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Risp.: No, non credo. Senza il loro peso, senza <strong>la</strong> loro conservazione dei disvalori mafiosi,<br />
senza <strong>la</strong> loro funzione educatrice senza tutto questo non credo che <strong>la</strong> mafia potrebbe<br />
sopravvivere. Sono all’interno del<strong>la</strong> famiglie e <strong>la</strong> famiglia è <strong>la</strong> prima cellu<strong>la</strong> di Cosa Nostra.<br />
Intervista Ombretta Ingrascì.<br />
1) La mafia è solo un’organizzazione criminale?<br />
Risp.: No non è solo un’organizzazione criminale perché <strong>la</strong> mafia è qualcosa di più, sicuramente<br />
un’organizzazione con una dimensione anche culturale e sociale e <strong>la</strong> prospettiva diciamo di<br />
genere ci conferma questo aspetto. Il fatto che nel<strong>la</strong> mafia ci siano dei ruoli che prevalentemente<br />
sono ricoperti dalle donne, sono svolti dalle donne che se non sono penalmente rilevanti ci dice<br />
che <strong>la</strong> mafia non è semplicemente un’organizzazione criminale. Sul<strong>la</strong> definizione di mafia si<br />
potrebbe disquisire per ore e il dibattito è enorme soprattutto da un punto di vista storiografico.<br />
Qui lo risparmierei, credo che appunto che <strong>la</strong> finalità di questa domanda nel contesto del tema<br />
donna e mafia sia un po’ questo, cioè il fatto che comunque studiare il ruolo delle donne nel<strong>la</strong><br />
mafia permette di capire meglio anche il fenomeno stesso, del<strong>la</strong> mafia stessa. Quindi non è un<br />
tema marginale ma un tema importante proprio perché ci può far capire <strong>la</strong> mafia in modo più<br />
complesso, più olistico diciamo.<br />
2) Perché dentro <strong>la</strong> mafia vi è il divieto di affiliazione formale per <strong>la</strong> donna?<br />
Risp.: Questo andrebbe chiesto ai mafiosi. Il perché è difficile a dirsi nel senso che si possono<br />
fare delle ipo<strong>tesi</strong>. Studi come quelli del<strong>la</strong> Siebert o quello del<strong>la</strong> Principato e del<strong>la</strong> Dino o anche<br />
il mio <strong>la</strong>voro hanno dimostrato che <strong>la</strong> mafia è un’organizzazione maschile. Uno dei criteri per<br />
far parte di questa organizzazione criminale, di questa elite criminale è essere maschio cioè è<br />
uno dei criteri selettivi per accedere al bat<strong>tesi</strong>mo, all’iniziazione mafiosa. Le donne non sono<br />
contemp<strong>la</strong>te formalmente. Questo si può ricondurre probabilmente alle stesse ragioni per cui le<br />
donne sono stati storicamente precluse dei mestieri maschili nel<strong>la</strong> società più ampia, penso che<br />
le ragioni siano simili, il fatto che <strong>la</strong> donna sia stata considerata più vicina al<strong>la</strong> natura che al<strong>la</strong><br />
cultura, il fatto che <strong>la</strong> donna sia stata considerata inferiore, che sia sempre stata considerata<br />
biologicamente inferiore quindi le differenze tra maschile e femminile. Queste differenze poi<br />
sono state quelle presenti anche nel<strong>la</strong> società più ampia non solo nel<strong>la</strong> società mafiosa, quindi<br />
le stesse ragioni che hanno escluso <strong>la</strong> donna dal<strong>la</strong> sfera pubblica nel<strong>la</strong> società più ampia,<br />
chiamiamo<strong>la</strong> così per differenziar<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> società mafiosa, anche se ovviamente sappiamo<br />
perfettamente che <strong>la</strong> società mafiosa è parte del<strong>la</strong> nostra società, probabilmente queste sono le<br />
stesse ragioni. La donna è sempre stata considerata inaffidabile, più pericolosa per quanto<br />
riguarda, diciamo, <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> del silenzio, perché di natura pettego<strong>la</strong>, quindi tutti questi stereotipi,<br />
tutte queste considerazioni maschili sul<strong>la</strong> donna, probabilmente poi hanno condotto poi le<br />
organizzazioni criminali a non volerle inserire. Queste sono le ragioni principali, ipo<strong>tesi</strong>. Poi è<br />
anche una questione di rapporto con <strong>la</strong> violenza, comunque, di forza fisica cioè comunque le<br />
organizzazioni mafiose nascono come organizzazioni criminali violenti e quindi poi <strong>la</strong> donna ha<br />
un rapporto con <strong>la</strong> violenza diverso. Tanto è vero che quando nel<strong>la</strong> mafia si sono create delle<br />
mansioni diverse meno legate al<strong>la</strong> violenza, dove <strong>la</strong> violenza era meno necessaria quindi penso<br />
a tutti i ruoli nel settore economico, finanziario ecc..<strong>la</strong> donna è stata inserita quindi certe<br />
caratteristiche poi anche fisiche non sono più servite. Nelle nuove mafie <strong>la</strong> violenza è<br />
importante ma forse è più importante l’intimidazione del<strong>la</strong> violenza, in una mafia più antica<br />
forse era più importante <strong>la</strong> violenza fisica, <strong>la</strong> violenza dimostrata anche. E quindi questo<br />
sicuramente è un fattore che avrà avuto un impatto e ha condizionato su questa mancata<br />
affiliazione formale delle donna al<strong>la</strong> mafia.<br />
3) Il ruolo educativo del<strong>la</strong> madre è importante nel<strong>la</strong> formazione di un perfetto uomo d’onore?<br />
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