

Secondo i dati del SEER <strong>di</strong>sponibili sul sito del National Cancer Institute, negli Stati<br />

Uniti negli ultimi vent’anni l’incidenza standar<strong>di</strong>zzata per età <strong>di</strong> questa forma tumorale<br />

è aumentata <strong>di</strong> sette volte (tutte le età) e <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci volte (età 50+) in stretta relazione alla<br />

parallela <strong>di</strong>ffusione della mammografia, superando nel 2001 nelle donne <strong>di</strong> cinquanta<br />

anni e oltre l’incidenza <strong>di</strong> 90 casi per 100.000 donne per anno. Purtroppo i dati<br />

<strong>di</strong>sponibili per descrivere questa epidemia in Europa sono scarsi. Infatti, le regole<br />

internazionali <strong>di</strong> registrazione dei tumori assegnano per ora alle forme in situ un ruolo<br />

secondario <strong>di</strong> importanza ed i dati sui CDIS sono assai raramente pubblicati. In Italia un<br />

recente stu<strong>di</strong>o multicentrico tra sei Registri Tumori ha mostrato che l’incidenza del<br />

CDIS nelle donne <strong>di</strong> 50-69 anni è aumentata <strong>di</strong> più <strong>di</strong> cinque volte nel periodo 1988-<br />

1999, avvicinandosi negli ultimi anni ’90 ad un’incidenza <strong>di</strong> 30 casi per 100.000.<br />

Il Registro Tumori Piemonte <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> dati sui CDIS nelle donne residenti a Torino per<br />

il periodo 1988-2000. In questa città è attivo un programma <strong>di</strong> screening dal 1992. I<br />

tassi <strong>di</strong> incidenza età specifici per la classe 50-69 passano da 3.8 per 100.000 negli anni<br />

1988-89 a 20.5 nel 1994-1995 e a 42.0 nel 1999-00. Nell’ultimo biennio il 75% dei<br />

CDIS incidenti erano stati identificati a seguito <strong>di</strong> una mammografia <strong>di</strong> screening<br />

effettuata entro il programma regionale. Per la casistica <strong>di</strong> screening (1992-2003) si<br />

<strong>di</strong>spone del dato sul trattamento. Diversamente da quanto riferito in letteratura per altre<br />

serie temporali, qui non si è documentato a parità <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione dei tumori un trend<br />

crescente per l’utilizzo della chirurgia conservativa, già attestata al 80-90% nei primi<br />

anni ’90. Questo dato inatteso potrebbe essere spiegato con l’aver reso <strong>di</strong>sponibili fin<br />

dall’inizio del programma <strong>di</strong> screening documenti <strong>di</strong> consenso sulla <strong>di</strong>agnosi e la terapia<br />

dei casi identificati a seguito della mammografia.<br />

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