25.04.2013 Views

scarica la tesi - Liberanet

scarica la tesi - Liberanet

scarica la tesi - Liberanet

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

maresciallo Lenin Mancuso scorta del giudice Terranova morto insieme a lui, e Ines<br />

Maria Leotta Giuliano, vedova del commissario Boris Giuliano ucciso nel luglio del '79.<br />

Come frutto di una presa di coscienza e di rie<strong>la</strong>borazione pubblica del lutto, avevano<br />

coraggiosamente scelto di testimoniare contro <strong>la</strong> mafia convinte, soprattutto, che <strong>la</strong><br />

violenza che le aveva colpite non riguardava soltanto loro.<br />

Accanto a queste, altre donne hanno voluto continuare in modo diverso <strong>la</strong> militanza<br />

iniziata in partiti e movimenti politici, aderendo a tale movimento.<br />

Con <strong>la</strong> petizione chiedevano che lo Stato e tutte le forze politiche si facessero carico<br />

del<strong>la</strong> lotta contro <strong>la</strong> mafia, per esempio, discutendo alcuni disegni di legge, poi<br />

approvati soltanto nel settembre del 1982 dopo altri delitti, come l’uccisione di Pio La<br />

Torre ma specialmente dopo l’omicidio del generale Dal<strong>la</strong> Chiesa, che provocò<br />

l’attenzione di tutto il paese.<br />

Chiedevano anche che si facesse luce sui delitti dell’organizzazione, scoprendo gli<br />

intrecci e le connivenze con il potere politico e che venisse attuata una reale politica per<br />

<strong>la</strong> piena occupazione del Sud.<br />

Le firme raccolte furono più di 30 mi<strong>la</strong>. Questa iniziativa non rimase un caso iso<strong>la</strong>to ma<br />

dette vita al<strong>la</strong> costituzione di un Comitato di donne contro <strong>la</strong> mafia il quale, nel<br />

dicembre dell’‘82, in occasione del primo grande processo contro Cosa Nostra, il<br />

processo Spato<strong>la</strong>, decise di chiedere di costituirsi parte civile perché consapevole che<br />

“siamo tutti vittime del<strong>la</strong> mafia che ha violentato <strong>la</strong> nostra esistenza 493 ”.<br />

Malgrado l’iniziativa venisse apprezzata da pubblici ministeri quali Sciacchitano e<br />

Falcone, <strong>la</strong> richiesta venne respinta con <strong>la</strong> motivazione che il Comitato non aveva subito<br />

danni diretti e soggettivi. Evidentemente questi giudici palermitani davanti a una forma<br />

di protesta civile nuova per <strong>la</strong> Sicilia, in cui comuni cittadini chiedevano giustizia<br />

contro <strong>la</strong> criminalità organizzata, non si trovarono a proprio agio.<br />

Nel frattempo, nel 1984, il Comitato si trasforma in Associazione legalmente<br />

riconosciuta e richiede di costituirsi parte civile anche per il processo per <strong>la</strong> strage di via<br />

Pipitone Federico, in cui persero <strong>la</strong> vita Rocco Chinnici, due agenti del<strong>la</strong> scorta e il<br />

portiere dello stabile. Ma anche questa volta <strong>la</strong> richiesta è stata rigettata.<br />

L’Associazione, perciò, cambiò tattica e quando ebbe inizio il maxiprocesso, decise di<br />

non richiedere di venire accolta parte civile, visto che <strong>la</strong> legge era molto restrittiva a<br />

riguardo, ma invitò le donne appartenenti alle famiglie mafiose a citare in giudizio gli<br />

assassini dei loro cari costituendosi parte civile, e contemporaneamente s’impegnò in<br />

493 Ibidem, p. 21.<br />

192

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!