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parte di un sistema maschilista, maschile, fortemente maschile, comunque è un contesto che per<br />
definizione è un contesto violento e quindi di conseguenza, è naturale che i rapporti di genere, i<br />
rapporti tra le generazioni siano rapporti caratterizzati dal<strong>la</strong> violenta. Poi il rischio di queste<br />
considerazioni sono il rischio di generalizzare, quindi, noi possiamo portare avanti queste<br />
considerazioni sulle base delle storie che sono emerse. Chissà quante storie non emerse noi non<br />
conosciamo, però in base alle storie emerse, quindi, pensiamo di nuovo sempre ai casi di Giusy<br />
Vitale, del<strong>la</strong> Iucu<strong>la</strong>no ci dimostrano proprio attraverso le loro parole attraverso <strong>la</strong> loro<br />
testimonianza diretta che questo è mondo caratterizzato da violenza nei confronti delle donne,<br />
che sia fisica, che sia psicologica. Ciò non significa che le donne non siano donne che sono<br />
pienamente consapevole e responsabili,ecco, quindi, è opportuno, a mio parere, adottare un<br />
approccio equilibrato tra le due visioni di una donna criminale che gestisce tutto dietro le quinte,<br />
perché molto spesso il rischio ultimamente è anche di creare questo stereotipo del<strong>la</strong> <strong>la</strong>dy boss<br />
perché prima si pensava che le donne non avessero nessun ruolo e quindi adesso invece si pensa<br />
che le donne chissà quale ruolo abbiano. Le donne sì hanno un ruolo importante, molto più<br />
importante di quello che si è sempre pensato però nello stesso tempo, però, vivono in questo<br />
tipo di contesto che è un contesto maschile.<br />
9) Possono essere definite, al<strong>la</strong> stregua dell’uomo, donne d’onore?<br />
Risp.: No. Le donne d’onore sono donne d’onore perché sono parenti, mogli, compagne, figlie<br />
degli uomini d’onore. Quindi le donne non sono donne d’onore nel senso che formalmente<br />
sappiamo appunto che non possono essere affiliate. Però sono donne d’onore perché negli ultimi<br />
anni hanno dimostrato di prendere parte attivamente alle organizzazioni di tipo mafioso e quindi<br />
in questo senso possono essere definite donne d’onore. Rispetto all’onore, poi comunque, loro<br />
donne hanno un ruolo molto importante nel<strong>la</strong> reputazione onorifica del proprio uomo. Mi viene<br />
in mente proprio il caso del<strong>la</strong> Iucu<strong>la</strong>no, quando vuole dividersi dal proprio uomo non glielo<br />
permettono, non può praticamente farlo, e addirittura il marito che è abituato a picchiar<strong>la</strong> <strong>la</strong><br />
prega in ginocchio di non <strong>la</strong>sciarlo perché ne va del<strong>la</strong> sua reputazione, del<strong>la</strong> sua carriera<br />
mafiosa. Tutto deve rimanere all’interno delle mura domestiche, eventuali tradimenti, eventuali<br />
problemi familiari tra <strong>la</strong> coppia, nel<strong>la</strong> coppia perché quello che è importante per <strong>la</strong> famiglia<br />
mafiosa è <strong>la</strong> reputazione, quello che gli altri pensano all’esterno. In questo senso quindi le<br />
donne possono essere considerate donne d’onore.<br />
10) Si può par<strong>la</strong>re di un’emancipazione femminile all’interno di Cosa Nostra?<br />
Risp.: Nel corso degli ultimi anni c’è stata una trasformazione del ruolo delle donne all’interno<br />
di Cosa Nostra che ha portato, appunto, una loro sempre maggiore partecipazione all’interno<br />
dell’organizzazione. Al tempo stesso però questa trasformazione non può essere letta come un<br />
processo di emancipazione femminile poiché i ruoli che le donne sono andate a ricoprire sono<br />
ruoli fondamentali per l‘organizzazione che quindi dimostrano il fatto che le donne forse hanno<br />
conquistato una parità all’interno dell’organizzazione ma sono ruoli sempre di secondo piano,<br />
sono ruoli che servono, sostanzialmente, all’organizzazione stessa. In aggiunta a ciò se<br />
consideriamo che le donne all’interno delle famiglie mafiose, comunque, continuano a vivere<br />
una condizione di subordinazione e di controllo da parte degli uomini, soprattutto per quanto<br />
riguarda le re<strong>la</strong>zioni di genere i rapporti tra uomo e donna, non si può sicuramente par<strong>la</strong>re di<br />
emancipazione delle donne all’interno del<strong>la</strong> mafia se per emancipazione s’intende non<br />
l’omologazione a un modello maschile ma una liberazione, quindi se per emancipazione <strong>la</strong><br />
intendiamo e <strong>la</strong> interpretiamo e <strong>la</strong> definiamo come liberazione allora sicuramente non si può<br />
par<strong>la</strong>re di emancipazione all’interno di questa organizzazione. Si può par<strong>la</strong>re di parità forse, nel<br />
senso che comunque alle donne non c’è nessuna remora culturale e forse non c’è mai stata o c’è<br />
stata in un’epoca passata ma sicuramente a partire dagli anni ’80 non c’è più stata, a fare<br />
<strong>la</strong>vorare le proprie donne. Su questo non c’è alcuna remora. Se c’è bisogno delle donne, le<br />
donne vengono fatte <strong>la</strong>vorare anche perché poi molto spesso sono brave e competenti<br />
insospettabili e quindi molto utili, si sono sempre rive<strong>la</strong>te utilissime all’organizzazione. Anche<br />
perché è un po’ una contraddizione in termini par<strong>la</strong>re di emancipazione delle donne all’interno<br />
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