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disciolto nell’acido ma, essendo questo di pessima qualità, i resti verranno messi in un<br />

sacco e gettati in un porticciolo.<br />

Rosetta, <strong>la</strong> moglie, che aveva visto Rodolfo più volte par<strong>la</strong>re con Sinagra, va da questo<br />

per chiedergli spiegazioni ma ovviamente verrà minacciata di non par<strong>la</strong>re.<br />

Andrà ugualmente a fare <strong>la</strong> denuncia del<strong>la</strong> scomparsa insieme al<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> Benedetta e<br />

al<strong>la</strong> madre di Rodolfo senza, però, esporre i propri sospetti.<br />

Miche<strong>la</strong>, invece, ebbe il coraggio da so<strong>la</strong> di par<strong>la</strong>re ad un maresciallo dei carabinieri e al<br />

vice questore Cassarà, futura vittima di mafia. La vendetta dei mafiosi per questo gesto,<br />

tuttavia, non si farà attendere, semidistruggendole il bar con una bomba.<br />

La nuora Rosetta, dal dolore si <strong>la</strong>scia morire, non mangiando più e, colpita dall’epatite<br />

virale fulminante, morirà. Nei suoi confronti Miche<strong>la</strong> ha ancora qualche rimorso perché<br />

le aveva, sempre, rinfacciato di non aver avuto il coraggio di fare i nomi degli assassini<br />

del marito.<br />

Dunque, si decide a continuare <strong>la</strong> sua battaglia anche per Rosetta, non <strong>la</strong>sciandosi<br />

intimidire dalle minacce mafiose. Così si costituirà parte civile al maxiprocesso<br />

rive<strong>la</strong>ndo ai giudici tutto ciò che sapeva sui fratelli, con precisione, senza aggiungere<br />

nul<strong>la</strong> di ciò che non poteva provare. La sua presenza nell’au<strong>la</strong> del processo significava<br />

che si era aperta una “crepa nel muro storico dell’omertà 462 ”.<br />

Il padre muore il 10 febbraio del 1986 proprio all’inizio del processo, mentre <strong>la</strong> madre,<br />

che in un primo momento aveva espresso <strong>la</strong> volontà di costituirsi parte civile, si <strong>la</strong>scia<br />

facilmente convincere dagli altri figli a tirarsi indietro e non solo, arriva addirittura a<br />

dichiarare ai giornalisti: «Io non ho mai pensato di costituirmi parte civile. Soltanto mia<br />

figlia Miche<strong>la</strong> si è costituita parte civile. Né io né gli altri c’entriamo 463 » prendendo le<br />

distanze dal<strong>la</strong> figlia. Ma Miche<strong>la</strong> con rabbia le dirà «Ma che madre sei? Che hai acqua<br />

nelle vene invece di sangue? (...) che ti hanno ucciso due figli, Rosetta è morta per<br />

questo (…) 464 » e <strong>la</strong> madre con voce da strega le manderà il più funesto degli auguri<br />

«Devi provare lo stesso dolore, devono uccidere i tuoi figli, così provi lo stesso<br />

dolore 465 ».<br />

Dopo di allora Miche<strong>la</strong> decise di rompere nettamente con <strong>la</strong> famiglia, compresi quegli<br />

stessi fratelli e sorelle, amorevolmente accuditi per anni, i quali <strong>la</strong> minacciavano, <strong>la</strong><br />

insultavano dandole del<strong>la</strong> pazza ai giornali fino ad iso<strong>la</strong>r<strong>la</strong> del tutto. Una rottura<br />

dolorosa e traumatica ma anche morale, con una famiglia che, come ricorda Miche<strong>la</strong>,<br />

462 Dal<strong>la</strong> Chiesa N., Le ribelli, p. 87.<br />

463 Puglisi A., Donne, mafia e antimafia, p. 108.<br />

464 Testimonianza al Convegno “Donne di mafia- Donne contro <strong>la</strong> mafia”, Mi<strong>la</strong>no, 20 maggio 2010.<br />

465 Puglisi A,. op. cit., p. 18.<br />

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