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mascheramento dei propri tratti femminili e di imitazione del<strong>la</strong> controparte maschile,<br />

come i casi di Ange<strong>la</strong> Russo e Giusy Vitale, dipinte quali uomini ‘mancati’.<br />

La mafia utilizza le donne nel mercato criminale come pedine so<strong>la</strong>mente quando<br />

servono, continuando, in tal modo, ad esercitare <strong>la</strong> propria autorità. Ciò implica<br />

elementi di dipendenza, sfruttamento e subordinazione femminile anche nel caso in cui<br />

riescano a raggiungere gli alti livelli del<strong>la</strong> gerarchia mafiosa.<br />

Come evidenzia <strong>la</strong> Siebert 259 , a differenza dell’uomo che “sceglie” di entrare nel<strong>la</strong><br />

mafia, facendo dell’affiliazione paradossalmente un atto di libertà, le donne<br />

“appartengono” a Cosa Nostra, nel senso più letterale che sono proprietà 260 . Nonostante<br />

ciò, il vincolo è ugualmente totale, sanzionato con <strong>la</strong> morte anche se deciso da altri.<br />

Senza nessuna libertà di scelta <strong>la</strong> vita delle donne regredisce al livello delle forme del<br />

destino 261 . La loro ricerca emancipativa si gioca sull’unico terreno disponibile, quello<br />

del<strong>la</strong> competizione feroce, e si esprime nell’adesione al modello “virilistico” di uno stile<br />

di vita violento.<br />

Ribadire <strong>la</strong> sottomissione, l’interruzione e il soffocamento del<strong>la</strong> dialettica insita nei<br />

processi di emancipazione, non significa, tuttavia, considerare le donne vittime,<br />

oppositive al mondo del<strong>la</strong> mafia, passive o ininfluenti.<br />

Subordinate per statuto interno mafioso e non per debolezza soggettiva, percepiscono<br />

intimamente, in modo più o meno consapevole, <strong>la</strong> propria importanza vitale per il<br />

funzionamento del<strong>la</strong> mafia: tito<strong>la</strong>ri insieme all’uomo di Cosa Nostra, componenti<br />

essenziali, pi<strong>la</strong>stri portanti, le donne “portano una responsabilità enorme, piena,<br />

specifica, anche se diversificata circa <strong>la</strong> persistenza del fenomeno 262 ”, una responsabilità<br />

non solo penale ma soprattutto morale.<br />

Suggeriscono, consigliano, servono, sostengono, incoraggiano, tacciono, depistano,<br />

nascondono, portano ambasciate, amministrano, comandano, esigono vendette …, per<br />

questo accanto agli uomini d’onore ci sono le donne d’onore.<br />

259 Siebert R., Dal materno al mafioso.<br />

260 Graziosi M., ibidem.<br />

261 Siebert R., op. cit.<br />

262 Nino Fasullo, in Segno n. 183, p. 51.<br />

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