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In poche parole l’Associazione si oppone e combatte tutto ciò che praticamente toglie<br />

spazi di democrazia e vuole educare ad essere cittadini responsabili, non sudditi perché,<br />

come commenta Nadia Furnari, «(...) solo in questo possiamo avere qualche speranza di<br />

lottare contro le mafie (...)».<br />

Le iniziative dell’Associazione Rita Atria sono state finora finanziate dai ragazzi delle<br />

scuole, dal<strong>la</strong> generosità a volte degli stessi re<strong>la</strong>tori e amici, dagli stessi associati, dalle<br />

donazioni, dal<strong>la</strong> produzione di libri bianchi e videocassette dei progetti sul<strong>la</strong> legalità.<br />

Insomma, sono dei “piccoli imprenditori del<strong>la</strong> libertà 504 ” a cui nessuno ha mai potuto<br />

comprare il silenzio e <strong>la</strong> rettitudine.<br />

Libera<br />

Qualche mese dopo <strong>la</strong> nascita dell’Associazione Rita Atria, il 25 marzo del 1995 si<br />

svolge a Roma l’assemblea costitutiva di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro<br />

le mafie”. Nasce, come afferma Francesca Rispoli 505 , <strong>la</strong> responsabile del<strong>la</strong> Segreteria<br />

Regionale di Libera Piemonte, dopo un periodo di gestazione di circa un anno,<br />

prendendo le mosse da un movimento popo<strong>la</strong>re molto diffuso che aveva investito<br />

l’Italia a partire dalle stragi del ’92 a cui hanno poi fatto seguito quelle di Mi<strong>la</strong>no,<br />

Firenze e Roma, quindi a seguito del<strong>la</strong> strategia che Cosa Nostra aveva portato avanti<br />

per riuscire a conquistare il potere seminando terrore tra <strong>la</strong> cittadinanza.<br />

In quel momento l’Italia non ha gettato <strong>la</strong> spugna ma anzi da Nord a Sud sono nati tanti<br />

movimenti popo<strong>la</strong>ri ed è in questa fase di rigoglio e di spinta culturale molto importante<br />

che nasce Libera, il cui intento è stato fin dall’inizio non di essere un’associazione tra le<br />

associazioni ma di tenere insieme, in un’iniziativa nazionale, tutte quelle realtà che<br />

hanno dato priorità al<strong>la</strong> lotta alle mafie.<br />

Per <strong>la</strong> prima volta, dunque, un gran numero di associazioni - ad oggi più di 1500, senza<br />

nessuna distinzione tra le grandi associazioni nazionali e i piccoli gruppi locali - hanno<br />

deciso di dare vita in modo permanente ad un network per <strong>la</strong> formazione civile e contro<br />

le varie organizzazioni criminali. Il loro elemento unificante è “<strong>la</strong> consapevolezza che, a<br />

prescindere dal proprio campo d’impegno principale, <strong>la</strong> sconfitta delle mafie<br />

rappresenta una condizione essenziale per lo sviluppo civile e sociale del paese 506 ”, ed<br />

ognuno di queste s’impegna a fare <strong>la</strong> propria parte con uno spirito unitario e<br />

cooperativo.<br />

504 http://www.ritaatria.it/ChiSiamo.aspx.<br />

505 Intervista Francesca Rispoli in appendice.<br />

506 Vio<strong>la</strong>nte L., a cura di, Mafie e antimafia. Rapporto ’96, p. 302.<br />

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