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Con il marito in carcere <strong>la</strong> Iucu<strong>la</strong>no inizia ad analizzare <strong>la</strong> situazione arrivando a<br />

constatare che in tutto il suo coinvolgimento era sempre stato lui a decidere, a<br />

comandare mentre lei doveva solo eseguire, niente di più. Ciò nonostante non vedeva<br />

nul<strong>la</strong> di sbagliato in tutto questo perchè ancora una volta pensava di star facendo solo il<br />

dovere di una ‘buona moglie’ che appoggia il marito in tutto e per tutto, qualunque<br />

fosse <strong>la</strong> sua attività, convinta, perciò, che fosse giusto. Inizia, così, a entrare in carcere<br />

senza vergogna anzi quasi fosse una ‘scampagnata 354 ’.<br />

Continuano, nel frattempo, le perquisizioni in casa Rizzo in una delle quali vennero<br />

sequestrati una pisto<strong>la</strong> e 500 euro in francobolli.<br />

Durante <strong>la</strong> detenzione di Pino, si occupò il fratello Giuseppe di provvedere a Rosalia e<br />

alle bimbe economicamente, interessandosi anche delle questioni legali e persino del<strong>la</strong><br />

permanenza in carcere del cognato a cui, come <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>, faceva da “postino”. Per il<br />

sempre maggiore coinvolgimento del fratello negli affari loschi del marito, Rosalia si<br />

sentirà terribilmente in colpa, scoprendo, però, solo in seguito che lui non era stato una<br />

vittima innocente, come le fece credere.<br />

L’arresto del marito nel 2002 e quindi l’allontanamento da lui, tuttavia, permette a<br />

Rosalia di riflettere, di aprire gli occhi finalmente, come <strong>la</strong> stessa ammette «(...) so’ stati<br />

due anni, dal 2002 al 2004 quando so’ stata arrestata io, due anni per me di riflessione e<br />

di crescita da so<strong>la</strong>, senza <strong>la</strong> sua influenza, senza le sue idee 355 (...)».<br />

Due anni in cui Rosalia si trovò completamente da so<strong>la</strong> a fronteggiare un mondo che<br />

credeva di conoscere e che invece le era stato parzialmente occultato ma soprattutto a<br />

fronteggiare <strong>la</strong> spietatezza dei familiari di Pino, i quali non solo non provvedevano né al<br />

figlio né tanto meno al<strong>la</strong> nuora, ma continueranno a far pagare il pizzo alle imprese<br />

Iucu<strong>la</strong>no.<br />

Rosalia viveva in un costante clima d’intimidazione soprattutto a causa del suocero -<br />

che giudicava un uomo viscido, ripugnante, meschino e privo di scrupoli - il quale <strong>la</strong><br />

minacciava continuamente perché grazie al<strong>la</strong> sua funzione di messaggera, contribuiva a<br />

mantenere <strong>la</strong> posizione del marito intatta, mentre lui, dopo l’arresto di Pino e di<br />

Rosolino, voleva riacquisire, insieme ad altri “vecchi”, un ruolo predominante<br />

all’interno dell’organizzazione, disposto per questo anche a passare sopra il figlio. Lei,<br />

dunque, rappresentava solo un ostacolo da eliminare.<br />

È come se <strong>la</strong> famiglia Rizzo fosse uscita “al naturale”, mostrando una parte che <strong>la</strong><br />

Iucu<strong>la</strong>no prima non aveva visto forse anche perché protetta da Pino: <strong>la</strong> loro profonda<br />

354 Cerati C., Storia vera di Carme<strong>la</strong> Iucu<strong>la</strong>no, p. 93.<br />

355 Intervista Carme<strong>la</strong> Rosalia Iucu<strong>la</strong>no in appendice.<br />

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