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Per Anna Puglisi si tratta, invece, di un “teatro del<strong>la</strong> verità”, dato che sono veri i<br />

cadaveri, veri pure i suicidi, anche se tentati. La recitazione servirebbe solo a caricare<br />

“le tinte per rendere più ad effetto il loro protagonismo 309 ”.<br />

Concorde con <strong>la</strong> Puglisi è Nino Fasullo 310 per il quale, anche se il loro comportamento<br />

fosse una messinscena per evitare rappresaglie, queste donne recitano da perfette<br />

“mafiose”.<br />

Gian Carlo Caselli, insieme all’antropologa Ida Magli 311 , ritiene che siano vittime<br />

perché assuefatte “ad una cultura mafiosa che non <strong>la</strong>scia scelte e costringe a determinati<br />

innaturali comportamenti 312 ”.<br />

Questa considerazione del<strong>la</strong> donna sempre e comunque come vittima, tuttavia, rischia di<br />

non mettere in rilievo le palesi forme di complicità e compartecipazione femminile, non<br />

importa se formalizzata o meno, al<strong>la</strong> gestione del<strong>la</strong> famiglia o cosa mafiosa. Anche <strong>la</strong><br />

p<strong>la</strong>teale dissociazione dal pentitismo potrebbe essere benissimo un cosciente intervento<br />

per contenere un fenomeno da cui anche loro si sentono minacciate.<br />

Se pensassimo alle donne come vittime, come sottolinea <strong>la</strong> Puglisi, dovremmo far<br />

valere tale considerazione anche per gli uomini, compresi i capi più feroci e dispotici,<br />

dato che anche loro fanno parte di un mondo in cui si nasce con un destino segnato.<br />

Nonostante <strong>la</strong> mafia sia indubbiamente un sistema dittatoriale, totalizzante e totalitario,<br />

che richiede <strong>la</strong> completa dedizione di sé da parte degli affiliati, all’interno del<strong>la</strong> stessa<br />

c’è chi sceglie <strong>la</strong> mafia, chi l’antimafia, chi sceglie di pentirsi e chi di rimanere sempre<br />

legato ai codici mafiosi. È, proprio, contro <strong>la</strong> possibilità di scegliere <strong>la</strong> libertà che si<br />

rivolta il tirannismo mafioso, che “non è solo maschile ma può assumere anche il volto<br />

delle donne 313 .”<br />

4.2 Le col<strong>la</strong>boratrici di giustizia<br />

309Puglisi A., Donne, mafia e antimafia, p. 54.<br />

310 Nino Fasullo, in Segno, n. 183, marzo 1997.<br />

311 Cit. in Puglisi A, op. cit.<br />

312 Ibidem, p. 51.<br />

313 Puglisi A., Donne, mafia e antimafia, p. 53.<br />

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