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Auditorium - Associazione Italiana di Epidemiologia

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poster 9 settembre<br />

RIDUZIONE DEI FLUSSI MIGRATORI INTER-REGIONALI PER LA<br />

DIAGNOSI E IL TRATTAMENTO DELLA FIBROSI CISTICA<br />

Laura Viviani, Giovanni Casazza, Anna Bossi<br />

a nome del Gruppo collaborativi Registro Italiano Fibrosi Cistica<br />

Istituto <strong>di</strong> Statistica Me<strong>di</strong>ca e Biometria – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano<br />

Introduzione<br />

La Fibrosi Cistica (FC) è tra le più frequenti malattie genetiche a prognosi grave<br />

presenti nella popolazione caucasica. La malattia provoca infezioni polmonari croniche,<br />

ridotta e/o alterata produzione <strong>di</strong> enzimi pancreatici con conseguente malassorbimento<br />

intestinale e ridotta crescita corporea, occlusione intestinale in epoca neonatale, per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> sali, sterilità. La malattia comporta un notevole carico assistenziale perché gli oltre<br />

4000 pazienti attualmente presenti in Italia richiedono continui controlli, ricorso a<br />

farmaci e fisioterapia; molti <strong>di</strong> loro, inoltre, necessitano anche <strong>di</strong> ripetuti e, a volte,<br />

prolungati ricoveri. Solo dal 1993 si è provveduto (Legge 548/93) ad istituire, in tutte le<br />

regioni con almeno 1?500?000 abitanti, un Centro <strong>di</strong> Riferimento (CRR) o un Servizio<br />

<strong>di</strong> Supporto (SS) per la FC. La mancanza, in alcune regioni, <strong>di</strong> strutture specializzate<br />

per la <strong>di</strong>agnosi e cura della malattia ha contribuito a creare, soprattutto in passato, un<br />

fenomeno <strong>di</strong> “migrazione sanitaria”.<br />

L’analisi dell’attuale migrazione sanitaria permette <strong>di</strong> valutare se è necessario rivedere<br />

l’organizzazione territoriale dei servizi <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e cura per migliorarne l’efficienza e<br />

ridurre ulteriormente gli spostamenti necessari per la <strong>di</strong>agnosi e la cura della malattia.<br />

Soggetti<br />

Per analizzare i flussi migratori si sono analizzate solo alcune delle informazioni<br />

raccolte nell’ambito del Registro Nazionale per la Fibrosi Cistica (RIFC), attivo<br />

dall’1.1.1988: CRR/SS presso il quale il paziente è, o è stato, in cura; data del decesso,<br />

data <strong>di</strong> trasferimento da una struttura ad un’altra o data <strong>di</strong> “uscita dallo stu<strong>di</strong>o”.<br />

Risultati<br />

Alla fine degli anni ’80, i pazienti residenti in regioni che ancora non <strong>di</strong>sponevano <strong>di</strong> un<br />

CRR/SS erano ovviamente costretti a recarsi fuori regione, non solo per le cure ma<br />

anche per la <strong>di</strong>agnosi. Era questo il caso dei pazienti residenti in Abruzzo, Molise,<br />

Basilicata, Calabria, Trentino A.A., Umbria e Valle d’Aosta. Anche in altre regioni si<br />

osservava però un flusso migratorio verso le strutture <strong>di</strong> più vecchia istituzione, quali<br />

Verona, Genova e Roma. Ad esempio, il 57% dei pazienti in cura a Verona non era<br />

residente nel Veneto così come il 75% dei pazienti in cura a Genova non era residente<br />

in Liguria. Non sempre, tuttavia, si è trattato <strong>di</strong> vere e proprie migrazioni poiché in<br />

molti <strong>di</strong> questi casi la scelta del luogo <strong>di</strong> cura è stata con<strong>di</strong>zionata da motivi geografici<br />

che hanno portato alla struttura sanitaria più facilmente raggiungibile. Ad esempio, per<br />

un paziente lombardo residente nella provincia <strong>di</strong> Mantova è più agevole raggiungere<br />

Verona anziché Milano o per un paziente residente a Reggo Calabria più veloce recarsi<br />

a Messina che a Soverato (CZ).<br />

Attualmente la situazione è notevolmente mutata, infatti, circa il 90% dei pazienti (dal<br />

24% <strong>di</strong> quelli residenti in Calabria, ad oltre il 90% <strong>di</strong> quelli residenti in Liguria, Lazio e<br />

Veneto) è in cura presso il CRR/SS della propria regione <strong>di</strong> residenza e solo il 9% <strong>di</strong><br />

questi si reca anche presso altre strutture.<br />

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