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6) L’istituzione del 416 bis, l’inasprimento delle condizioni carcerarie con il 41 bis e il<br />

fenomeno del pentitismo hanno favorito il graduale inserimento del<strong>la</strong> donna nelle attività<br />

criminali mafiose?<br />

Risp.: Dalle analisi su alcuni casi giudiziari e dall’analisi anche delle statistiche criminali si è<br />

riscontrato una corrispondenza tra una maggiore attività investigativa e un maggiore<br />

inserimento delle donne nel<strong>la</strong> mafia. E cosa significa questo? Che nel momento in cui c’è una<br />

maggiore attenzione da parte dello Stato nei confronti di queste organizzazioni criminali quindi<br />

di conseguenza vengono arrestati o vengono costretti al<strong>la</strong> <strong>la</strong>titanza uomini di mafia si crea<br />

inevitabilmente uno spazio, una vacanza di manodopera che quindi deve essere colmata<br />

attraverso altre componenti, altri elementi del<strong>la</strong> famiglia. Le donne ovviamente sono quelle più<br />

utili perché sono donne che sono cresciute nell’ambiente, che sanno , che conoscono gli affari<br />

dei propri uomini che quindi possono, diciamo, prendere in mano le redini del gruppo criminale<br />

senza alcuna difficoltà. Quindi si può supporre sì che ci sia questa corrispondenza quando non<br />

c’è bisogno, diciamo, le donne vengono utilizzate meno, suppongo. Un po’ come nel mercato<br />

del <strong>la</strong>voro legale in cui le donne vengono utilizzate quando ce n’è bisogno e poi vengono<br />

espulse dal mercato, così sembra essere il mercato criminale del<strong>la</strong> mafia. Nel momento in cui<br />

c’è bisogno e nei momenti di emergenze, nei momenti di fibril<strong>la</strong>zione c’è una maggiore<br />

necessità ovviamente, quindi in corrispondenza di questi momenti che hanno caratterizzato <strong>la</strong><br />

lotta al<strong>la</strong> mafia, quindi il 416 bis, il 41 bis e poi tutta l’ondata del pentitismo che ha portato ad<br />

arresti, ha portato a nuove indagini, ha portato quindi a grosse operazioni investigative contro <strong>la</strong><br />

mafia, si crea, appunto, questa necessità e quindi le donne di conseguenza vengono utilizzate.<br />

7) Quali sono i principali reati delle donne all’interno dell’organizzazione?<br />

Risp.: Anche qui non posso rispondere in termini di cosa sta avvenendo adesso nel senso che<br />

non me ne sto occupando quindi non ne posso par<strong>la</strong>re. Nel<strong>la</strong> trasformazione che c’è stata tra gli<br />

anni ’80 e gli anni ’90 si trova <strong>la</strong> presenza femminile si trova all’interno di tutte le principali<br />

attività del<strong>la</strong> criminalità mafiosa, quindi all’interno del narcotraffico, all’interno delle attività<br />

economiche- finanziarie e anche all’interno del<strong>la</strong> gestione, diciamo, proprio del c<strong>la</strong>n. In termini<br />

di reati sicuramente ne abbiamo ritrovano donne proprio condannate per 416 bis però anche<br />

donne condannate per ricic<strong>la</strong>ggio, per esempio. A quanto dicono i magistrati è aumentata negli<br />

anni ’90 <strong>la</strong> presenza delle donne proprio nel settore economico-finanziario in corrispondenza<br />

delle trasformazioni che hanno caratterizzato Cosa Nostra e anche l’‘ndrangheta penso. Quindi<br />

una maggiore, diciamo, finanziarizzazione del<strong>la</strong> mafia nel senso di una maggiore necessità da<br />

parte di questa organizzazione di ricic<strong>la</strong>re il denaro sporco ha portato sicuramente a nuove e<br />

importanti attività apparentemente pulite come l’investimento in borsa, piuttosto che comprare e<br />

vendere immobili. Poi le donne tradizionalmente hanno sempre avuto il ruolo di cassiera<br />

all’interno delle organizzazioni criminali, quindi, è il successivo sviluppo del ruolo di cassiere,<br />

in una mafia contemporanea è quel<strong>la</strong> proprio del<strong>la</strong> partecipazione nelle attività economiche, di<br />

reinvestimento del denaro sporco. Un caso molto interessante è quello di Cinzia Lipari e anche<br />

quello di Nunzia Graviano, quello di Nunzia Graviano in modo partico<strong>la</strong>re che gestiva proprio i<br />

beni dei fratelli Graviano quando questi erano in carcere e per fare questo viaggiava, girava il<br />

mondo, andava in Francia a reinvestirlo, si occupava dei rapporti con i prestanome<br />

dell’organizzazione ed era molto competente e brava in questo ruolo.<br />

8) Sono stati individuati elementi di subordinazione e dipendenza dall’uomo caratterizzante <strong>la</strong><br />

condizione femminile all’interno di Cosa Nostra, questo fa delle donne delle mere vittime?<br />

Risp.: No non sono mere vittime mi sembra riduttivo definirle in questo modo. Sicuramente <strong>la</strong><br />

loro condizione proprio perché caratterizzata in parte da elementi di subordinazione e<br />

dipendenza dall’uomo, è una condizione di, a mio parere poi altre studiose <strong>la</strong> pensano<br />

diversamente, di inferiorità e quindi si può forse par<strong>la</strong>re di vittimismo. Più che di vittimismo<br />

forse si può par<strong>la</strong>re più di una condizione di vulnerabilità, di una condizione in cui sono<br />

costrette abbastanza a fare ciò che viene richiesto e quindi, possiamo definirle più che vittime<br />

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