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Auditorium - Associazione Italiana di Epidemiologia

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poster 9 settembre<br />

CONOSCERE LA POPOLAZIONE IMMIGRATA: LE LORO DOMANDE E LE<br />

NOSTRE RISPOSTE<br />

M. Franchini 1 , A. Silva 2<br />

1 U.O. <strong>Epidemiologia</strong>, 2 U.O. Educazione alla Salute – ASL 11 Empoli<br />

Nella definizione del Profilo <strong>di</strong> Salute dell’ASL 11 <strong>di</strong> Empoli si è voluto fornire anche<br />

una caratterizzazione della popolazione immigrata e dei suoi bisogni, rilevati attraverso<br />

i dati routinariamente raccolti in azienda. L’assunto <strong>di</strong> base consiste nel ritenere che la<br />

caratterizzazione dei bisogni della popolazione immigrata si fonda anche sull’analisi<br />

delle richieste che i citta<strong>di</strong>ni stranieri rivolgono alle varie strutture sanitarie e sulle<br />

problematiche che motivano tali richieste.<br />

La percentuale <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni stranieri iscritti alle anagrafi dei 15 comuni del territorio<br />

dell’Asl 11 è in crescita nel tempo con percentuali simili nelle due SdS e il dato 2003<br />

relativo ai paesi <strong>di</strong> immigrazione in<strong>di</strong>ca la netta prevalenza delle etnie dell’est Europa e<br />

dell’Asia; in particolare i ¾ della popolazione immigrata è composta da albanesi, cinesi,<br />

marocchini, senegalesi e filippini. La <strong>di</strong>stribuzione per età e per sesso <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni<br />

stranieri evidenzia andamenti <strong>di</strong>versi a seconda delle etnie: negli albanesi e cinesi (e in<br />

misura minore nei marocchini) si rileva una quota sensibili <strong>di</strong> giovanissimi, donne e<br />

nuovi nati; nelle comunità senegalese e filippina invece si evidenzia una presenza<br />

concentrata principalmente nelle classi <strong>di</strong> età lavorative. In particolare cinesi e albanesi<br />

hanno un rapporto tra i sessi abbastanza bilanciato da far pensare ad una<br />

“stabilizzazione” nel territorio.<br />

La domanda <strong>di</strong> assistenza ospedaliera è fortemente variata nel tempo: dal 1997 la<br />

percentuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> utenti stranieri dalle strutture <strong>di</strong> ricovero dell’azienda ha<br />

subito un netto incremento, dovuto sia all’aumento della presenza straniera sul<br />

territorio, sia, probabilmente, ad una maggiore coscienza dei proprio <strong>di</strong>ritti.<br />

Rilevante la quota percentuale <strong>di</strong> donne che hanno usufruito delle prestazioni <strong>di</strong><br />

ricovero negli ultimi anni: questo dato, letto in parallelo con l’andamento per età dei<br />

ricoveri femminili, sembrerebbe confermare il ricorso al ricovero principalmente per<br />

problematiche relative alla maternità. Tale ipotesi trova la sua conferma nell’analisi dei<br />

Certificati <strong>di</strong> Assistenza al Parto che evidenziano un netto incremento nella percentuale<br />

<strong>di</strong> parti <strong>di</strong> donne straniere rispetto la totale dei parti effettuati in azienda negli ultimi 5<br />

anni, soprattutto in relazione all’etnia cinese. A fronte <strong>di</strong> quanto rilevato relativamente<br />

al rapporto fra sessi <strong>di</strong>stinto per nazionalità, questo dato sembra in<strong>di</strong>care una tendenza<br />

alla procreazione più evidente nelle donne cinesi rispetto ad esempio alle donne<br />

filippine che, pur rappresentando il 56,4 % dell’intera popolazione filippina sono<br />

responsabili solo del 3% delle nascite fra gli immigrati.<br />

Valutando anche l’età me<strong>di</strong>a al primo figlio, dettagliata per le principali etnie, si<br />

riscontra in generale una maggiore precocità delle donne straniere rispetto alle italiane,<br />

ancor più accentuata se si considera che le donne cinesi, ad esempio, sperimentano la<br />

maternità 4 anni (valori me<strong>di</strong>ani) prima <strong>di</strong> quelle albanesi.<br />

Altro aspetto rilevante nella caratterizzazione della popolazione straniera è<br />

rappresentato dal ricorso all’interruzione volontaria <strong>di</strong> gravidanza che negli ultimi anni<br />

ha subito un incremento rilevante, con un picco evidente nell’anno 2003, e ha<br />

interessato prevalentemente donne con figli (così come accade per le italiane),<br />

suggerendo l’utilizzo dell’IVG quale mezzo <strong>di</strong> contraccezione tar<strong>di</strong>va.<br />

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