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Auditorium - Associazione Italiana di Epidemiologia

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possibili frainten<strong>di</strong>menti. Però la correlazione appare, anche nel nostro Paese, così stretta che<br />

sembra più utile stu<strong>di</strong>arli congiuntamente.<br />

3. Sottogruppi a rischio e stile <strong>di</strong> vita<br />

I meccanismi attraverso i quali agisce la <strong>di</strong>suguaglianza sociale e territoriale variano con l’età e<br />

minacciano <strong>di</strong> aggravarsi in avvenire. [ve<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento nell’ipertesto]<br />

Nei minori la fragilità della salute è legata prevalentemente alle con<strong>di</strong>zioni culturali e al red<strong>di</strong>to<br />

del contesto familiare. Negli anziani le conseguenze della con<strong>di</strong>zione sociale sulla salute<br />

emergono sopratutto nella <strong>di</strong>sabilità, sia come pre<strong>di</strong>sposizione ere<strong>di</strong>tata dagli anni precedenti sia<br />

come rapi<strong>di</strong>tà del processo che porta alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> autonomia. Nella popolazione in età<br />

lavorativa i fattori sociali che influiscono maggiormente sullo stato <strong>di</strong> salute sono la precarietà<br />

del lavoro, le professioni usuranti, il declino precoce delle capacità produttive.<br />

A questi fattori si sommano gli effetti dello stile <strong>di</strong> vita. Da <strong>di</strong>versi anni i dati epidemiologici<br />

rilevano come costumi alimentari scorretti, la <strong>di</strong>pendenza dall’alcol anche tra le donne, la<br />

sedentarietà, l’abitu<strong>di</strong>ne al fumo tra gli uomini e limitatamente alle classi <strong>di</strong> età più giovani –<br />

benché <strong>di</strong>ffusi in tutta la popolazione italiana – siano prevalenti nelle classi sociali inferiori e<br />

nelle regioni meri<strong>di</strong>onali del Paese. E’ nota peraltro la <strong>di</strong>fficoltà a mo<strong>di</strong>ficare i comportamenti<br />

in<strong>di</strong>viduali con interventi <strong>di</strong> tipo informativo od educativo.<br />

[ve<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento nell’ipertesto]<br />

4. Disuguaglianze nell’accesso ai servizi<br />

Il profilo complessivo dell’utilizzazione dei servizi sanitari è più equilibrato. Su tutto il territorio<br />

nazionale numero e tipo delle prestazioni erogate appaiono infatti correlate al bisogno <strong>di</strong> salute e<br />

ai suoi principali in<strong>di</strong>catori (<strong>di</strong>stribuzione della morbosità, salute percepita, età eccetera). [ve<strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>mento nell’ipertesto] Il finanziamento del sistema non rivela attualmente gravi<br />

sperequazioni <strong>di</strong> natura geografica. L’universalità dell’accesso, del resto, è la caratteristica che<br />

più <strong>di</strong> altre ha meritato al sistema sanitario italiano ripetuti riconoscimenti internazionali. Si può<br />

affermare dunque che, in relazione all’uso dei servizi sanitari, l’obiettivo complessivo è quello <strong>di</strong><br />

conservare l’attuale livello <strong>di</strong> equità piuttosto che migliorarlo. [ve<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />

nell’ipertesto]<br />

Esistono tuttavia precise responsabilità nel consentire <strong>di</strong>verse situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>suguaglianza<br />

all’interno del Paese. In alcune aree geografiche i servizi <strong>di</strong>sponibili sembrano insufficienti e le<br />

prestazioni erogate <strong>di</strong> efficacia e qualità peggiore che altrove. [ve<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />

nell’ipertesto] Le fasce più deboli della popolazione non sono sempre in grado <strong>di</strong> ottenere i<br />

trattamenti migliori: nello stesso tempo appaiono maggiormente esposte a consumi sanitari<br />

inutili e inappropriati. [ve<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento nell’ipertesto] Per verificare le <strong>di</strong>verse<br />

ipotesi, è necessario approfon<strong>di</strong>re l’analisi e la valutazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse situazioni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>suguaglianza, almeno in parte già documentate:<br />

1. I dati relativi a specifici percorsi assistenziali - come il percorso-nascita, la <strong>di</strong>agnosi<br />

precoce dei tumori femminili, le malattie ischemiche <strong>di</strong> cuore, la salute mentale - in cui<br />

emergono da tempo profonde <strong>di</strong>fferenze territoriali.<br />

2. I dati relativi alla mobilità interregionale, alla <strong>di</strong>stribuzione territoriale delle strutture <strong>di</strong><br />

eccellenza (come i centri trapianti e la ra<strong>di</strong>oterapia), ai tempi <strong>di</strong> attesa per alcune<br />

prestazioni <strong>di</strong>agnostiche (TAC cerebrale, ecocar<strong>di</strong>ografia).<br />

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