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presso <strong>la</strong> quale visse continuando a svolgere <strong>la</strong>vori per l’organizzazione criminale, in<br />

partico<strong>la</strong>re mantenere i contatti con il Nord, tagliare <strong>la</strong> droga e fare da tramite con il<br />

carcere, finchè nel febbraio del 1997 non decise di col<strong>la</strong>borare con <strong>la</strong> giustizia.<br />

Prostituzione<br />

Accanto a Nonna Eroina, un’altra donna ‘matura’ si contraddistingue, stavolta, in un<br />

campo ancora più “onorevole” del<strong>la</strong> droga, <strong>la</strong> prostituzione. A Catania, Lucia Niciforo e<br />

<strong>la</strong> figlia Maria Rosa, una coppia di donne intraprendenti, hanno dato vita a un racket che<br />

ha portato loro il controllo sull’industria del sesso del<strong>la</strong> città. Tra il 1991 e il 1992, un<br />

gran numero di prostitute del<strong>la</strong> zona di San Berillo, al centro di Catania, furono<br />

avvicinate da una donna nota semplicemente come ‘zia Lucia’, che offrì loro del denaro<br />

in prestito. Parecchie delle prostitute appena arrivate in Italia dal Sudamerica,<br />

accettarono l’offerta ma a poco a poco i tassi d’interesse del<strong>la</strong> ‘cara’ zia Lucia furono<br />

talmente alti che le ragazze finirono con il rimanere intrappo<strong>la</strong>te, costrette a battere il<br />

marciapiede per ripagare gli strozzini.<br />

Il controllo del giro del<strong>la</strong> prostituzione a Catania fu affidato a Lucia dal genero, Orazio<br />

Nicolosi, noto come Orazio ‘u Lisciu, al secondo posto del<strong>la</strong> gerarchia del c<strong>la</strong>n Savasta<br />

che deteneva il controllo nel quartiere più vecchio di Catania. La squadra di Lucia<br />

comprendeva, appunto, <strong>la</strong> figlia, Maria Rosa Vasta, che farà da contabile del c<strong>la</strong>n<br />

Savasta. I prestiti che e<strong>la</strong>rgivano “generosamente” comprendevano anche i bordelli che<br />

per pagare i debiti in continua crescita, furono costretti a versare <strong>la</strong> maggior parte degli<br />

incassi.<br />

Zia Lucia godeva di una reputazione spaventosa: un investigatore l’aveva descritta<br />

come “ intimidatrice e dura. Una donna terribile 219 ”. Il c<strong>la</strong>n dei Savasta finì con l’avere<br />

il controllo totale dell’industria del sesso catanese. I metodi di riscossione erano brutali:<br />

Biagia Dino <strong>la</strong> proprietaria di un bordello, ad esempio, racconta che gli ‘sgherri’ di zia<br />

Lucia le ruppero un braccio perchè aveva ritardato un pagamento.<br />

L’avidità e l‘ambizione del gruppo fecero loro perdere il controllo fino a rec<strong>la</strong>mare tassi<br />

d’interesse irragionevoli. Così una mezza dozzina di prostitute, nonostante <strong>la</strong> paura di<br />

ritorsioni, si convinse a denunciare. Nel giugno del 1994 Lucia Niciforo a 64 anni fu<br />

arrestata e incriminata per associazione mafiosa, estorsione e usura, mentre <strong>la</strong> figlia fu<br />

arrestata 5 mesi più tardi, dopo <strong>la</strong> testimonianza di Biagia Dino nell’ambito di un<br />

patteggiamento che <strong>la</strong> salvava da una condanna per guadagni illeciti provenienti da<br />

219 Longrigg C., L’altra metà del<strong>la</strong> mafia, p. 99.<br />

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