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se volutamente o inconsciamente, chiude gli occhi davanti alle voglie del marito poiché<br />

altrimenti avrebbe dovuto buttarlo fuori di casa, <strong>la</strong>sciando i bambini senza un padre e<br />

allora chi avrebbe procurato quel poco da mangiare che avevano? Così Miche<strong>la</strong> si<br />

spiega il comportamento del<strong>la</strong> madre, una madre che non si accorge di quanto <strong>la</strong> figlia<br />

stia soffrendo neanche quando, per ben due volte tenta, il suicidio. Miche<strong>la</strong> commenta<br />

commossa: «Mia madre purtroppo non si chiedeva come mai questa ragazzina si<br />

comportasse così 459 » e anzi racconta con amarezza che una volta quando provò a porre<br />

fine al<strong>la</strong> sua sofferenza ingerendo <strong>la</strong> candeggina, <strong>la</strong> signora Basile cinicamente le<br />

consiglierà: «Ma tu che volevi morire, che hai bevuto <strong>la</strong> candeggina? L’acido dovevi<br />

bere no <strong>la</strong> candeggina! 460 ». Questo fa si che si generi in lei una sorta di repulsione non<br />

solo nei confronti del padre ma anche del<strong>la</strong> madre.<br />

Il fratello Salvatore inizia a contrabbandare sigarette ma non era un uomo d’onore,<br />

aveva solo bisogno di vivere. Purtroppo queste cose non si fanno senza il consenso del<strong>la</strong><br />

mafia e lui commise l’errore di non chiedere il permesso a nessuno, non versando<br />

alcuna ‘tassa’. Così, secondo <strong>la</strong> ‘legge’ mafiosa, verrà punito una sera con 3 colpi di<br />

calibro 38 da dietro le spalle.<br />

Era il 1976 e, come ammette Miche<strong>la</strong>, allora <strong>la</strong> mafia sembrava una cosa astratta perciò<br />

nessuno pensò di costituirsi parte civile.<br />

Ma il fratello Rodolfo non si dà pace e si mette in testa di scoprire chi siano stati gli<br />

assassini. Anche se sapeva perfettamente che era stata Cosa Nostra, purtroppo, non<br />

aveva le prove concrete per avere giustizia.<br />

Quando si sposa con Rosetta - sorel<strong>la</strong> di Benedetta, vedova di Salvatore - va a vivere<br />

proprio nello stesso quartiere di quel<strong>la</strong> cosca di assassini, ma gli viene intimato da<br />

Sinagra, futuro pentito, di andar via da lì, evidentemente perché già sapeva <strong>la</strong> fine che<br />

avrebbe fatto.<br />

I parenti preoccupatissimi lo supplicarono di andare ad abitare con <strong>la</strong> madre, ma lui<br />

testardamente disse: «Io non me ne vado. Se devo fare <strong>la</strong> fine di mio fratello, sono<br />

pronto a farlo 461 ». Da quando quell’avvertimento si avverò non passò molto e una sera,<br />

chiamato da una persona di ‘fiducia’, così che non sospettasse nul<strong>la</strong>, non farà più<br />

ritorno. Il corpo non verrà ritrovato, si sapranno in seguito i partico<strong>la</strong>ri agghiaccianti del<br />

suo omicidio: verrà torturato nel<strong>la</strong> cosiddetta ‘camera del<strong>la</strong> morte’, strango<strong>la</strong>to e poi<br />

459 Ibidem.<br />

460 Ibidem.<br />

461 Testimonianza Miche<strong>la</strong> Buscemi al Convegno “Donne di mafia- Donne contro <strong>la</strong> mafia”, Mi<strong>la</strong>no, 20<br />

maggio, 2010..<br />

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