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magistrati quali Borsellino, Alessandra Camassa, Morena P<strong>la</strong>zzi, Custode ecc, che le<br />
faranno conoscere il “concetto di Stato 554 ”, il suo vero scopo diventa quello di<br />
“assicurare i delinquenti al<strong>la</strong> giustizia 555 ”. La testimonianza di Rita Atria dimostra,<br />
inoltre, quanto sia importante nel<strong>la</strong> spinta a col<strong>la</strong>borare o testimoniare l’incontro con il<br />
magistrato che conduce le indagini in quanto è importante che “sappia infondere fiducia<br />
e sicurezza, fiducia nelle istituzioni e sicurezza per il futuro 556 ”, comunicando, dunque,<br />
speranza.<br />
Non dimentichiamo, però, che per le col<strong>la</strong>boratrici di giustizia vi sono delle motivazioni<br />
pratiche, “di convenienza” e di “opportunismo 557 ”, ossia <strong>la</strong> possibilità di ottenere sconti<br />
di pena, possibilità che sicuramente avrà spinto <strong>la</strong> Vitale, per <strong>la</strong> paura dell’ergastolo, a<br />
col<strong>la</strong>borare, altrimenti non si spiegherebbe come mai abbia preso tale decisione solo 4<br />
anni dopo essere stata arrestata, anche se Del Bene <strong>la</strong> giustifica sostenendo che tale<br />
ritardo sia dovuto all’aver maturato tardi l’aspetto criminale del<strong>la</strong> sua azione.<br />
Ovviamente anche nelle col<strong>la</strong>boratrici, <strong>la</strong> possibilità di garantire un futuro diverso ai<br />
figli, lontano dal carcere, dal crimine, dal<strong>la</strong> violenza mafiosa è fondamentale e in casi,<br />
come quello del<strong>la</strong> Iucu<strong>la</strong>no, diventa <strong>la</strong> motivazione prevalente, trovando nell’essere<br />
“madre” <strong>la</strong> forza per cambiare vita.<br />
Contrariamente alle mie aspettative e all’ipo<strong>tesi</strong> di partenza, il contributo femminile nel<br />
disgregare Cosa Nostra viene considerato dal<strong>la</strong> maggior parte degli intervistati<br />
“minimo”, “marginale 558 ”, quasi “pari a zero 559 ”, limitato esclusivamente a qualche<br />
singolo caso, dato che non ci sono storie di “grandi rivoluzioni 560 ” all’interno delle<br />
famiglie mafiose.<br />
Un ruolo disgregante potrebbe possederlo se consideriamo <strong>la</strong> pressione a col<strong>la</strong>borare nei<br />
confronti del proprio uomo, anche perché <strong>la</strong> donna d’oggi rispetto al passato, come<br />
rileva <strong>la</strong> Genovese, è più pronta ad affrontare una nuova vita lontano dai familiari, dal<br />
paese, ha una maggiore indipendenza in quanto può <strong>la</strong>vorare, sa guidare…e questo «le<br />
consente di sopravvivere in un contesto completamente diverso 561 ». Tuttavia, anche in<br />
ciò il contributo è minimo soprattutto considerando che l’organizzazione gode ancora<br />
di un forte consenso sociale e si basa su decisioni prettamente maschili, mentre <strong>la</strong><br />
554 Intervista Nadia Furnari in appendice.<br />
555 Intervista Piera Aiello, op. cit.<br />
556 Intervista Vincenza Rando in appendice.<br />
557 Intervista Nadia Furnari, op. cit.<br />
558 Intervista Vincenza Rando in appendice.<br />
559 Intervista Francesco Del Bene in appendice.<br />
560 Intervista Nadia Furnari in appendice.<br />
561 Intervista Monica Genovese in appendice.<br />
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