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uono, perché lei comunque è una donna buona 367 (...)» per questo troverà meno<br />

ostacoli per così dire “interni”, legati al suo essere, nell’intraprendere tale percorso.<br />

Stava emergendo, proprio tramite quell’esperienza, <strong>la</strong> sua parte più nobile, il bisogno di<br />

pulizia, di giustizia per il quale ammette completamente le sue responsabilità,<br />

raccontando tutto, anche il tradimento al marito, con una straordinaria precisione. La<br />

sua vita privata verrà, infatti, rovistata senza pietà - un strategia dell’avvocato di Pino<br />

per rendere meno credibile <strong>la</strong> sua col<strong>la</strong>borazione - ma Rosalia forte del<strong>la</strong> sua onestà e<br />

sincerità si mette completamente a nudo sapendo che anche questo fa parte del “rito di<br />

purificazione”.<br />

Anche se potrebbe giustificarsi in mille modi - aveva 16 anni, Pino l’ha p<strong>la</strong>giata, ha<br />

fatto solo <strong>la</strong> buona moglie … - Rosalia non cerca scusanti per ciò che ha fatto come si<br />

legge dalle sue parole «(...) il carcere me lo sò meritato, come mi sò meritate altre cose,<br />

però me le sò meritate, (...) e..non sò giustificabili, ho sbagliato io, anche se nessuno<br />

dietro me lo insegnava però ho sbagliato (...) 368 ».<br />

Pur di portare fino in fondo <strong>la</strong> sua col<strong>la</strong>borazione accusa non solo il marito - per il quale<br />

fornirà gli elementi probatori per ritenere <strong>la</strong> sua responsabilità anche per l’omicidio di<br />

Caccamisi Salvatore commesso il 20 luglio del 2002 - ma addirittura il fratello<br />

Giuseppe, denunciando, inoltre, <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> vil<strong>la</strong> tanto amata e soprattutto rifiutando<br />

qualsiasi sconto di pena, nonostante le toccasse per legge in quanto col<strong>la</strong>boratrice.<br />

Rosalia vuole pagare il suo debito con <strong>la</strong> giustizia fino all’ultimo cen<strong>tesi</strong>mo.<br />

Dunque, potremmo par<strong>la</strong>re nel suo caso di un vero e proprio pentimento inteso quale<br />

ravvedimento spirituale e morale, che se non ha nessuna importanza ai fini dei rapporti<br />

con lo Stato, lo ha invece in termini di significato civile ed etico.<br />

Lei continuava invano, attraverso le udienze, a <strong>la</strong>nciare appelli al marito affinchè<br />

iniziasse anche lui a col<strong>la</strong>borare, non perché lo amasse ma per i figli anche se in risposta<br />

<strong>la</strong> raggiungevano da Pino e dai parenti un coro d’insulti. Lui non avrebbe potuto mai<br />

accettare, convinto di essere “Gesù Cristo in croce 369 ”, un povero martire il quale<br />

mantiene alta <strong>la</strong> sua “dignità”, che nel linguaggio mafioso significa sopportare il<br />

carcere, rimanere zitto non facendo l’infame.<br />

Rosalia, perciò, dopo l’ennesimo rifiuto si rassegna del tutto ma riesce finalmente a<br />

capire e in parte a giustificare tale comportamento, considerando che Pino è “nato di<br />

mafia 370 ”, cresciuto in quell’ambiente, con un certo tipo di educazione che non gli<br />

367 Intervista Monica Genovese in appendice.<br />

368 Intervista Carme<strong>la</strong> Rosalia Iucu<strong>la</strong>no, op. cit.<br />

369 Intervista Carme<strong>la</strong> Rosalia Iucu<strong>la</strong>no in appendice<br />

370 Cerati C., Storia vera di Carme<strong>la</strong> Iucu<strong>la</strong>no, p. 140.<br />

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