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una campagna affinchè venisse loro concesso un sussidio statale a copertura delle spese<br />

processuali. Era un modo per far sentire il proprio sostegno contro l’iso<strong>la</strong>mento e <strong>la</strong><br />

denigrazione cui era costretta nel proprio ambiente, come abbiamo visto, chi aveva<br />

avuto il coraggio di un tale passo.<br />

Iniziarono a iscriversi all’Associazione anche quelle donne di estrazione popo<strong>la</strong>re, come<br />

Miche<strong>la</strong> Buscemi, spinte dal<strong>la</strong> volontà di far sentire <strong>la</strong> propria voce trovando un<br />

linguaggio e una strategia comune per uscire dal cerchio violenza-rassegnazione-<br />

emarginazione.<br />

In 12 anni di attività le iniziative sono state tante: il <strong>la</strong>voro nelle scuole, in un periodo in<br />

cui erano pochi i professori disposti a par<strong>la</strong>re di mafia, attraverso <strong>la</strong> partecipazione delle<br />

socie ai dibattiti nell’ambito delle programmazioni per <strong>la</strong> crescita di una coscienza<br />

antimafiosa, convinte che bisogna partire proprio dall’educazione dei giovani; gli<br />

incontri di <strong>la</strong>voro con le associazioni femminili contro <strong>la</strong> mafia del<strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria e del<strong>la</strong><br />

Campania; l’organizzazione di manifestazioni come quel<strong>la</strong> nazionale del 22 ottobre del<br />

‘89 con <strong>la</strong> presenza del Presidente del<strong>la</strong> Camera Nilde Jotti; <strong>la</strong> partecipazione ai dibattiti<br />

e ai convegni in molte città d’Italia e anche all’estero; <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione, per un periodo<br />

di tempo con il Centro Sociale San Saverio, mediante <strong>la</strong> partecipazione ad un ciclo<br />

d’incontri con le donne del quartiere Albergheria – un quartiere degradato di Palermo -<br />

organizzati dallo “Spazio donna” e aventi come oggetto di riflessione <strong>la</strong> condizione<br />

femminile in una situazione di svantaggio sociale e il ruolo del<strong>la</strong> donna nel<strong>la</strong> lotta al<strong>la</strong><br />

mafia, al fine di una ricerca comune di crescita del<strong>la</strong> coscienza civile; <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

con l’Associazione “Zen insieme” gestita da donne e con il Centro di documentazione<br />

Giuseppe Impastato; e soprattutto l’aiuto alle donne costitui<strong>tesi</strong> parte civile, con <strong>la</strong><br />

presenza ai processi, lottando assieme a loro per rompere l’iso<strong>la</strong>mento, un sostegno che<br />

non ha costituito soltanto un momento alto di solidarietà ma è stato anche uno stimolo<br />

per l’attuazione di provvedimenti istituzionali per tutte le vittime del<strong>la</strong> lotta contro <strong>la</strong><br />

mafia.<br />

I primi anni dell’associazione furono anni di intenso impegno, di proselitismo e divenne<br />

per lungo tempo un punto di riferimento di notevole importanza portando le iscritte al<br />

centinaio. Come dice <strong>la</strong> Puglisi: «è bello pensare che i semi piantati dall’Associazione<br />

delle donne contro <strong>la</strong> mafia siano germogliati in altri luoghi e in altre situazioni» 494 .<br />

Nonostante i riconoscimenti anche internazionali, le richieste di partecipazione ecc.., da<br />

qualche tempo l’associazione è, purtroppo, in crisi. Le socie sono diminuite<br />

494 http://www.noidonne.org/articolo.php?ID=02480.<br />

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